E’ il giocatore in assoluto più discusso di questo Benevento edizione 2011-2012.  Osannato e criticato, applaudito e fischiato, apprezzato e contestato, se contassimo se parole spese su Giacomo Cipriani, probabilmente avremmo un nuovo guinness o ci saremmo vicini. Lui è arrivato a Benevento con un biglietto da visita impressionante: un curriculum fatto solo da serie A e Nazionali giovanili. Ed anche l’inizio sembrava presagire una grande stagione. Poi una serie di infortuni lo hanno messo ko. e hanno dato il la alle malelingue.
Giacomo nasce a Bologna il 28 ottobre 1980 sotto il segno dello scorpione. Inizia a dare i suoi primi calci con la squadra della sua città.
“Esordisce in Serie A il 19 dicembre 1999 in Perugia-Bologna 3-2. si mette in luce in maglia rossoblu come uno dei migliori prospetti del calcio italiano, ottenendo convocazioni in svariate nazionali giovanili ed arrivando ad essere acquistato in comproprietà dalla Juventus. Nel 2001 una doppietta a San Siro contro il Milan lo consacra definitivamente.
La sua carriera però viene fermata da gravi infortuni: il primo di questi arriva nel 2001 quando due operazioni al ginocchio lo costringono a quasi due anni di inattività. Una volta riabilitato, viene dato in prestito prima al Piacenza, poi alla Sampdoria. Ritornato nel capoluogo emiliano, vi resta per tre stagioni e mezzo, ma nuovi infortuni al ginocchio non gli consentono di mettere in luce le proprie qualità” (fonte Wikipedia). Nel 2007 eccolo all’Avellino, poi a metà stagione al Rimini, nel 2008 alla Spal, dove resta 2 stagioni. Nel 2010 già si registra un contatto con la società di Oreste Vigorito: “Mi avvicinò direttamente il Presidente- ha raccontato Cipriani- poi non se ne fece più nulla. Un anno dopo eccomi qui”.
Capite ora di chi stiamo parlando? Se poi ci aggiungete che dal 1998 al 2001 ha collezionato ben 14 presenze ( e 4 gol) con la Nazionali Under 17, 18, 20, 21, il quadro è bell’e fatto.
Nella vita privata, è uno che ama parlare poco di sé. Tifoso del Bologna, stato civile fidanzato, ha un fratello avvocato che si chiama Matteo. Mamma Giorgia è pensionata, papà Luciano è scomparso da 3 anni. Giacomo è diplomato al Liceo Scientifico e tuttora è iscritto alla Facoltà di Biologia. “Chiaramente- ci ha raccontato- esami niente. Ma si capisce il motivo no?. Studiare mi è sempre piaciuto. Se non avessi fatto il calciatore, mi sarei iscritto a Medicina”.
Si definisce “introverso: mi piacciono le cose semplici, mi piace soprattutto mangiare. Il mio piatto preferito? Salmone al forno con patate”.
Adora molto il rock americano, ma non ha un cantante preferito. “Strange days” il suo film preferito, “The secret” l’ultimo libro che ha letto.
Ama poco la tv e dice di non essere superstizioso.
Una cosa che mi piace del mondo del calcio? Il calcio- ci ha detto quasi con un sorriso- quella che non mi piace? Tutto quello che infanga il calcio”.
Quando parliamo della sua carriera, Giacomo va subito al sodo: “Il ricordo più bello è la doppietta che ho realizzato a San Siro contro il Milan quando indossavo la maglia del Bologna. Quello più brutto l’infortunio al ginocchio quando avevo 21 anni. Stavo per esplodere definitivamente ma corsi il rischio di concludere la carriera”.
Non legge quasi mai i giornali, nemmeno quando parlano di lui: “Se capita, si, li sfoglio pure ma non ci tengo particolarmente”. Il rapporto con la religione è sullo stile “Non sono praticante, però ci credo- ha detto- e comunque la vedo come una cosa strettamente personale”.
Infine capitolo-sogni: “Sul piano personale- ci ha raccontato Giacomo- mi auguro che la mia famiglia sia sempre felice e serena. Sul piano calcistico, spero di finire in bellezza la mia carriera. Non ho grandi aspirazioni, solo di tornare a giocare, di essere importante per il Benevento e soprattutto di trovare continuità”.
Benevento ti aspetta…

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