"Mai una gioia" potrebbe davvero non essere soltanto un modo di dire spicciolo. Nemmeno il tempo di gustarci il primato in solitudine ed ecco l'ennesimo infortunio, ad Andrea Doninelli, uno dei migliori in assoluto della squadra, senza nulla voler togliere agli altri. Tra i migliori nel contingentato settore nevralgico della squadra di Fabio Brini, e quindi questo avvalora il giudizio.

Il centrocampo è diventato come un tallone d'Achille per Il Benevento Calcio, ormai è un dato consolidato. Tralasciando gli scorsi campionati, anche quest'anno, già dal ritiro, si è avvertita l'esiguità numerica di centrocampisti di ruolo. Il tecnico marchigiano non ha mai potuto schierare la squadra "progettata", cioè quella tipo. Verissimo che i sostituti hanno sempre dato l'apporto necessario e che anche con qualche preventivabile difficoltà si è riusciti a ovviare all'emergenza, ma ormai la penuria di calciatori di ruolo è diventata cronica. E potrebbe ripercuotersi sul cammino nelle prossime gare.

Oggi però è inutile arrovellarsi il cervello pensando a chi o a dove poter attingere per tappare la falla. Questo "pensiero" è di competenza esclusiva della Società che, a mio parere, fa benissimo a non lasciare trapelare nulla riguardo l'eventuale tempistica d'intervento e, a maggior ragione, su possibili "nomi".

L'unico pensiero che oggi noi tifosi dobbiamo avere è quello del derby con la Casertana. Il "campanile", certo, ma soprattutto servirà fare risultato per consolidare la leadership e tenere a distanza le altre agguerrite pretendenti alla prima posizione. C'è l'emergenza? Lo sappiamo, ma è un problema che dovrà provare a risolvere Fabio Brini insieme ai suoi calciatori. Banale scrivere che comunque scenderemo in campo in undici contro undici, è vero, ma io sono certo che chi indossera la maglia 8, la 4, la 10 e così vià darà sicuramente il massimo e farà di tutto per non far notare la differenza. Uno spogliatoio compatto e forte come quello giallorosso può affrontare anche l'emergenza più grande. E poco importa lo spettacolo quando si gioca con il cuore. Se poi anche il pubblico e la Curva Sud, come sempre, faranno la loro parte e allora, non bisogna temere. Rispetto massimo degli avversari, ma nessuna paura.

Incredibile il susseguirsi di infortuni quest'anno. La sfortuna più nera e meno male che l'organico è di base folto e ben assortito. Chissà che, anche questo aspetto negativo, non abbia invece contribuito a cementare il legame tra calciatori e il tecnico, a fare crescere la consapevolezza. Il riferimento del titolo "quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare" è quasi scontato: i duri sono Brini e i suoi generosi ed encomiabili calciatori. Bisogna essere più forti di tutto e purtroppo lottare anche contro gli eventi sfavorevoli. Il campionato, comunque, non finirà domenica prossima, "la guerra" è iniziata da poco. Vincere per tenere alto l'onore, siamo d'accordo, ma vincere soprattutto per proseguire nella striscia positiva.

Arbitri, malasorte & avversarie, dovremo batterci contro tutti quest'anno. E ogni vittoria sarà ancora più bella.

Sezione: In primo piano / Data: Gio 06 novembre 2014 alle 10:45
Autore: Marcello Mulè
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