I due gol consecutivi, contro Cosenza e Pordenone, hanno ufficialmente decretato la rinascita di Roberto Insigne. Il talento napoletano del Benevento, ospite ad Ottogol, ha così commentato il magic moment a livello personale e l’inarrestabile cammino della formazione di Inzaghi, raccontando anche degli interessantissimi aneddoti legati proprio al tecnico giallorosso: “La mentalità è la nostra forza. Da quando abbiamo iniziato pensiamo solo al nostro obiettivo e come dice sempre il mister non si molla mai di un centimetro”.

I GOL – “Il gol più difficile è quello di Cosenza perché era da molto più lontano. Anche perché è un tiro che provo sempre e quindi scelgo quello”.

IL RAPPORTO CON IL PRESIDENTE VIGORITO – “Con il Presidente nel pre – partita della sfida col Cosenza abbiamo fatto una lunghissima chiacchierata. Mi vuole molto bene e io cerco di ricambiare sempre al meglio”.

SU INZAGHI – “Questa estate il mister mi ha chiamato per avvisarmi che il Benevento mi stava acquistando ma soprattutto per dirmi che anche lui mi voleva e non solo il Presidente e il direttore. Mi ha sempre dato fiducia. Il mister è anormale, per quello che pensa tutti i giorni e tutti i momenti. Ci massacra (ride). Noi siamo la sua fotocopia. Lui pur avendo vinto tutto è sempre lì sul pezzo, non pensando mai di essere arrivato e che gli sia tutto dovuto. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di imitarlo. Quello che ci trasmette in settimana in termini di determinazione e concentrazione lo esprimiamo poi in campo il sabato. E’ una persona molto umile, disponibile. Ci fa stare bene e noi lo apprezziamo molto. Il giorno di Natale ci ha messo l’allenamento alle 8 di mattina ma prima ci ha fatto pesare per vedere quanto avevamo mangiato la sera della vigilia. Il mio pranzo fu riso in bianco e bresaola. Il giorno dopo avevamo la partita col Chievo”.

L’ABBRACCIO A GORI DOPO I GOL – “Gori per noi dello spogliatoio è un esempio, è sempre quello che dà i consigli, anche a 40 anni si butta come un ragazzino. È giusto che lo vada ad abbracciare”.

CRESCITA PERSONALE – “L’anno scorso prima di arrivare al Benevento ero un po’ dispiaciuto perché speravo di giocarmi le mie chance in A col Parma, che avevo aiutato a conquistare la promozione. Però quando ho saputo dell’interessamento della società giallorossa subito ho accettato. Benevento è una piazza importante con una grande tifoseria. Qui mi hanno voluto a tutti i costi e mi sono subito sentito a mio agio e questo mi ha aiutato a crescere”.

NON E’ FACILE STARE IN PANCHINA – “Quando stai in panchina, pure se la squadra va bene, un pochino stai male e per questo appena entri vuoi spaccare il mondo e a volte non sei sereno e non sei tranquillo, perché vuoi dimostrare di poterci stare tranquillamente in squadra. Dopo i due gol sono contento perché volevo dare anche io un contributo per qualcosa di importante a fine maggio”.

LA CLASSIFICA – “Noi non solo non la guardiamo la classifica ma non ne parliamo nemmeno nello spogliatoio. Se ci permettiamo di dire mancano tot vittorie o tot punti o altro il mister credo che ci ammazzi”.

GIRONE DI RITORNO – “Il girone di ritorno è sempre più difficile. Le avversarie ci conoscono, ci studiano e tutte vogliono battere la capolista e per questo fallo la partita della vita contro di noi”.

SCONFITTA SALUTARE – “Siamo stati fortunati a perdere 4-0 a Pescara, secondo me. Ci ha dato quella scossa e quella scintilla che ci ha fatto capire di dover dare tutti qualcosa in più. A Pescara siamo entrati con un atteggiamento sbagliato, non avevamo i piedi per terra e abbiamo peccato di umiltà. Paradossalmente il mister si è arrabbiato di più per il gol preso con il Pordenone che per la sconfitta di Pescara”.

AVVERSARIE – “La squadra che più mi ha impressionato è stata il Cittadella”.

L’ ENTELLA – “E’ una trasferta fastidiosa sia per il campo in sintetico che per l’ambiente. Mi fa piacere che l’Entella stia facendo bene perché ci sono due ragazzi, Contini e Dezi, con i quali sono cresciuto. Spero facciano i bravi sabato”.

Sezione: In primo piano / Data: Mer 19 febbraio 2020 alle 10:26
Autore: Gerardo De Ioanni
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