E’ l’artefice del momento d’oro di inizio 2013 del Benevento: Guido Carboni. Arriva alla corte della Strega dopo l’infelice parentesi- Ugolotti, accompagnato da tanto scetticismo e un pizzico di ironia negativa. Eppure gli bastano poche settimane, tanta umiltà e semplicità, 4 vittorie consecutive per rovesciare i sentimenti dei tifosi tutti dalla sua parte.


Guido nasce ad Arezzo il 27 febbraio 1963 sotto il segno dell’acquario, ha dunque compiuto 50 anni da pochissimi giorni (a proposito..auguri mister!).


Calcisticamente nasce attaccante e nella sua carriera ha giocato con Arezzo, Osimana, Cerretese, Montevarchi, Empoli, Siena, Giorgione, Aglianese. Tra l’altro nella stagione 1982-1983 ha vestito anche la maglia del Benevento dove collezionò in totale 20 presenze e 2 reti.  Vanta anche una vittoria della Coppa Italia di serie C e una promozione in serie B (sempre con la maglia dell’Arezzo). Nel 1998 appende le scarpette al chiodo e comincia la carriera di allenatore proprio con l’ultima squadra con cui ha giocato, l’Aglianese, nel Campionato Dilettanti dove si classifica al 7° posto. Dopo la parentesi Olbia, eccolo al Genoa dove colleziona il suo primo esonero, nel 2001 al Pisa dove arriva un altro esonero. Nel 2002 torna ad Olbia, nel 2004 è sulla panchina della Viterbese dove sfiora la serie B. Nel 2004 eccolo al Bari, nel 2006 al Crotone, nel 2007 all’Avellino, poi Rimini (dove colleziona un’amara retrocessione di cui vi diremo più avanti), Frosinone, Empoli. E nel 2013 eccolo al Benevento, ma questa è storia nota.


Nella vita privata è sposato con Brunella dal 1984 (l’anno prossimo dunque un altro importante anniversario). È padre di 3 splendidi figli: Matteo, 29 anni, laureato in fisioterapia; Andrea, 27 anni, dottore in agraria; e Elena, 17, che frequenta il Liceo Scientifico e gioca a tennis (passione che stavolta è stata lei a trasmettere al papà). Nessuno dei 3 ha qualcosa a che fare con il calcio, come ci ha svelato lui con un sorriso: “No no, hanno seguito tutti strade diverse").


Amante della buona cucina, adora soprattutto la pasta e confessa di non mettersi mai ai fornelli: “E che mi ci metto a fare? Ho una cuoca straordinaria in famiglia: mia moglie Brunella- aggiunge con un sorriso- è bravissima”.
Poi ci svela la sua grande passione per il cinema: “Non ho un film particolare che mi piace più degli altri. Amo tanto i grandi registi di qualche anno fa: Sergio Leone e Mario Monicelli su tutti, con le loro opere migliori, come C’era una volta in America, C’era una volta il West”.


In tv guarda soprattutto i programmi sportivi e quelli che riguardano documentari: National Geografic e Focus i canali su cui è spesso sintonizzato. Anche per quanto riguarda la musica non ha un cantante o un genere preferito: “La ascolto tutta, non ho gusti specifici” ha detto.


Poi ci racconta della sua grande passione: il calcio. “Fuori dal campo, tolto il tempo che dedico alla mia famiglia, mi piace stare informato, guardare programmi sportivi. La mia squadra del cuore? Non ne ho una in particolare, anzi, sono stato sempre tifoso delle squadre in cui ha giocato mio fratello Amedeo. Una su tutte? Il Valencia, una grande realtà del calcio internazionale.
Il ricordo più bello della mia carriera? Ne ho tantissimi, però mi piace rispondere che le mie soddisfazioni più belle sono quando i giocatori ti chiamano a distanza di anni perché vuol dire che qualcosa di buono l’hai fatta se si ricordano ancora di te. Un ricordo brutto invece risale all’anno 2009, allenavo il Rimini. È il ricordo di una retrocessione amara e non prevista. Nelle ultime 5 partite ne vincemmo 3 e nonostante questo la classifica ci diede torto. Non puoi retrocedere così
”.


Una cosa di cui va fiero nella vita è “la coerenza”, poi parlando di sé, si definisce “una persona come tutte, con qualche pregio e molti difetti. Fuori dal campo sono uno tranquillo, semplice, amo le cose semplici e la vita tranquilla”. Diplomato ragioniere tecnico commerciale  “non per passione ma per accontentare papà- ha raccontato- in realtà volevo fare solo calcio. Se non avessi fatto il calciatore, mi sarebbe piaciuto magari insegnare”.


Ai ragazzi che sognano di fare i calciatori Guido Carboni dice: “Seguite solo gli esempi positivi, non andate mai dietro a quelli sbagliati. E soprattutto andatevi a rileggere il discorso di Roberto Baggio fatto a Sanremo, secondo me è una pagina che andrebbe inserita in tutti i libri di scuola da prendere ad esempio non solo per gli sportivi ma come lezione di vita. Ricordatevi che non si fa strada senza passione, senza umiltà, senza sacrifici e soprattutto non si fa strada, come ha detto Baggio, se si pensa a fare calcio solo per arrivare solo ai soldi e alla popolarità”.


Infine capitolo sogni: “Mi auguro sempre il meglio per me e i miei cari, una vita serena e tranquilla, la salute, il rispetto. Tutto il resto bisogna guadagnarselo. L’importante è vivere sereni. Se uno è sereno, vive bene tutta la vita”.

Print