Barese, tifoso del Torino, neopapà per la seconda volta, una sorella calciatrice (si scrive così?). Descrivere diversamente Michele Anaclerio sarebbe impossibile. Un ragazzo tranquillissimo, molto pacato ed educato. Un professionista insomma. Nato a Bari il 15 maggio 1982 sotto il segno del Toro, Michele cresce calcisticamente nella squadra della sua città per poi approdare alla Reggina in serie A a soli 18 anni. Poi eccolo in prestito al Lanciano, poi il ritorno al Bari, quindi Piacenza. Ed è lì che, la scorsa estate, lo pesca il Benevento.
Anaclerio arriva nella città delle streghe accompagnato da grandi credenziali.
Nella vita privata è sposato con Ilaria, che ha conosciuto tramite amici comuni. Ilaria e Michele sono i genitori di Gaetano, 3 anni. Michele lo descrive così: “E’ mancino, gioca già a calcio ed è mammone purtroppo!- ha sorriso- se intraprendesse la carriera di calciatore? No, non è importante. Sarà lui a scegliere”.
Il 5 marzo a casa Anaclerio è di nuovo arrivata la cicogna portando con sé il piccolo Alessandro (a proposito: auguri da tutta la redazione).
Michele ha la qualifica di odontotecnico e, se non avesse fatto il calciatore, avrebbe seguito le orme di papà Gaetano, imbianchino. La madre, Vittoria, è casalinga. Lui ha una sorella, Carmela, con un’altrettanto immensa passione per il calcio. Attualmente gioca nel Bari.
Fuori dal campo si definisce “molto riservato, mi piace stare in famiglia, uscire di tanto in tanto con gli amici, di condurre una vita tranquilla insomma”.
In cucina preferisce il pesce, amante del mare e della campagna, il suo cantante preferito è Eros Ramazzotti. Il programma tv che ama guardare “le Iene”.
Il suo film “Braveheart”.
Quando parliamo della sua carriera, lui si racconta così: “Il mio ricordo più bello è stato l’esordio ufficiale con la maglia del Bari e il 1° gol segnato. Era contro l’Albinoleffe. Quello più brutto la retrocessione con la maglia del Piacenza l’anno scorso.  Quando penso alla cosa più bella del mondo del calcio, mi vengono in mente i tifosi perché, prima di indossare maglietta e pantaloncini, ero io stesso un tifoso. E so quanta passione ci può essere dietro una maglia. Una cosa mloto brutta è la gente falsa”.
Dice di non essere scaramantico, poi conclude con un’affermazione secca quando gli chiediamo dei suoi sogni: “Ne ho uno ed è immediato: la B con il Benevento

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