Qualche settimana fa, in un mio “Punto”, provocatoriamente lanciai una sfida a tutti i tifosi. Quale? Quella di trovare o inventarci qualche spunto per fare polemica. Infatti, da quando la squadra ha iniziato a vincere, pur se con tante difficoltà di percorso, e la classifica arride ai nostri colori, sembravano svaniti tutti i possibili argomenti di discussione. Invece, sotto la cenere cova sempre il fuoco del pretesto. Quasi sempre un pretesto o poco meno.

C’è poco da fare: nella papalina Benevento la polemica, al 99,9% fine a se stessa, sembra essere linfa vitale, quasi unico veicolo di stimoli nuovi in una città altrimenti pigra e sonnacchiosa. La dormiente (città) sotto la Dormiente (massiccio del Taburno-Camposauro) ha bisogno sempre di qualcosa che la tenga sveglia… Ovviamente io mi riferisco al discorso calcistico, ma per il resto è pressoché la stessa cosa. “La giornata giallorossa?” “I prezzi dei biglietti sono elevati!”. Ecco, “abbiamo trovato lo spasso”, come diceva un mio carissimo professore, buonanima, alle superiori.

La giornata giallorossa era prevista, ampiamente pubblicizzata all’atto del lancio della campagna abbonamenti, così come avviene ogni anno. E’ chiaro che una società indice l’iniziativa proprio quando si prevede (e si spera) un afflusso maggiore di pubblico. Per fare il calcio ci vogliono i liquidi e non le chiacchiere e non credo che, oggi, una s.p.a. possa permettersi il lusso di lasciare qualcosa di intentato per incrementare gli introiti e rendere meno onerosa la gestione. Che il proprietario sia Bill Gates o un normalissimo (e folle, perché per fare calcio con questa crisi bisogna esserlo) imprenditore, la gestione dei conti deve essere sempre fatta con massima oculatezza.

Probabilmente c’è chi non ha capito che i tempi sono cambiati e che, purtroppo, quello che prima si poteva fare oggi non è più possibile. Avere una Società che riesce ogni anno a farci disputare campionati importanti e che non lesina sugli investimenti, non può (più) significare che allo stadio si possa entrare praticamente gratis. Poi possiamo discutere sul prezzo del settore più popolare, la curva. Ecco, magari si poteva ribassare un tantino e ripartire la differenza mancante sugli altri settori, sulla tribuna ad esempio. E’ una mia idea, ma allo stesso tempo io credo che si sarebbe creato uno svantaggio per una parte dei tifosi e non è giusto Quindi, chi ha a cuore le sorti della squadra metta da parte questo pretesto e venga allo stadio.

I prezzi dei biglietti per questa stagione sono in linea con al maggior parte della altre squadre. Basta farsi un giro virtuale sui siti ufficiali delle varie società, anche di altri gironi. Confrontare i prezzi non tralasciando "l’aspetto strutturale", perché, almeno questo, noi andiamo in una stadio vero a vedere le partite e non in un campetto fatiscente e pericoloso dove a volte si paga anche in più. Differenze di costo in più, a nostro “sfavore”, in alcuni casi, solo per la tribuna e il settore vip. Ma questo aspetto, per la maggior parte dei tifosi, credo interessi poco. Se "prezzi alti" è riferito al costo attuale rispetto a quello degli anni precedenti, allora si cade in errore. Perché era all’epoca che i prezzi erano stracciati, assolutamente sotto la media. Proprio in virtù del mutamento socio economico dovuto alla crisi ed alla profonda recessione che coinvolge tutto e tutti, tale privilegio non poteva più restare in piedi. Un privilegio, lo sottolineo, non può diventare una pretesa. Quando ci sono le condizioni e ci viene "offerto", sia ben accetto, ma quando ciò non accade,  beh, non credo sia uno scandalo. Anche se qualcuno vorrebbe farlo passare come tale.

Vogliamo vincere il campionato -ambizione o ancora pretesa?- ma non vogliamo pagare troppo (o per niente) al botteghino. E’ come recarsi al ristorante di un famoso chef  per poi pretendere di pagare un prezzo da pizzeria, senza nulla togliere ad una deliziosa "margherita". O meglio, possiamo o vogliamo andare a mangiare la pizza, ma poi non possiamo pretendere di avere al tavolo caviale del Volga e champagne.

Alla fine ho fatto anche io polemica, era inevitabile. O forse no, chissà. Però, fermo restando che ognuno è libero di dire ciò che vuole, io non posso accettare che tanti di quelli che abitualmente fanno questo tipo di polemica, magari assillando l’addetto di turno della biglietteria, allo stesso tempo si giochino svariate decine di euro tra scommesse, videopoker e accidenti vari. Spesso ne sono stato testimone. Non generalizzo, sicuramente c’è chi davvero non può pagare qualche euro in più per acquistare un biglietto per lo stadio, magari avendo anche i figli da accontentare per lo stesso motivo. Penso a coloro che hanno solo il calcio come hobby e per alcuni purtroppo è quasi un lusso... Per le "fasce deboli", comprovatamente, si potrebbe intavolare un discorso costruttivo, magari per il prossimo campionato, chiedendo abbonamenti rateizzati senza aggravio di spese o interessi e ad un costo conveniente in prevendita. Costo assolutamente conveniente, come avvenuto quest’anno per chi ha intuito e approfittato dell'occasione, acquistando l’abbonamento in estate.

Smettiamola di fare i provincialotti, scrolliamoci di dosso questa maledetta abitudine di criticare, a prescindere e senza alcun costrutto. Probabilmente nei tempi, nei modi e nelle forme adeguate si può anche chiedere per ottenere qualcosa. Ma creando inutili contrapposizioni non si arriva a nulla, anzi… E poi, decidiamoci: se vogliamo diventare grandi dobbiamo accettare di fare qualche rinuncia anche noi. La squadra ha bisogno di noi, la passione vera non accetta compromessi. Bisogna dare una mano e contribuire con convinzione alla realizzazione di un grande sogno e comunque non mi sembra che ci abbiano chiesto chissà quale sacrificio, così come qualcuno vuole farci credere.

Sezione: In primo piano / Data: Gio 20 novembre 2014 alle 12:45
Autore: Marcello Mulè
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