DEAD OR ALIVE CI PENSA DR HOUSE

Leggo e sento voci in giro: "questa squadra è una squadra di morti!"


E come in un copione già scritto, nella notte di "halloween", notte dei morti viventi appunto, le luci si abbassano, i "morti" tornano in vita, e la "squadra di morti" vince! "tiè vafanculo và!!!"

E da burloni  auto-ironici quali sono, per i tifosi sanniti, complice anche il black-out elettrico, le battute si sprecano: "questi sono morti, ma  talmente morti, che è morto anche il generatore di corrente dell'impianto di illuminazione dello Stadio Ciro Vigorito".


Henry Louis Mencken, conosciuto come il "Saggio di Baltimora", diceva: "Un pessimista è uno che, quando sente profumo di fiori, si guarda in giro per vedere dov'è la bara."
Ma io, e la redazione di tuttobenevento.it, apparteniamo ancora alla categoria degli ottimisti.

Ma, approfondiamo...
Sarà che prendo tutto alla lettera, saranno i primi di novembre e le festività in occasione della commemorazione dei defunti a trarre in inganno, sarà che sono tifoso a prescindere, sarà che le parole del presidente Oreste Vigorito mi sono molto chiare (progetto a tre anni ecc.), sarà che sono degno rappresentante di ciò che viene volgarmente definito "Popolo Bue", ma secondo me ci troviamo chiaramente di fronte a un Giudizio Prognostico.
Ma come, sono morti e si allenano, giocano, occupano una maglietta, addirittura vincono? Ma,  La morte, non è una Diagnosi?!?

Non è possibile!
Eh Già, perché cari amici, se sono morti non giocano!!! ...Vero é che, se giocano, c'è da fare una sostanziale differenza tra "giocare" ed "occupare una maglietta", in realtà la prima è complementare alla seconda ma non viceversa. La nostra tesi imbastita è la seguente: "se giochi occupi una maglietta, non é detto che occupare una maglietta faccia di te un giocatore."
Ma allora, la questio resta, "questi" sono o non sono trapassati, defunti, estinti, cadaveri, enervati?! Morenti all'ultimo rantolo?  Che sia stata la classica "miglioria prima della morte" dovuta alla ricorrenza festiva o al fatal sospiro?


Oppure ci troviamo semplicemente a raccontar novelle su giocatori che, colti da amnesia generale cognitiva, momentaneamente hanno smesso di giocare e  che semplicemente al momento "occupano una maglietta"? Vero é che i risultati degli ultimi mesi e la posizione in classifica non aiutano a cercare di smentire la nefasta affermazione in epigrafe, o ad imbastire una doverosa quanto inefficace difesa d'ufficio, ma, come nostra abitudine, è oltremodo doveroso approfondire il tema "post mortem" in questione.

"...squadra di morti" dicevano. E vabbè, cerchiamo di capire meglio!

Con la locuzione "Accertamento di Morte" si intendono tutte le procedure medico-legali che si intraprendono per:
1) effettuare la diagnosi di morte
2) produrre la dichiarazione delle cause di morte
3) iniziare l'autopsia
4) autorizzare il prelievo di organi
5) autorizzare la sepoltura

Ebbene, se dovessero verificarsi in sequenza gli accadimenti di cui sopra potremmo, oltre ogni ragionevole dubbio, e nostro malgrado, asserire che ci troviamo difronte a "una defunta compagine sportiva formata da undici unità", "una squadra di morti" appunto!

La morte può essere definita in negativo, come la privazione di tutte le proprietà biologiche dell'essere vivente.
Se si fa eccezione per i casi di devastazione fisica (decapitazione, maciullamento, ecc.), la morte non si verifica mai in modo istantaneo, ma è un processo graduale.
La morte ha inizio con la cessazione irreversibile di tre funzioni:
A) cardiocircolatoria: morte clinica
B) respiratoria: morte reale
C) nervosa: morte legale

Prosegue con le trasformazioni e il degrado del cadavere e termina con la distruzione completa di ogni cellula dell'organismo (la morte biologica propriamente detta).
Con la morte la persona perde la sua capacità giuridica e diventa cadavere.

È considerato errato parlare di morte cardiaca, respiratoria o cerebrale: rappresentando la morte un evento unitario, da qualsiasi punto di vista la si veda, è più corretto parlare di criteri cardiologici, respiratori e neurologici.
Il momento centrale ai fini della diagnosi è costituito dal rilievo della cessazione di tutte le funzioni dell'encefalo, secondo la legge 578/93 del 29 dicembre 1993: Norme per l'accertamento e la certificazione di morte (GU n°5 dell'8 gennaio 1994).

Solo allora sarà del tutto inutile continuare a prestare assistenza a colui che ormai è un cadavere, a meno che non sussistano esigenze in materia di prelievo di organi, ma permetteteci, al momento i piedi di D'Anna, le mani di Baican e i capelli di Vacca, troverebbero difficilmente collocazione.

