Un derby si “deve” vincere, non c’è altra opzione contemplabile per i tifosi. Certo, assolutamente condivisibile, poi di fronte c’era un’avversaria storica come al Salernitana. Però, il nostro essere meritatamente primi in classifica, seppur in condominio, comporta degli obblighi di non poco conto. Bisogna essere sapienti ragionieri e fare calcoli per l’immediato ma anche per il futuro.

Il campionato prevede ancora ventinove partite da giocare. Di queste, nessuna sarà facile, e poco importa la classifica delle avversarie che, di volta in volta, noi andremo ad affrontare. Il trend è quello, nove partite già disputate credo che abbiano già “chiarito” quale sarà l’andamento complessivo di tutto il torneo, che sarà difficilissimo per tutti, fino all’ultima giornata.

Fare i calcoli si può e si deve, anche se in molti storcono il naso. Banale chiedersi: ma se Melara e i suoi avessero osato di più in attacco, scoprendosi, per subire la beffa in contropiede, cosa sarebbe accaduto dopo? Poteva starci, considerata l’assoluta qualità dell’avversaria e poi noi non possiamo essere talmente presuntuosi da pensare di potere “ammazzare” il campionato perchè così ci faremmo davvero molto male... La ricerca della vittoria e del primato solitario è legittima, auspicabile, ma bisogna conservare assoluta lucidità. Non è come “la volpe e l’uva”, ma la vetta della classifica autunnale a me interessa poco, è assolutamente illusorio...

Fare due calcoli: un punticino può sembrare striminzito, la gara tanto attesa al "Vigorito" non è stata di quelle da conservare nei ricordi calcistici, bruttina se consideriamo lo spettacolo offertoci sul rettangolo verde. Ma io penso già alla giornata di campionato che verrà. Il Benevento andrà ad Aversa, altro derby, contro una formazione niente affatto trascendentale ma che potrebbe tirar fuori le unghie, vista la loro situazione di classifica che diventa sempre più pericolosa. La Salernitana avrà in casa il Lecce, la squadra maggiormente accreditata per la vittoria finale di questo campionato 2014/15. Una vittoria, nostra, un pareggio, loro: lecito immaginare che potremmo trovarci da soli in vetta tra pochi giorni? Certo, è fantacalcio, ma perché non sperarlo? Poi, per noi, due turni casalinghi da sfruttare assolutamente e che potrebbero ancora di più blindare un eventuale primato. Che sarebbe comunque provvisorio.

Fate pure tutti gli scongiuri che volete, ma questo campionato è come un’enorme partita a scacchi. Bisogna ragionare, prevedere tutte le mosse possibili dell’avversario e rimanere freddi, lucidi, pronti a sfruttare ogni suo minimo errore. Chi si distrae o pensa di avercela già fatta ha già perso.

Il derby non è piaciuto a molti, soprattutto in casa giallorossa. Certo, la squadra di Fabio Brini è apparsa troppo bloccata, estremamente concentrata a non disattendere le consegne del "sergente di ferro" di Porto Sant’Elpidio. Ma non credo sia quello il problema. Anzi, questo vuol dire che il lavoro, comunque, dà i suoi frutti e la squadra segue i dettami dell’allenatore. Un ottimo segnale, credo, segnale evidente di un gruppo coeso. Ai tanti delusi vorrei far notare che, ancora una volta, la sfortuna ci ha messo lo zampino. Non è un appellarsi a qualche attenuante, è invece, una chiave di lettura necessaria per spiegarsi anche la gestione della gara dei giallorossi. Centrocampo in emergenza, l’uscita anzitempo di Som, il buon giro palla dei granata proprio nella zona nevralgica del campo che forse ha un pò irretito i nostri. Un arbitraggio vergognoso, e non è cosa da sottovalutare. Non è il senno di poi: si poteva tranquillamente vincere ma allo stesso tempo anche subire una beffa che avrebbe lasciato il segno. O no?

Un derby si deve vincere, ma così non è stato. Poco importa, il (momentaneo) dispiacere deve rimanere soltanto per il “campanile”. Classifica alla mano, noi siamo ancora in vetta, credo meritatamente e io voglio guardare lontano, diciamo al maggio del 2015... Il Benevento è forte, ha dimostrato compattezza, grande personalità, consapevolezza dei propri mezzi e, dulcis in fundo, di saper soffrire e lottare. Gli errori fanno parte – purtroppo - del gioco. Sbaglia l’attaccante o il difensore, qualche volta può sbagliare anche l’allenatore. L’importante è fare tesoro proprio dagli errori, che si fanno certamente lavorando e cercando di fare bene,  per commetterne sempre meno. Sul piano infortuni, poi, la malasorte è diventata una costante, purtroppo. Dobbiamo essere più forti di tutto, arriverà -finalmente!- il tempo in cui Brini potrà contare su tutti gli effettivi e schierare la migliore formazione possibile, magari quella da lui immaginata fin dal ritiro pre-campionato e che mai ha potuto schierare al meglio della condizione. Potremo solo migliorare, questa è una certezza che mi lascia assolutamente tranquillo. Accettiamo, allora, che né il Benevento e neppure altre squadre potranno "ammazzare" questo campionato, il primo posto bisognerà conquistarlo di forza.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Mar 21 ottobre 2014 alle 06:00
Autore: Marcello Mulè
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