Se il veleno buttato giù sui traballanti tubi innocenti del settore ospiti del Matusa di Frosinone nel pomeriggio del 24 dicembre aveva reso amarognoli gli spaghetti alle vongole del cenone della vigilia di Natale, la camomilla al cianuro sorbita nel sonnacchioso e, per certi versi, allucinante pomeriggio di Cittadella regalerà un sapore leggermente acre alla cioccolata delle uova di Pasqua (magari quelle griffate Benevento Calcio...) che ci accingiamo a scartare domenica prossima. E denominatore comune sempre infidi tubi innocenti, quelli che ogni volta che li ritrovi su un campo di serie B ti chiedi cosa avessero bevuto di pesante gli ispettori di Lega quando sono venuti a Benevento e hanno penosamente cominciato a fare le pulci al Vigorito. Misteri di questa Lega B che ora non ha neanche un presidente, che ha piazzato un ingorgo di partite nel penultimo mese di campionato, assestando l'ultima mazzata ai muscoli e ai nervi di quelli che in campo ci vanno con un generale, totale, enorme scadimento del livello spettacolare (si fa per dire...) delle partite, già non eccelso nei mesi scorsi, figuriamoci ora, che i punti, come si suol dire, sono pesanti come macigni.
Poi arriva un pomeriggio come quello di Cittadella e ti sembra di salire su una macchina del tempo che ti riporta indietro di un anno, in piena Lega Pro. Lo stadiolo veneto sembra una trasposizione geografica di un Marcello Torre di Pagani qualsiasi, il pubblico in formato quasi parrocchiale è in stile Lupa Roma o giù di lì, un giovincello tremante e spocchioso vestito da arbitro che sembra il sosia di un Cifelli di Campobasso qualunque (quello dei cartellini “ad capocchiam” per intenderci...) e poi che dire dell'avversario....un girone dopo assistiamo alla miracolosa metamorfosi del mitico “Citta”, che dalla macchina da guerra ammirata al Vigorito si trasforma in una banda di furbacchioni dedita alla più bieca “paraculaggine” calcistica, al cui confronto il mitico Marruocco (portiere della Paganese, eccola che rispunta...) diventa un dilettante della sceneggiata perditempo. 99 minuti di gioco sulla carta, 40 effettivi e il mister dei locali Venturato che in sala stampa (un prefabbricato probabilmente...) con faccia bronzea butta lì: “Abbiamo dato un bel segnale...”. Chissà di cosa stesse parlando il brizzolato tecnico granata, di calcio non credo visto che la sua squadra si è impegnata a fondo perchè non se ne vedesse affatto, riuscendoci peraltro brillantemente. “Complice” dell'elettrizzante (!) pomeriggio padovano il fiacco e monocorde cronista Sky, che probabilmente se avesse potuto avrebbe abbandonato quello scempio di feriti gravi perennemente stramazzanti al suolo, dedicandosi ad una sana passeggiata sui Colli Euganei, usando il microfono come arma di autofustigazione alla Tafazzi…
E il Benevento in tutto questo? Prima prende il solito gollettino da polli che mette la strada inevitabilmente in salita, crea le sue pallettine gol che di questi tempi legittimerebbero ampiamente il pareggio salvo poi liquefarsi nel secondo tempo, un po' per il primo vero calore primaverile, un po' per il classico pedaggio da pagare nella settimana delle 3 partite, un po' per la ormai arcinota palla al piede della rosa ai minimi termini frutto di quel mese di gennaio che ad ogni sconfitta viene tirato puntualmente in ballo, giustamente ed inevitabilmente aggiungerei io. Tra infortuni vari ed acciacchi generalizzati mister Baroni ha definitivamente messo da parte le bollicine del Benevento frizzante di inizio stagione. Dal caviale è come se si fosse passati al pane e salame e la scelta ha pagato con l'uscita dal tunnel e un bottino di 6 punti nella settimana del tour de force, nel quale onestamente non avrei sperato. La battuta d'arresto di Cittadella insegna che le scelte sugli uomini da mandare in campo ora vanno ponderate al massimo e che elementi come Cibsah e Cissè in questo momento per motivi tecnici, tattici e non solo rischiano di essere seriamente un problema più che una risorsa. Il mister è stato bravo a cucire un abito più adatto a questa fase del campionato, in cui tutti hanno messo in cantina il fioretto e tirano di sciabola. Ora, in quest'ultimo mese di campionato, con 7 partite in calendario, a lui il compito di mettere in campo gli uomini migliori, carpendone al meglio le condizioni fisiche, psicologiche e l'utilità tattica. L'incidente di Cittadella è passato quasi indenne, ma i playoff restano in bilico, sia per l'affollamento nel gruppetto delle aspiranti sia per questo distacco dalle 3 battistrada che fa pericolosamente da elastico e che, regolamento alla mano, rischia di essere un incubo fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata.