In sintesi, le condizioni necessarie affinché un soggetto sia dichiarato morto sono:
1) assenza di attività elettrica corticale. La misurazione va effettuata per almeno 30 minuti per 3 volte, usando la stessa striscia di carta.
2) prova di apnea: si valuta togliendo il respiratore al soggetto provocando una caduta del Ph ematico che di norma, tramite riflesso corticale, innesca una prolungata inspirazione involontaria (che è la stessa che porta a far riempire d'acqua i polmoni degli annegati). Perché la prova sia valida il Ph sanguigno deve essere minore di 7,4, e la pressione parziale di anidride carbonica maggiore di 60 mmHg (valutati tramite emogasanalisi).
3) rivelazione dei riflessi dei nervi cranici, che devono essere tutti assenti.

È necessario qui sottolineare che la morte è una diagnosi, e in nessun caso deve essere un giudizio prognostico.

Detto ciò, e visti gli articoli di legge di cui sopra, si consolino i pessimisti, i gufi, i vedo nero a tutti i costi sempre, gli autolesionisti, i masochisti ecc.: con i parametri vitali attuali in possesso del Team di Simonelli non si può parlare, almeno tecnicamente, di 11 defunti, ma la diagnosi si sposta tuttalpiù sul "gravemente ammalati", e quindi non ci resta che prestare le urgentissime cure del caso affidandoci a colui che è vero luminare in campo medico.

La Società ha sempre mirato all'eccellenza e quindi suggerisco, data anche la somiglianza impressionante con mister Gianni Simonelli (vedi foto) di ingaggiare il non plus ultra di categoria, l'esperto di casi impossibili ed inspiegabili, colui che, con metodi ed atteggiamenti poco ortodossi, riesce nel bene o nel male a risolvere ogni intrigo riscrivendo continuamente la letteratura medica, richiamando dall'Ade i casi senza speranza: il nostro uomo é Lui, il famoso dr. Gregory House, o meglio conosciuto Dr HOUSE.

Per capire al meglio le nostre esigenze di seguito un cenno sulla fortunata serie televisiva:
Dr. House - Medical Division (House, M.D.) è una serie televisiva statunitense ideata da David Shore e Paul Attanasio e trasmessa da Fox a partire dal 2004; l'emittente televisiva ha ufficialmente accreditato Shore come creatore. La serie è incentrata attorno al ruolo del dottor Gregory House, un medico poco convenzionale ma dotato di grande capacità ed esperienza, a capo di una squadra di medicina diagnostica presso il fittizio ospedale universitario Princeton-Plainsboro Teaching Hospital, nel New Jersey.

La serie trae ispirazione dai gialli del celebre detective Sherlock Holmes: in ogni episodio ha luogo un giallo diverso (come in casa giallorossa) che il protagonista, attraverso la proprie capacità mediche e deduttive, deve districare basandosi su vari indizi, spesso poco evidenti; infine egli riesce quasi sempre a risolvere il puzzle medico ed a salvare il paziente. I misteri medici sono invece stati ispirati da una rubrica del New York Times dedicata ai casi clinici particolarmente problematici.

Per i non appassionati della fortunata serie televisiva un breve cenno su Gregory House, interpretato da Hugh Laurie.
Primario del reparto di medicina diagnostica, specializzato in nefrologia e infettivologia. Si presenta con un atteggiamento burbero, menefreghista, pigro nei confronti dei suoi colleghi e dei suoi pazienti, giustificando parzialmente i suoi atteggiamenti per via di una menomazione della gamba destra, dovuta ad una diagnosi sbagliata, che gli impedisce di camminare correttamente, postumi di un infarto che gli ha causato la perdita di una percentuale del muscolo del quadricipite e una necrosi dei tessuti nervosi che risfocia in un dolore cronico. Combatte questo dolore con un potente analgesico a base oppiacea chiamato Vicodin, al quale ormai è completamente assuefatto.
Anche se nell'essenza è comunque un individuo coscienzioso ed estremamente sensibile, non ama visitare i suoi pazienti, lo fa solo se costretto dalle situazioni, giustificando il suo comportamento con la celebre frase everybody lies (tutti mentono).

Somiglianze e fisionomie a parte, probabilmente, non é dr.House la soluzione al problema, l'esperienza insegna che in questi casi la tranquillità, la tolleranza, la fiducia, l'affetto dei tifosi, la comprensione degli addetti ai lavori e non ultima la pazienza, fungono da panacea di tutti i mali e sono di gran lunga più efficaci di terapie d'urto, TAC, Risonanze magnetiche nucleari, sedute Mediche specialistiche e prolungate cure ospedaliere.
Anche se non bisogna cadere nell'accanimento terapeutico, una soluzione la si deve pur cercare, ma soprattutto la si deve trovare, ed al più presto, perché con il trascorrere del tempo rischiamo di passare inevitabilmente dagli 11 presunti defunti agli oltre 5.000 elettrocardiogramma piatti. I cuori dei tifosi sanniti sono già estremamente provati dalle numerose delusioni passate per non parlare del sistema nervoso al limite del collasso!

A volte si sa la "cura" è peggiore della malattia, e del resto, e per tutto il resto, non ci resta che restare con un po' di Erba 'ntrattieni...!

Sezione: L'erba 'ntrattieni / Data: Mer 02 novembre 2011 alle 22:32
Autore: Redazione TuttoBenevento
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