Per commentare il felice inizio di campionato del Benevento di Pippo Inzaghi, primo in classifica alla settima di Serie B, abbiamo contattato il giornalista Silver Mele che segue per Dazn i giallorossi in occasione delle gare al Ciro Vigorito:
Silver, alla settima giornata il Benevento di Inzaghi è primo, imbattuto e ha la miglior difesa della B. Numeri da grande squadra. Come valuti questo primo scorcio di campionato dei giallorossi?
“Mi aspettavo questo inizio da parte del Benevento. Scherzando con il Presidente Vigorito a Dimaro, in occasione dell’amichevole vinta negli ultimi minuti col Napoli, gli dissi: allora Presidente quest’anno per lo scudetto la squadra da battere è il Benevento. Lui rispose alla mia battuta con una risata che celava con difficoltà la consapevolezza di aver costruito una squadra che ha una grande compattezza. Quindi per me non è una sorpresa vedere i giallorossi primi in classifica. È una squadra davvero molto molto forte, mi sta piacendo Inzaghi per la gestione del gruppo e per come legge le partite e poi c’è un direttore sportivo straordinario. Pasquale (Foggia n.d.r.) è un ragazzo eccezionale, di grande competenza e con i contatti giusti. Non mi sorprende che il Benevento abbia raggiunto questi livelli perché ha tutto: un Presidente animato d’amore con grandi capacità economiche, un direttore di grande competenza e un allenatore che ha fame, un po’ come quando faceva gol da attaccante”.
- Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, il Benevento sembra non riuscire a esprimere al meglio il potenziale dei suoi attaccanti che, finora, hanno segnato un gol a testa. Credi sia solo casualità oppure c’è un “problema”?
“Non parlerei di problema, ci sono periodi in cui tutto viene facile e altri in cui invece devi soffrire perché non riesci a realizzare le palle gol che ti capitano. Penso che Inzaghi stia dosando molto bene Sau, Armenteros e Coda anche dal punto di vista dell’impiego. Coda non si può discutere perché è un lusso per la Serie B; Armenteros è un funambolo. Il gol che fece col Cosenza fu un qualcosa di meraviglioso. Voglio raccontare un aneddoto. Quando ci parlai nel post gara con il Cosenza mi disse che Inzaghi lo aveva chiamato per farlo entrare dicendogli: due minuti, fai gol e stiamo a posto. Ricordo che il Cosenza gli mise addosso un difensore che aveva accusato i crampi, lo stesso Armenteros mi confidò di aver notato le difficoltà dell’avversario e che quando sentì dalla panchina del Cosenza che chiedevano proprio a quest’ultimo di marcarlo a uomo, pensò: menomale! Poi c’è Sau che è determinante. Senza dimenticare Insigne e Improta che garantiscono rapidità e quantità al reparto di attacco. Per non parlare del centrocampo dove c’è Viola che è fortissimo e ti può risolvere le partite. Credo che, comunque, non ci saranno problemi in avanti, i gol arriveranno per tutti”.
“Non so come è la situazione tra la società e Massimo, sicuramente ne staranno parlando. È probabile che la società aspetti di vedere come va questo campionato, ma dall’altro lato anche il giocatore credo voglia capire qualcosa in più del suo futuro. Sono sicuro, però, che la questione del contratto non influisca sul suo rendimento e mi auguro possa rimanere perché lo merita. È uno che ha dato tantissimo per questa maglia”.
Tu da bordocampista Dazn hai avuto modo di vivere il Benevento di Bucchi e adesso questo di Inzaghi. Dal campo che differenze hai notato tra le due squadre? Questa attuale, anche per detta dei suoi interpreti, sembra più consapevole dei propri mezzi, più matura. Tu che sensazioni hai?
“Per definire questo nuovo Benevento di Inzaghi uso un termine preciso: attenta, è una squadra molto più attenta. Una squadra che sa quando deve chiudersi, senza esagerare e sa quando deve ripartire. È più equilibrata rispetto a quella di Bucchi. Con Christian (Bucchi n.d.r.), altro ragazzo eccezionale, tu perdi la finale play-off perché invece di gestire la vittoria dell’andata ti riversi all’attacco e becchi tre gol in ripartenza dal Cittadella. Vuol dire che non hai in testa la missione. Quante volte è successo l’anno scorso? Questa, invece, è una squadra più attenta, più cattiva, più cinica, più equilibrata. Questa è la squadra perfetta per andare in Serie A. Speriamo ci riesca. Questo ha portato Inzaghi, anche il suo essere famelico. Vederlo dalla panchina, a un metro, è un tarantolato, uno che sta lì che morde, che carica, uno che legge la partita, che la cambia quando la deve cambiare. Sicuramente è molto positivo l’approccio di Inzaghi”.
Dei meriti di Inzaghi si è detto già molto, ma probabilmente qualche riconoscimento andrebbe fatto anche per il lavoro del direttore sportivo Foggia di cui hai detto già tu di tua sponte in precedenza. Foggia che l’anno scorso ha ereditato una situazione complicata derivante dalla retrocessione dalla A, che ha avuto delle ripercussioni non solo a livello sportivo ma anche finanziario perché erano state affrontate delle spese importanti nel mese di gennaio. Oggi, dopo tre sessioni di mercato, abbiamo una rosa completamente stravolta, che al suo interno può vantare calciatori del calibro di Caldirola, Sau, Hetemaj, lo stesso Kragl. Tutti calciatori per i quali la società non ha speso nulla o quasi per il cartellino.
“Ho già detto la mia sul direttore prima. Lavoro di estrema qualità e di beneficio per le casse. Cosa volere di più da un direttore sportivo. Foggia li conosce tutti. Fa bene il Presidente Vigorito a tenerselo ben stretto”.
Tra i calciatori giunti nel Sannio con Foggia c’è anche Christian Maggio che tu conosci benissimo. Dopo le difficoltà della passata stagione, quest’anno anche i tifosi del Benevento stanno ammirando il vero Superbike e stanno cominciando ad amarlo, dopo un primo periodo di “conoscenza” diciamo così.
“Maggio è l’elogio stesso della professionalità, è un’icona. Non è un caso se trentasette anni riesci a stare a in campo per novanta minuti. Vuol dire che ti alleni come quando avevi vent’anni. Questo è il grande segreto di Maggio. È un valore aggiunto, non ci sono altre parole per descriverlo”.
Per quanto visto finora e per i valori della squadra, secondo te il Benevento è attrezzato per centrare la Serie A? Magari senza passare per i play-off?
“In verità, per la qualità dell’organico, il Benevento poteva e doveva centrare la promozione diretta, senza play-off, anche l’anno scorso. Chiaramente, quest’anno è quello l’obiettivo: vincere il campionato. Ancora non riesco a giudicare le avversarie. La serie B è un campionato particolare, molto lungo e i valori cambiano da una settimana a un’altra ma il Benevento ha tutto per andare in Serie A”.
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