Nel frattempo è finalmente tornata a farsi sentire, a più riprese dagli schermi della tv di casa e poi in maniera decisamente inedita sui social, la voce del presidente Vigorito, volutamente tenutosi in disparte, dal punto di vista mediatico, in questa stagione di debutto in serie B. La carica umana ed emozionale che il presidente riesce a regalare ogni volta che parla pubblicamente è un toccasana per tutto l'ambiente, ammortizza delusioni e annacqua critiche e divisioni. Stavolta il presidente è andato, se possibile, anche oltre, rivelando che dal mese di gennaio la società è tornata al 100% di sua proprietà, notizia non da poco. Con l'avvio della B e la magia del nuovo campionato ovviamente noi tifosi, piacevolmente distratti dalle prodezze di Ciciretti e compagnia, da una classifica da sogno e dalle curve della Diletta nazionale, avevamo quasi dimenticato questo aspetto non da poco. Eppure a gennaio, come confidato tra le righe da Oreste Vigorito, si è vissuto un delicato passaggio che da un lato rischiara il futuro di questa società e dall'altro può giustificare (almeno parzialmente...) la deleteria impasse registrata nel mercato di riparazione. Di sicuro ora il futuro ci appare più rassicurante. E se qualcuno sottovalutasse ancora l’importanza di un passaggio del genere, andasse a leggere la classifica del campionato e notasse sempre l’asterisco accanto al nome Benevento, con quel -1 di penalizzazione, strascico fastidioso che ci porteremo fino al termine della stagione e che è prova concreta dei rischi corsi dal nostro Benevento e della qualità (!) degli interlocutori del presidente Vigorito, che mi auguro d’ora in poi stiano il più lontano possibile dal Sannio intero. Questo per dire che siamo tutti ampiamente autorizzati a tirare un bel sospirone di sollievo….
Intanto il cervellotico aprile messo in piedi dagli scienziati che gestiscono il circo della B per non farci mancare niente, ci propone ora la partita delle 3 del pomeriggio del giorno di Pasquetta, giusto per proseguire nella metodica occupazione di qualunque giorno festivo presente in calendario. Come dire, al bando la classica gita sul Taburno o la giornata in agriturismo...e se proprio qualche inguaribile romantico ancora si ostina a rimanere attaccato alle tradizioni che dire...nello zainetto insieme al Super Santos e al mazzo di carte napoletane quest'anno entra di diritto anche il tablet. Per i più coraggiosi l'appuntamento con casatiello e pastiera è fissato sui gradoni del vecchio Rigamonti di Brescia, ammesso che qualche zelante steward lumbard non scambi queste tipiche specialità della Pasqua “terrona” per pericolosi oggetti contundenti, vietandone l'ingresso. Mentre magari nella curva di casa passano allegramente confezioni famiglia di fumogeni pronti all’uso, utili chissà per interrompere la partita qualora il risultato non sia gradito agli ultras di casa. Questa è l’altra faccia del meraviglioso campionato degli italiani, per completare l’opera ci manca giusto un Lotito presidente di Lega, il re Mida del calcio italiano. Forse, chissà, l’unico in grado di trasformare i tubi innocenti in comode poltroncine extralusso, in tal caso non vedo davvero l’ora, Claudio for president tutta la vita!!!
Appuntamento a mercoledì prossimo, un sincero augurio di Buona Pasqua a voi tutti e alle vostre famiglie e come sempre FORZA BENEVENTO, a Brescia per i 3 punti!!!
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