E di che cosa discutiamo adesso? Accidenti, a questo nessuno aveva pensato! Con il Benevento capolista, seppur in coabitazione forzata con la Salernitana, si azzerano quasi tutti gli argomenti classici di discussione e viene pesantemente fiaccata la verve polemica di tifosi ed addetti ai lavori. Non tutti, ma una buona parte di essi.

Improvvisamente, nei ritrovi di tifosi o anche sul posto di lavoro, è diventato difficile che si accendano discussioni. Nei bar è tornata una certa tranquillità, e questo non pare vero neppure ai rispettivi gestori che, finalmente, possono lavorare con la benedizione di timpani e sistema nervoso. Solo rumore di tazzine e amabile chiacchiericcio!

Non sembra vero e, a dir la verità, pare ancora di sentire  qualche bel "Vicorito vattene" (rigorosamente con la c al posto della g) o il più classico e mai fuori moda "andate a lavorare" (abbiamo tradotto). Si, perchè è come se ci mancasse qualcosa. Inizia a mancare il capro espiatorio: e adesso con chi ce la prendiamo? Roba da matti, ma davvero!

L'esperienza ci suggerisce che, in fondo, la calma è comunque apparente. Abbiamo come l'impressione di essere tutti borderline tra il paradiso (calcistico) e l'inferno (calcistico?), basta pochissimo per mettere il piede in fallo. La speranza, ovviamente, è quella di riuscire a a camminare dritti e senza scossoni fino alla fine. Speriamo.

Una squadra forte e completa (quasi), un allenatore con pugno fermo e che sa il fatto suo. Tifosi compatti e collaboranti come non mai. Collaboranti e complementari alla squadra, aspetto fondamentale. Un clima di fiducia complessiva dell'ambiente, basato su solide certezze oltre ogni risultato del campo che pure è importante. Chi vede giocare il Benevento, appunto oltre il risultato, ha l'immediata percezione di un gruppo granitico e assolutamente deciso e determinato. Un corpo unico che, visto da "fuori", dà l'idea di una macchina da guerra contro la quale è assai difficile confrontarsi. E, dati alla mano, il bello dovrà ancora venire, se solo terminasse l'accanimento della sfortuna con i troppi infortuni...

E allora? Di cosa diavolo vogliamo discutere o arrabbiarci? Dobbiamo inventarci qualcosa che infiammi la polemica e tenga viva l'attenzione di tifosi e stampa. Ma l'aiuto come sempre viene dall'alto... No, non Lui, sarebbe troppo e anche blasfemo. Un (bel) po' più in basso: ecco che il designatore ci ha mandato un arbitro non proprio gradito da queste parti. Il derbissimo contro i granata è alle porte e noi, cinque giorni prima, vogliamo già indignarci per quello che, presumibilmente e quindi speriamo di no, sarà l'operato del molisano. Fasciarci la testa prima che ce l'abbiano spaccata? Ma no, permetteteci però di essere prevenuti e malpensanti.

Visto, basta poco a fare polemica. Noi ovviamente proviamo a scherzare ma pensandoci un brividino ci viene pensando a ciò che sarà. Gli altri anni abbiamo sempre e con presunzione pensato che dovessimo (obbligo!) vincere a mani basse il campionato. Quest'anno, grossa differenza, noi possiamo (opportunità) vincerlo. Come? Iniziando a rimanere compatti e uniti anche se arrivasse qualche scossone o qualche inciampo nel cammino. Ve lo ripeteremo fino alla nausea: UNITI SI VINCE e solo così.

Memento: dopo il derby di domenica, comunque vada, ci saranno ancora ventinove partite da disputare. Quindi ottantasette punti in palio: la strada è lunghissima e difficile, ma la percorreremo insieme, fino alla fine.

 

Sezione: In primo piano / Data: Mar 14 ottobre 2014 alle 15:30
Autore: Redazione TuttoBenevento
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