Nel mio intervento precedente avevo espresso l'intenzione, che voleva essere soprattutto una sorta di impegno con me stesso, di non guardare più in casa d'altri. Ebbene confesso  che per un momento sono stato preso dalla tentazione di disattendere a questo impegno. Ma poi, grazie alla involontaria complicità di  Sportube e delle sue "bizze", alla fine ci sono riuscito. E, alla luce di quanto poi si sarebbe verificato,  è  stato meglio così.
Nulla è cambiato nei piani alti della classifica.  Nulla, in verità, ci si aspettava che realisticamente cambiasse in quest'ultimo turno  appena disputato anche se, da ambo le parti, una mezza scivolata dell'avversario non sarebbe stata accolta con indifferenza,  come del resto è legittimo e naturale che sia.
Ma lasciamo stare gli altri (a dir il vero un po' troppo suscettibili ultimamente) e guardiamo soltanto in casa nostra.

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Per il modo, poi, in cui essa si è concretizzata, possiamo senz'altro  trarre  considerazioni più che lusinghiere e guardare con moderato ottimismo all'immediato futuro.

Il Benevento ha disputato la classica "partita perfetta", ottenendo il massimo con il minimo sforzo, centellinando energie fisiche e mentali in vista del ravvicinato, e forse decisivo, impegno di Lecce.
I giallorossi sono entrati in campo con il piglio giusto, dando una convincente dimostrazione di potenza, cinismo  e concretezza, fattori che ne avevano caratterizzato  il punto di forza sin dall'inizio della stagione ma che, ultimamente, si erano un tantino smarriti.  Per fortuna, invece, la compattezza del gruppo, la voglia di combattere per la maglia e la ferma convinzione che il traguardo finale resta sempre pienamente  raggiungibile dalla porta principale non sono mai venute meno.
La Paganese è stata annichilita dal più classico degli uno-due ammazza partita nel corso della prima frazione di gioco, a cui ha fatto seguito  un secondo tempo di pura amministrazione del risultato non disdegnando, i giallorossi, di prestare anche la massima attenzione  alle gambe e ai cartellini. Una partita sostanzialmente corretta dove, per la verità, l'avversario è sembrato sin da subito, se non proprio rinunciatario, di sicuro poco convinto delle proprie concrete possibilità di portar via da Benevento un risultato positivo, fattore che ne ha condizionato, secondo me, anche l'approccio alla gara. Lecito aspettarsi di più dagli azzurrostellati, quantomeno per quanto da essi espresso  dal momento in cui l'ottimo mister Sottil ne aveva assunto la guida tecnica, traghettandoli, come ha saputo fare,  dalla penultima posizione di classifica ad una distanza di sicurezza di sette punti  dalla zona rossa, pur restandone  immediatamente a ridosso.
Per quanto riguarda il prosieguo del campionato del Benevento,  dato pressoché per scontato, a meno di imprevedibili catastrofi,  quantomeno il raggiungimento del secondo posto anzi, per meglio dire, del miglior secondo posto su scala nazionale (fondamentale per i play-off), ai sanniti  restano da disputare ancora sei partite da qui alla fine, di cui tre in casa ed altrettante in trasferta. 
Fare calcoli e tabelle è inutile. E non lo farò . Risulta fin troppo evidente che la necessità di recuperare tre lunghezze  (due non sarebbero, infatti , sufficienti ) alla diretta concorrente costringe, in pratica, a vincere tutte le gare rimanenti incamerando i 18 punti in palio. Se, poi, alla fine l'avversario ne avrà ottenuti almeno 16 (cosa assolutamente possibile), non potremo far altro che tributargli il nostro applauso, accettando sportivamente che egli possa precederci di qualche settimana nella conquista dell'ambito traguardo che, a quel punto, entrambe le squadre avrebbero meritato direttamente ma che la dura legge dello sport, e dell'assurda regola del campionato di Lega-Pro unica in particolare, avrebbero alfine negato ad una di esse.
Mercoledì comincerà un mini-torneo di sei partite, tante quante, più o meno, ne contiene un mondiale o un europeo. Ebbene. Consideriamolo il nostro "piccolo mondiale" e concentriamoci tutti (tifosi, stampa, squadra), uniti e compatti nel raggiungimento dell'obiettivo. Crediamoci fino alla fine, perché tutto è ancora possibile. Chiaro che non dipende solo da noi, ma l'imperativo categorico, da qui in avanti,   è e dovrà essere "ottenere sempre il massimo per non lasciare nulla d'intentato". Così, almeno,  non ci si dovrà  perdonare nulla nel caso, chi ci precede, dovesse inciampare in qualche modo.
Andare avanti partita per partita, senza guardare troppo a quanto avviene dall'altra parte. Si comincerà  già mercoledì a Lecce. A proposito: guai a pensare minimamente che i salentini abbiano mollato la presa, o che siano sfavoriti dall'assenza di pedine importanti a causa delle inevitabili squalifiche derivanti dalla sciagurata trasferta di Catanzaro. Al  "Via del Mare" saranno particolarmente incazzati contro tutti ed oltre ad essere consapevoli che per Benevento passerà  l'ultimo treno per i play-off, vorranno togliersi le ultime soddisfazioni stagionali e mitigare così  la rabbia dei  propri tifosi, che sta montando di ora in ora.  Un ostacolo che, se possibile, si è reso ancora più ostico proprio  dopo gli esiti dell'ultima giornata appena disputata.
Ma il Benevento c'è ed è nelle sue corde fare  il colpaccio a Lecce.
Poi penseremo, nell'ordine, a Reggina, Matera, Messina, Cosenza e Juve Stabia.
Senza pensare a Salerno.
Partiamo dall'ultimo meraviglioso  coro intonato dalla Sud e facciamone tutti  il grido di battaglia da qui fino alla fine: FORZA RAGAZZI, NOI CI CREDIAMO!!!

Sezione: News H24 / Data: Dom 29 marzo 2015 alle 16:48
Autore: Andrea Bardi
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