Duecentodiciassette presenze e tre gol in serie A con la maglia del Milan. Con la squadra rossonera ha vinto 5 scudetti, 4 volte la Super Coppa Italiana, 3 Champions League, in 3 occasioni la Super Coppa Europea e 2 Coppe Intercontinentali, prima di entrare a far parte dei quadri tecnici della società. Prima in qualità di allenatore della squadra Primavera, poi di vice di Ancelotti (insieme a Tassotti n.d.r.) e, infine, come responsabile del settore giovanile del Milan. Proprio in questo ruolo, nel 2014 ha vinto, insieme a Filippo Inzaghi, al tempo tecnico della Primavera del Diavolo, il Torneo di Viareggio. Stiamo parlando di Filippo Galli, che è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per commentare questo positivo inizio di campionato del Benevento del suo amico Pippo Inzaghi. Queste le sue dichiarazioni:

Il Benevento di Inzaghi è primo in classifica dopo 7 giornate, miglior difesa e zero sconfitte. Ti aspettavi un impatto così determinante di Pippo al Benevento?

Pippo credo che ormai abbia acquisito una certa esperienza nel contesto della serie B dove ha fatto sempre un buon lavoro, è arrivato in una squadra che è abbastanza esperta, con una età media abbastanza alta. Questo penso abbia aiutato anche a fare un certo tipo di lavoro”.

Diversi suoi calciatori rimarcano di continuo come Inzaghi lavori tantissimo sull’aspetto psicologico, dando loro quella fiducia che, evidentemente, è mancata l’anno scorso. Tu lo conosci benissimo, che puoi dirci al riguardo?

 “Pippo vive per la partita, vive per l’allenamento, vive per la squadra e la maniacalità nei particolari è da sempre uno dei suoi punti di forza e credo che questa caratteristica gli rimarrà sempre in qualsiasi contesto vada a lavorare. Penso che anche al Benevento abbia portato questo: sulla sua voglia di essere sempre sul pezzo e di lavorare su quello che deve andare a preparare non credo ci possano essere dubbi”.

La vittoria del Viareggio vinto insieme nel 2014, valse al mister la panchina del Milan dei grandi. Un’esperienza, così come l’altra in massima serie alla guida del Bologna, non andata nel migliore dei modi. Perché secondo te?

Diciamo che l’esperienza in serie A col Bologna non è facile da giudicare perché, proprio poco prima che Pippo andasse via, la squadra, col mercato di gennaio, fu cambiata radicalmente e notevolmente rinforzata, senza nulla togliere a gran lavoro fatto da Sinisa Mihajlovic è chiaro. Ma diciamo che lì Pippo non è stato messo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Non credo, comunque, sia giusto etichettare Inzaghi come un allenatore di serie B. Bisogna dargli atto che è un allenatore che si mette in gioco e che non ha paura di farlo anche in una categoria inferiore e questo alla lunga gli permetterà di salire di categoria e tornare in Serie A. Spero che ciò avvenga con il Benevento”.

Sabato Benevento – Perugia sarà anche Inzaghi contro Oddo, altro ex rossonero che allena in Serie B quest’anno, così come anche Nesta a Frosinone. “Nesta sta un po’ faticando col Frosinone, ha avuto un inizio difficile. Massimo (Oddo n.d.r.), invece, sta facendo bene e sta ottenendo risultati con il Perugia. Il campionato di Serie B è lungo, difficile, complicato e quindi è ancora presto per dare dei giudizi definitivi. Certo che una vittoria sarebbe importante per il Benevento, perché gli permetterebbe di consolidare il primato e darebbe ancora più convinzione ai giocatori. Però, ripeto, mi sembra una squadra esperta quella giallorossa e alla lunga questo potrebbe essere determinante”.

Probabilmente Inzaghi sta dando dal punto di vista della mentalità quello che è mancato al Benevento nello scorso campionato. “Sicuramente Pippo dal punto di vista di trasmettere una certa disponibilità al sacrificio e all’attenzione, che nel calcio sono fondamentali, è sicuramente l’allenatore più adatto”.

Dal 4-3-3 del Milan, al 4-4-2 del Benevento, passando per il 3-5-2 di Venezia e Bologna. Inzaghi sta dimostrando di non avere certamente dogmi dal punto di vista tattico. “Credo che faccia parte dell’evoluzione di un allenatore, della capacità di leggere le qualità dei giocatori che si hanno a disposizione. Poi, Pippo si confronta molto con i componenti del proprio staff, insieme al quale prende le decisioni. Evidentemente all’esito di questo confronto avranno deciso di optare per un sistema piuttosto che un altro. Pippo non è un allenatore che ha dogmi, che ha un solo modo di fare calcio ma cerca di far rendere al meglio la rosa che ha a disposizione”.

Una battuta anche sul Milan che ha appena cambiato guida tecnica, con Pioli che ha sostituito l’esonerato Giampaolo: “Per Giampaolo provo affetto e ho nei suoi confronti anche una grande stima dal punto di vista professionale. Purtroppo al Milan non ha funzionato anche se probabilmente aveva bisogno di più tempo. Allenatori come lui hanno bisogno di tempo perché devono lavorare sul campo e dare un’idea di gioco ben precisa alla squadra. A certi livelli, purtroppo, il tempo viene meno. Ora c’è Stefano Pioli, a cui tutti noi rossoneri facciamo un in bocca al lupo. Sicuramente la situazione non è facile, speriamo trovi delle soluzioni adeguate per riportare il Milan più in alto possibile in classifica”.

Sezione: In primo piano / Data: Mer 16 ottobre 2019 alle 16:19
Autore: Gerardo De Ioanni
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