Quando vivere lontani dalla propria terra diventa un privilegio”.

Potrebbe iniziare così questa mia personalissima riflessione su un’emozione che mai avevo  vissuto prima, né  pensavo di dover provare più in vita mia.

Riflessione che prende linfa e spunto dalla festa degli “Stregoni del Nord”,  tenutasi ad inizio settimana, alla quale ho avuto l’onore ed il privilegio di essere invitato a partecipare quale commensale e della quale il “Pinturicchio della penna”, il fraterno amico Marcello Mulè, che con me ha convissuto l’esperienza, ha già esaurientemente tratto e descritto i contorni e le sfumature in uno dei suoi tanti, splendidi “dipinti”.

Tralascio la descrizione dell’enorme emozione che ho provato semplicemente perché non sarei in grado di descriverla adeguatamente e di trasmetterla,  per quanto essa sia stata forte ed intensa.

Già nel corso della splendida serata, a seguire nella mia stanza d’albergo, fino al giorno successivo durante il mio viaggio di ritorno a Napoli,  mi sono fermato a riflettere.

Dalla notte dei tempi, e da quando esiste, l’uomo è orientato a muoversi dalla terra in cui nasce per spostarsi in un luogo apparentemente migliore o, quantomeno, che tale appaia ai suoi occhi. Spesso per motivi lavorativi, un po’ meno per questioni ideologiche. Talvolta per mettersi alla prova o perché la sua terra non gli offre grosse possibilità.  Spesso, semplicemente, per seguire i propri cari.

Non importa, però, quali siano i motivi, ma una cosa è certa: egli non rinnegherà  mai le sue radici. Quelle radici che scendono così in profondità nella terra e che nessuno  riuscirà mai ad estirpare. Anche se gli eventi della vita lo spingono lontano, egli sentirà sempre il bisogno di “tornare alle origini”. Quando può, quando gli capita, corre da Lei, dalla “sua” Terra,  per respirare quell’aria così particolare, quei profumi così intensi che hanno impregnato l’anima della sua infanzia, della  sua adolescenza. Sente il bisogno di corroborarsi per ritrovare la forza di proseguire nel cammino della vita.

E tutto questo fino alla fine dei suoi giorni.

Quando, invece,  non può, per vari motivi, egli è alla ricerca di qualcuno, o qualcosa, che in un certo qual modo lo faccia sentire “agganciato” alla terra natìa, che lo possa far sentire ancorato alle sue radici. Cerca, insomma, nuovi “punti di riferimento”

Dev’essere senz’altro  questo -  ho pensato -  lo spirito che ha “animato” i tanti Sanniti sparsi  per il Nord d’Italia, sotto lo spunto propulsivo di Vittorio, che li ha indotti ad aggregarsi,  a “fraternizzare”, al di là di ogni estrazione sociale e livello culturale. Professionisti, imprenditori, lavoratori, studenti, disoccupati, tutti accomunati da un unico comun denominatore, l’amore per la propria squadra di calcio  ma, direi, soprattutto per la propria Terra. Quello spirito che non sempre, purtroppo, pervade chi, in quella stessa Terra, ha la fortuna di continuare a vivere, anche se questo, sotto certi aspetti, è ampiamente comprensibile: niente ha più valore di una cosa che ti manca.

Tutto questo, credetemi, lo si avvertiva sulla pelle. Si poteva “toccare con mano”. Chiunque avesse potuto avere  la fortuna e, aggiungerei, l’onore di essere presente a quella cena, avrebbe potuto constatarlo di persona.

Gli “Stregoni del Nord” hanno fortemente voluto, a proprie spese, che la società Benevento Calcio, con in testa il Presidente Vigorito, partecipasse alla “loro” festa. E la società ha “risposto” come meglio non avrebbe potuto, onorando l’invito con sentita e sincera partecipazione.  Calciatori compresi.

Esser costretto a “lasciare” il proprio Paese, dov’erano le (poche) certezze che riempivano la tua vita, significa dover cercare quegli stessi sentimenti in un luogo nuovo, asettico, dove il più delle volte non hai un passato da ricordare. La “nostalgia”, se vissuta in modo intenso, diventa così un sentimento doloroso che sfocia in un malessere sia psicologico che fisico. Il malessere si trasforma, in alcuni casi, in un forte attaccamento alle proprie origini e dà un senso di appartenenza molto intenso, spesso superiore rispetto a quello espresso dai concittadini “residenti”.

E cerchi disperatamente il “tuo simile”, lo rincorri, ti associ con lui per condividere gioie, dolori, sentimenti, passioni ed amori.

Anche se amore è semplicemente una squadra di calcio.

Ecco perchè la festa degli Stregoni del Nord è un po' anche di tutti noi, di tutti coloro che sono uniti in un'unica passione, quella per i colori giallorossi; di noi che, al contrario dei nostri fratelli trapiantati al Settentrione,  abbiamo soltanto la fortuna di vivere nei nostri confini.

Perché vivere lontani dalla propria Terra non potrà mai essere un privilegio.

Sezione: PUNTI DI VISTA / Data: Mer 19 novembre 2014 alle 19:36
Autore: Andrea Bardi
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