Quello con l'Avellino aveva assunto già alla vigilia i crismi di un vero e proprio esame di maturità per il Benevento di Baroni. Perchè capitato a soli 4 giorni dalla prestazione a tutto gas col Cesena che aveva prosciugato una bella riserva di energie fisiche e nervose e perchè ad Avellino, dopo l'atteggiamento un po' snob degli anni addietro, stavolta il derby con i “peones” del Benevento l'avevano preparato a dovere, con tanto di spargimento di sale allo stadio, seduta a porte aperte nel dì di festa con annesso scontato di bagno di folla, squadra chiamata a rapporto ecc ecc...insomma, il classico clichè dei derby. In Irpinia i ricordi di quelli col Napoli cominciano ad essere evidentemente troppo sbiaditi e quella sufficienza nei confronti del Benevento, in un recente passato sbandierata a più non posso, è andata a farsi benedire. Che dire i tempi cambiano anche all'ombra del Santuario di Montevergine... Anzi ai “miracolati” dirimpettai giallorossi è stato dedicato addirittura un chilometrico striscione che partiva nei pressi di Atripalda e terminava nella Curva Sud del Partenio...impensabile fino a qualche anno fa, che onore, davvero grazie di cuore!!! In campo tutto questo si è tradotto in un Avellino che, a dispetto dei mezzi tecnici limitati, come da copione, ha sputato l'anima. Lucioni e compagni hanno toppato l'avvio, hanno preso un gol tanto bello quanto evitabilissimo, hanno sofferto ma non si sono mai disuniti e alla fine, in una gara diventata melmosa come le sabbie mobili, hanno ricavato il massimo possibile, cioè un punto che allunga la serie positiva, infonde ulteriore fiducia, ci fa ritrovare una pedina preziosa come Cissè (tornato al gol dopo il pomeriggio magico del 30 aprile) ma soprattutto ci fa dire che questo Benevento sì, adesso è una squadra anche matura, che non vuol dire perfetta (ma nessuno lo è e i risultati dello scorso weekend lo dimostrano chiaramente...) ma che sa gestire anche i momenti no e le situazioni più intricate ed Avellino, per mille motivi, era una di queste.
Nella settimana pre-derby anche un inedito assoluto: una rivendita che “coraggiosamente”, per protesta contro i pochi biglietti messi a disposizione, decide di non vendere i tagliandi, rinunciando volontariamente ad un incasso (magari esiguo ma sempre di incasso si tratta...), il tutto “per rispetto dei tifosi”, come testualmente citato in un comunicato. In passato, in occasioni simili, si ricordano proteste istituzionali, comunicati dei tifosi e quant'altro, ora una rivendita, cioè un privato, assume a suo carico, in maniera “ammirevole”, il compito di tutelare, per quanto possibile, i tifosi giallorossi. Da semplice tifoso (orgogliosissimo di esserlo, avendo riposto anni fa nel cassetto, senza rimpianti, velleità giornalistiche) in ottica futura mi auguro, sempre per il valore fondamentale del rispetto dei tifosi (di tutti ovviamente...a cominciare da quelli della provincia), che in occasione della prossima campagna abbonamenti per la serie B (o magari chissà...), la città e la provincia siano disseminate di punti dove abbonarsi e sia possibile anche abbonarsi on line (come accade ad esempio qui a Bari), per venire incontro anche a quelli che oggi sono solo potenziali tifosi...più in là se ne riparlerà...intanto godiamoci questa Strega che ha superato l'esame di maturità. Quello di laurea? Per ora non ci pensiamo, così come non pensiamo alla classifica, anche perchè per commentarla basta un semplice...senza parole, superfluo aggiungere altro.
Domenica, all’ora che per gli inglesi è quella del tè, nel consolidato fortino del Vigorito (ormai i telecronisti Sky lo ripetono ogni due per tre nelle loro telecronache…) arriva l’Ascoli di mister Aglietti. E, come in ogni occasione che i bianconeri marchigiani fanno capolino da queste parti, torna alla mente la festa del 30 settembre 1979, l’inaugurazione del Santa Colomba proprio con una amichevole col Picchio. Era l’Ascoli dell’epopea d’ora del mitico Costantino Rozzi e dei suoi calzini rossi, del mezzobusto Tonino Carino da Ascoli divenuto una figura per certi versi mitologica della tv italiana. Oggi la A è un lontano ricordo, il Picchio naviga ai limiti della zona rossa della classifica, in un campionato reso ancora più difficile dal terribile sisma che ha colpito il centro Italia, con il pubblico bianconero che solo la settimana scorsa ha potuto riabbracciare i propri beniamini in un Del Duca finalmente in sicurezza. In campo Andrea Mengoni, un ex che ha lasciato bei ricordi nel Sannio e soprattutto quel Daniele Cacia, in estate accostato insistentemente al Benevento, 125 reti in B, a 10 dal primatista assoluto Stefan Schwoch, che allo scorso mercato poteva scegliere di andare ovunque e che invece ha scelto di restare ad Ascoli, dove ha trovato la sua giusta dimensione personale e calcistica. Per la super difesa giallorossa dopo Nenè, Granoche Caracciolo, Avenatti, Raicevic, Djiuric, Ardemagni un altro cliente difficile, ma siamo sicuri che a preoccuparsi ora debbano essere Lucioni e compagni?
Per chiudere una riflessione sulla vicenda societaria del Pisa finalmente giunta a una felice conclusione. Situazione talmente ingarbugliata, inusitatamente protrattasi nel tempo e che ha assunto toni per certi versi tragicomici. Impossibile capirci più di tanto dall’esterno e dubito che anche a Pisa abbiano chiaro in testa cosa sia successo in questi mesi, se non gli appelli via via più disperati di mister Gattuso. Quel che fa specie e va rimarcato, a mio avviso, sono le decisioni e il ruolo assunto in tutta la vicenda dalla Lega di B ed in particolare dal suo onnipresente e loquace presidente Abodi. Che la Lega rinvii la prima di campionato e gestisca il passaggio di quote societarie di una delle sue affiliate a me può stare anche bene specie se tutto ciò serve a riportare serenità nell’ambiente pisano, dà garanzie ai tifosi del Pisa e al campionato. Ma la domanda sorge spontanea: creato il precedente ora sarà sempre così, per qualunque società, magari a campionato in corso, si trovi a vivere una fase di trapasso societario, con annessi rinvvi di partite e quant’altro? O forse (ma proprio forse….) nel caso del Pisa qualcuno aveva da farsi perdonare qualcosa per quell’inspiegabile mancato ripescaggio del 2014? Pardon, sta per arrivare Natale e a pensare male si fa peccato…però come diceva qualcuno ci si azzecca…sarà davvero così anche in questo caso?
Un saluto a tutti, appuntamento a mercoledì prossimo e come sempre FORZA BENEVENTO!!!
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