La sfida tra Salernitana e Benevento, in programma per lunedì 16 alle ore 21 all’Arechi di Salerno e valida per la 3^ giornata di campionato di serie B, non sarà una partita come le altre, innanzitutto, perché si tratta di un derby. Oltre alla rivalità originata dai campanilismi regionali, però, il match tra granata e giallorossi nasconde al suo interno una partita nella partita: quella tra i due tecnici, Giampiero Ventura da un lato e Filippo Inzaghi dall’altra.
Quella appena iniziata è una stagione molto importante per entrambi gli allenatori, chiamati al riscatto dopo le ultime non positive esperienze sulle panchine di Bologna (Inzaghi), Nazionale e Chievo Verona (Ventura).
Diametralmente agli antipodi, evidentemente, i momenti delle due carriere. Quella del tecnico giallorosso praticamente agli inizia, quarantennale quella di Ventura.
Sono passati, infatti, più di quarant’anni, esattamente quarantatré, da quando l’ex cittì iniziò la sua avventura in panchina alla guida delle giovanili della Sampdoria: era il 1976, Inzaghi aveva solo tre anni.
Da allora i due ne hanno fatta di strada.
Nella stagione 1994-95 la prima volta in Serie B per Ventura che, dopo l’ottimo lavoro con il Giarre in serie C1, viene chiamato dal Venezia. Stagione che, però, risulterà negativa per lui, esonerato dopo sole nove giornate di campionato. Campionato che, invece, risulterà molto importante per l’esplosione di Super Pippo che sarà determinante con i suoi 15 gol per la promozione in Serie A del Piacenza.
Mister libidine, come soprannominato dai tifosi del Bari, si rifarà, però, la stagione seguente quando siederà sulla panchina del Lecce in serie C1 portando i pugliesi, con due promozioni consecutive, dalla terza serie alla Serie A (1995-96 dalla C1 alla B; 1996-97 dalla B alla A). Promozione dalla serie cadetta alla serie A che ripeterà l’anno seguente alla guida del Cagliari. Con i sardi farà anche l’esordio in Serie A l’anno successivo.
Nel frattempo Inzaghi si è trasferito al Parma: con i ducali troverà anche il suo primo gol in massima serie, proprio contro il suo Piacenza. Poi l’Atalanta, che sarà il trampolino di lancio verso il calcio che conta: Juventus, Milan e Nazionale, esperienze che si tradurranno in scudetti, Champions e Mondiale.
Per contro, i primi anni duemila sono tra i più difficili della carriera di Ventura: le esperienze sulle panchine di Udinese, Samp, Napoli e Messina non sono certamente positive. Si riprenderà a Bari, dove sarà chiamato a continuare il lavoro di Antonio Conte, che l’anno prima aveva riportato i galletti in serie A. Ottime le annate anche al Torino. In granata otterrà la sua terza promozione dalla B alla A, e sempre in con il Toro farà anche l’esordio in Europa nella stagione 2014-15.
Annata importante anche per Inzaghi che nel frattempo ha appeso gli scarpini al chiodo e ha intrapreso la carriera da allenatore al Milan. Dopo gli ottimi risultati con le giovanili rossonere, gli viene affidata la prima squadra. Il suo Milan, certamente non più la squadra invincibile che l’aveva visto protagonista da calciatore, chiuderà il campionato al decimo posto e Super Pippo a fine stagione verrà esonerato.
Per la prima volta i due si scambiano il senso di marcia: Inzaghi scende in Serie C1 al Venezia e Ventura diventa commissario tecnico della Nazionale italiana.
Le avventure, assolutamente diverse per difficoltà e nemmeno lontanamente paragonabili, terminano in senso totalmente diverso.
L’ex tecnico granata sarà protagonista insieme ai calciatori di una delle pagine più tristi del calcio italiano fallendo la qualificazione ai Mondiali del 2018.
Super Pippo, invece, trova nuova linfa in Laguna e dà conferma delle qualità che aveva lasciato intravedere sulle panchine delle giovanili del Milan. Lascerà il Venezia con una promozione in B e una qualificazione play-off da neopromosso l’anno successivo.
Il futuro di entrambi si chiama in Serie A ma, sebbene la trama sia diversa, l’epilogo sarà il medesimo: Inzaghi sarà esonerato dal Bologna dopo solo 2 vittorie su 19 gare di campionato; Ventura, subentrato a D’Anna sulla panchina del Chievo, rassegnerà le dimissioni dopo solo 4 gare, proprio dopo aver conquistato il primo punto sulla panchina veneta nella gara contro il Bologna di Inzaghi (pari anche l'altro precedente: Torino - Milan 1-1 nel 2015).
Ora per i due una nuova chance con Benevento e Salernitana. Un’occasione da non fallire: per Inzaghi per dimostrare che quelli con Milan e Bologna sono stati solo degli incidenti di percorso e che il vero Inzaghi allenatore è quello di Venezia e dei successi con le giovanili milaniste; per Ventura per riconquistare quella dignità da allenatore smarrita dopo le ultime avventure non felici non solo dal punto di vista tecnico.
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