Se pure una vecchia volpe come il sindaco di Benevento Mastella apre il suo insolito messaggio televisivo domenicale al popolo beneventano citando la quaterna messa a segno dagli Stregoni, allora vuol dire che davvero questa città vive ormai di pane e pallone. Le parole del primo cittadino chiudono un weekend che definire sui generis è davvero poco, cominciato con un grigio e piovigginoso pomeriggio novembrino in cui si consuma l'inedito ed impensabile derby tra Renzi e Ciciretti (chi ne sia uscito vincitore decidetelo voi, per me come potete immaginare non c'è stata partita...), in cui nella eternamente sonnacchiosa Benevento vola persino qualche lacrimogeno e nel corso del quale i giallorossi di mister Baroni centrano l'incredibile quarta vittoria consecutiva, roba che in B ai comuni mortali capita giusto una volta in stagione, al massimo due. Poi arriva il sindaco all'ora di pranzo del dì di festa e per addolcire l'amara pillola di un dissesto (pare) ormai alle porte distilla un po' di buonumore citando le gesta di Lucioni e compagni che fanno cadere la città (contrade comprese, vero sindaco?) in un dolce brodo di giuggiole. Chissà se Mastella in settimana era stato informato delle fandonie siderali rimbalzate sui siti bresciani che, col cannone del pregiudizio a tutti i costi, da quelle parti perennemente puntato verso sud, avevano sparato un po' di spazzatura a buon mercato farneticando di una squadra tirata su con la compiacenza di ignoti poteri forti locali impersonificati dal marchio sbrigativo di “Mastella & Co., per tacere poi di Benevento risalito in B dopo anni (ma quando mai...), di Molise e di una città pressochè irraggiungibile. Insomma saranno pure i nonni della B, ma noi debuttanti da loro, mi sembra di capire, abbiamo ben poco da imparare, anzi direi proprio nulla.

La Strega si è messa d'impegno sabato e per smentire di essere una creatura (di) Clemente (con la minuscola o maiuscola fate voi) ha pensato bene di mostrare il volto più cattivo che ha. Saia di Palermo non ha fatto in tempo a dare il fischio d'inizio che 11 belve assatanate si sono impossessate del campo e del pallone martellando ai fianchi i piccoli marinai della ciurma di capitan Caracciolo, magari anche bravini ma ancora decisamente acerbi, che in mezzora si sono ubriacati di Strega e hanno cominciato a menare a casaccio. Se col Cittadella il Benevento ha dovuto e saputo soffrire sferrando la zampata velenosa nel finale, col Brescia il copione gli imponeva di fare la partita e i giallorossi non si sono tirati indietro, con un Chisbah formato extralusso che abbina le due fasi come solo i grandi centrocampisti sanno fare, con un Falco che sta sbocciando come uomo squadra dalla grande tecnica, per la solita tignosa difesa che è la base fondamentale di tutti questi successi. “Io non mi accontento mai e neanche i miei ragazzi devono farlo...mai”, questa le parole più significative di Baroni a fine partita, tra quali non faccio fatica a rintracciare evidenti segnali di juventinità, filosofia di pensiero dove la vittoria è il dogma principe. Sì, oggettivamente ora il rischio è quello, che all'improvviso questa squadra, a cui prima di tutto si chiedono i 50 punti, possa sentirsi inopinatamente appagata e mollare anche per un attimo, cioè quel che basta e avanza in questo campionato a folle velocità che è la B per ritrovarsi nel pantano di risultati che non arrivano. La Strega ha dimostrato che in B ci può stare, ora è chiamata ad un altro passo avanti, dimostrare a sé stessa e agli altri che le vittorie in serie non le annebbiano la vista ed il cervello.

Inutile girarci intorno, l'osservato speciale di sabato era il 10 giallorosso Ciciretti. Per la serie nel calcio le favole esistono il biondino romano un anno fa di questi tempi scaldava molto più la panca che la fantasia dei tifosi, oggi è a uno stage della nazionale a Coverciano, forse più un evento simbolico che altro, ma comunque un segnale. Peccato che il tutto sia stato preceduto da presunte soffiate di mercato, articoloni e foto sui giornali, servizi della Rai, insomma un tam tam mediatico francamente così esagerato da diventare nocivo. Premessa fondamentale: a Ciciretti voglio (e penso vogliamo) un gran bene e, come per Cragno, saremo felicissimi di vederlo partire a fine stagione per andare là dove merita di stare, cioè in serie A. Mi dispiacerebbe molto accorgermi che intorno a lui ci sia qualcuno che invece non è dello stesso avviso e orchestra un bombardamento mediatico che può avere un solo effetto: rovinare un talento che già una volta a Roma è stato a un passo dal perdersi definitivamente...ma naturalmente mi auguro di sbagliarmi per il bene di Amato, per la sua crescita tattica e mentale (che dovrà essere ancora consistente) e anche per la società giallorossa che meriterebbe di goderselo fino a giugno per poi consegnarlo pronto e maturo al grande calcio. Se poi le sirene e gli interessi di qualcuno prevarranno nessun rancore, da queste parti non si usa con chi ha vestito il giallorosso sudando la maglia e Ciciretti è uno di questi.

Il campionato incombe e sabato si torna nel profondo nord, al glorioso Menti di Vicenza, testimone della grande epopea del Lanerossi Vicenza e di campioni come Paolo Rossi e Roby Baggio. Non è una prima assoluta, già nel Ferragosto del 2010 in un match di Coppa Italia la Strega fece capolino da quelle parti. Il Vicenza, che ha già cambiato allenatore, si affida alla grinta di mister Bisoli per centrare una salvezza difficile ma soprattutto ai piedi buoni del barese Bellomo, vero ago della bilancia della squadra, ai gol del bomber Raicevic e all'esperienza del campione del mondo Zaccardo. Come al solito ci sarà da combattere e ci sarà bisogno della Strega versione cattiva, anzi di più.

In conclusione un saluto di consolazione a tre immaginari tifosi, ma mica poi tanto: uno del Brescia, che magari aveva acquistato il biglietto aereo per venire a Benevento e il venerdì pomeriggio ha scoperto che lo poteva buttare nel cestino, uno dell'Ascoli, che si stava organizzando per seguire la sua squadra del cuore a Pescara salvo fare retromarcia all'ultimo istante e, dulcis in fundo, a uno del Trapani che, secondo qualcuno, alle 3 del pomeriggio del 24 dicembre dovrebbe andarsene in trasferta a Cesena a seguire la squadra del cuore...caro presidente Abodi, ma questo non è (sarebbe meglio dire era...) il campionato degli italiani? Già, ma forse solo di quelli con la parabola...

Un abbraccio a tutti, a mercoledì prossimo e come sempre FORZA BENEVENTO!!!

 

Sezione: VISTO DA EST / Data: Mer 23 novembre 2016 alle 08:00
Autore: Antonio De Ianni
vedi letture
Print