Bari, breve cronaca di un venerdì mattina qualsiasi. Manca qualche minuto alle 8, prendo in spalla lo zaino di mio figlio, troppo pesante per essere in terza elementare, e con tono perentorio gli dico: “Andrea, muoviti che scendiamo un po’ prima, papà prima di lasciarti a scuola deve fare una cosa…”. Andrea abbozza, fuori pioviggina e manco mi chiede. Scendiamo in strada: “Papà la scuola è di là…”, “Aspetta” gli dico, “facciamo un salto veloce in edicola”…lo sguardo di Andrea si illumina, già pregusta una di quelle insulse bustine di cui casa già trabocca… “Michele dammi il Corriere dello Sport”, butto lì al mio edicolante di fiducia e appena lo ho tra le mani Andrea capisce che oggi la bustina rimarrà un pio desiderio… “Inchiesta – Benevento la squadra che strega la serie B”, con tanto di foto di Ciciretti che sfoggia la tuta azzurra fiammante della nazionale. Sapevo, come tutti, di questa iniziativa del CorSport, ma trovarmela lì, di spalla in prima pagina mi illumina gli occhi e mi viene fuori un sorriso a 32 denti o forse di più… “Ah ho capito, c’è qualcosa sul Benevento…” sospira sconsolato mio figlio, capendo che ormai papà non connette più e quindi addio bustina. Faccio una foto del titolo e all’istante la spedisco in ogni angolo d’Italia ai vari cuori giallorossi che soffrono della mia stessa malattia, un rapido sguardo alle due paginone dedicate alla Strega (che dire…uno spettacolo) e mi avvio verso la scuola. Tra me penso: sai che soddisfazione per Oreste Vigorito questo reportage sul mondo giallorosso! Penso agli anni neri, a quelli “del non vincete mai”, a Postiglione e al biscottone senza vergogna in salsa potentina, al Gallipoli dei miracoli (?) e alle telefonate che allungano la vita del (fu) principe Giannini, alla faccia da bullo da strapazzo di Paoloni che pontificava “a Benevento scommettono tutti, anche il presidente….” E penso che il tempo alla fine è galantuomo: questa gente dal mondo del calcio è stata tutta spazzata via, mentre oggi Oreste e Ciro sono sulle pagine di un quotidiano sportivo nazionale che li elegge come un esempio di società seria e lungimirante. Il Gladiatore può perdere qualche battaglia come l’incredibile finale col Crotone, può essere sbeffeggiato con 76 punti in classifica da chi ne ha fatti 80, un rospo che ancora oggi fatica a scendere perché buoni sì ma fessi no….ma alla fine il Gladiatore la sua rivincita se la riprende e il suo sapore credetemi è forte, intenso, come quello di un sorso di Strega. Il suono della campanella della scuola mi riporta sulla terra, metto lo zainetto in spalla ad Andrea, una carezza e via: “Ciao Andrea, fai il bravo, dai che oggi è venerdì e poi c’è il fine settimana…”…mentre lui sparisce in mezzo ai compagni di classe. Non è un venerdì qualsiasi, perché questo 2016 non è un anno qualsiasi, perché quei due colori non sono due colori qualsiasi…meno male che devo correre alla macchina, il traffico, l’ufficio, la pioggia altrimenti mi metterei a gridarlo per strada, meno male davvero… Questo il succulento antipasto del venerdì, poi è arrivato il piatto insipido e amaragnolo del sabato col pareggio strappato al Menti di Vicenza, dove ha rischiato di andare in onda il film horror visto qualche settimana fa mille chilometri più a sud, in quel di Trapani. Intendiamoci, è ormai chiaro che in un percorso eterno di 42 partite che logora inevitabilmente nervi e muscoli giornate così sono da mettere in conto e la teoria del “meglio ferito che morto” va applicata senza andare per il sottile. E per il Benevento in questi casi non rimane che fidare sulle consolidate certezze difensive, che in momenti grami rimangono l'appiglio sicuro, muovere comunque la classifica e crescere in convinzione ed autostima che, non dimentichiamolo mai, per una matricola debuttante sono un carburante formidabile. Archiviata Vicenza senza troppi retropensieri, il calendario riserva al Benevento il secondo Monday Night stagionale, il primo tra le mura amiche del Ciro Vigorito e alle presumibili, rigide temperature serali del dicembre beneventano. Alle porte c’è la terza (dopo Spezia e Brescia) ed ultima sfida inedita di questa prima stagione di B, quella al Cesena dell’ex (per nulla rimpianto) Camplone. 13 campionati di A alle spalle legati alla dinastia dei Lugaresi e l’epopea dei mitici anni 80 col volto di Piraccini storica figurina Panini impressa nella memoria dei 40enni (e più) come me e un presente imprevedibilmente difficile. Il Cesena era partito con altre ambizioni, il presidente Lugaresi in estate era stato l’unico a tuonare (giustamente) contro gli squilibri del paracadute concesso alle retrocesse e oggi la sua squadra si trova inopinatamente nei bassifondi della classifica, appesa alla luna (a corrente alternata) del fantasista marcianisano Camillo Ciano, del bomber bosniaco Djuric e del gioiellino Garritano e con l’esonero di Drago già messo in archivio. Ma si sa il campo è una cosa, la classifica un’altra, per cui, come al solito, antenne dritte, anzi di più. Per concludere un abbraccio ai fratelli Pino ed Enzo, due supertifosi giallorossi. Loro sono andati via poco più che ventenni da Benevento tanti anni fa, emigrati a Milano ed Udine, dove hanno costruito le loro vite e le loro splendide famiglie. Nè la lontananza, né qualche ruga, nè i capelli bianchi hanno minimamente scalfito il loro amore per la città di origine e per quello che alla grande la rappresenta, la squadra di calcio. Sabato non hanno resistito e si sono incontrati a Vicenza per assistere dal vivo alla loro prima partita del Benevento in B. Un Benevento poco brillante? Un pareggino stiracchiato? Per loro contava solo riempirsi gli occhi di quei colori, sentirsi di nuovo beneventani al 100% e orgogliosi di esserlo in una maniera così potente come mai successo in questi lunghi anni. E poi c'è chi dice ancora che la Strega non fa magìe...e voi questa come la chiamereste? Un saluto a tutti, appuntamento a mercoledì prossimo e come sempre FORZA BENEVENTO!!!

Sezione: VISTO DA EST / Data: Mer 30 novembre 2016 alle 08:00
Autore: Antonio De Ianni
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