Caro Presidente Oreste,

è da tempo che pensavo di scriverti  e solo ora mi sono deciso a farlo. Intanto alcune brevi  premesse. Non so se leggerai mai queste miei pensieri, ma era talmente forte il bisogno che avevo di gettarli fuori che ho messo in conto anche questa eventualità. Perdonami se mi permetto di darti del tu, ma in questo momento, così complicato, ho la necessità di sentirti più vicino, di parlare in maniera più diretta con te, so che capirai. Innanzitutto mi presento...ho 43 anni, non sono un giornalista, benchè scriva su una testata on line, tanto meno un giornalista solitamente accreditato per le partite interne del Benevento. Sono un tifoso, un semplice tifoso come tanti, che vive fuori Benevento, oggi abbonato del settore Distinti. Un tifoso che dall'età della ragione ha deciso che quei colori, il giallo e il rosso, dovessero essere compagni fedeli della sua vita. Sono cresciuto, sono diventato un ragazzo, poi un uomo tifando la nostra squadra, caro presidente. Ero sui gradoni del nostro stadio il giorno dopo la laurea, il giorno dopo il mio matrimonio, il giorno dopo la nascita dei miei figli...se davvero il calcio è  la cosa più importante di quelle non importanti, ecco io ne ho fatto  la mia filosofia di vita....

Innanzitutto caro presidente grazie....un grazie vero, sincero, senza secondi fini, non venato di quella adulazione stupida ed ottusa di chi, molti o pochi tu lo saprai sicuramente meglio di me, si stringono intorno a te per poi millantare in ogni dove di essere amici di Vigorito e guadagnare il loro misero momento di visibilità. Io sono grato a tutti i presidenti della storia del Benevento, tutti quelli che dal 6 settembre del 1929 ad oggi hanno tenuto accesa quella fiammella: sono grato ai presidenti di passaggio, a quelli di spessore, a quelli incapaci di azzeccare un congiuntivo, a quelli senza una lira...perchè, con tutti i loro limiti, hanno speso il loro tempo per la nostra creatura. Immagina quindi caro Presidente Oreste, quanto possa essere grato a te e a tuo fratello Ciro. Se da 11 anni a questa parte il Benevento, la nostra oasi di spensieratezza nella vita quotidiana, è diventato un giardino rigoglioso, è dovuto solo alla famiglia Vigorito, alla voglia di investire nel calcio e di farlo in una piccola provincia che per mille motivi si presentava ostile. Oggi siamo in serie A, in una dimensione calcistica che era completamente fuori dai nostri radar, in un contesto talmente imponente da mettere i brividi e sono contento, Presidente Oreste, che questo traguardo, più che storico quasi metafisico, sia avvenuto sotto la tua presidenza.

Vengo al sodo caro presidente, perchè penso che tu non abbia molto tempo da perdere e che ogni minuto delle tue giornate sia prezioso. Ti sembrerà strano ma in realtà io ti scrivo per raccontarti un sogno che ho fatto qualche notte fa. Sono convinto che tu sia la persona giusta a cui raccontarlo, anzi in realtà sei l’unica persona a cui è giusto raccontarlo.

Tutto comincia intorno al 15 di giugno di quest'anno, il Benevento è da una settimana in serie A. Mi ritrovo insieme a tanti tifosi, ammassati e sudati, nella sala dell'Hotel President, perchè tu hai convocato una conferenza stampa per comunicarci qualcosa di importante: “Cari tifosi – hai esordito –  la serie A Dio ce l'ha data, guai a chi la tocca, per cui oggi voglio presentarvi due persone che ho voluto qui a Benevento, due persone che ci aiuteranno a fare i primi passi e ad entrare in questo mondo così complicato. Si tratta del nuovo direttore generale e del nuovo direttore sportivo del Benevento. Ho voluto professionisti che hanno già esperienza recente di serie A alle spalle, professionisti a cui delegherò la gestione di questa società nei settori di competenza, che mi dovranno portare risultati in termini di crescita globale per avvicinarci concretamente ai modelli di società come il Chievo, il Sassuolo, l’Udinese che sono il nostro riferimento per il futuro. La serie A non è uno scherzo, immaginare di affrontarla con la medesima struttura societaria dell'anno scorso non era pensabile, ora rimbocchiamoci le maniche e tutti al lavoro”. Non ci siamo trattenuti presidente, è venuto giù un applauso fragoroso, noi tifosi non credevamo ai nostri occhi e già pregustavamo un Benevento capace di dare un seguito alla favola della scorsa stagione.

Ma il sogno non è finito qua Presidente Oreste, è proseguito, si è arricchito di particolari. Ho sognato che il nuovo direttore sportivo si mettesse subito all'opera, che nel momento caldo del mercato invece di stare in polo a bermuda a fumare il sigaro al fresco dell'Appenino modenese prima e delle Dolomiti poi, con tanto di commovente rimpatriata col vecchio bomber di un glorioso passato irpino che fu (per la serie non ce ne può fregare di meno....), girasse instancabilmente per l'Italia e gli alberghi di Milano a riallacciare i contatti con le altre società di A, con le quali in un recente passato aveva già intrattenuto rapporti; ho sognato un direttore sportivo che avesse per davvero un canale di comunicazione privilegiato con le grandi del calcio italiano, senza per questo avere la necessità di farsi fotografare da qualche sito compiacente nell'androne della sede sociale del Milan o dell’Inter, per compiacere tifosi ebeti e magari con un bell'anellone al naso; ho sognato un direttore sportivo che, invece di chattare su facebook  con gli ultras dell'Avellino, come un adolescente isterico  in piena tempesta ormonale, fosse in contatto continuo con i suoi fidati osservatori sparsi per l'Europa per rintracciare qualche giovane che potesse fare al caso del Benevento; ho sognato un direttore sportivo che, invece di evocare a mezzo stampa gli occhi della tigre per i verdi irpini (i lupacchiotti si sa so “piezz e core”) fregasse quei “polli” della Spal e si accorgesse prima di tutti dei malumori di Borriello al Cagliari; ho sognato che grazie a questo direttore sportivo a cui avevi saggiamente delegato la gestione del mercato, tu, caro Presidente, potevi concederti un meritato periodo di vacanze, con la certezza che sul mercato si sarebbe continuato ad operare con efficacia e non vi fosse stata alcuna paralisi imbarazzante; ho sognato che il 31 agosto, con l'organico già al completo, grazie al lavoro di questo direttore sportivo che conosce la A come le sue tasche, ci divertissimo a guardare la corsa affannata e ansiogena di quelli che, come studenti che non avevano fatto i compiti a casa, si affrettavano a mettere pezze nelle ultime ore di mercato. Pensa presidente, ho sognato che una di queste società andasse a prendere un attaccante svedese mai sentito prima, lo ingaggiasse addirittura visionandolo su dvd, senza mai aver mandato un suo osservatore a vederlo dal vivo...ma i sogni si sa sono strani. Ho sognato che alla prima giornata a Genova con la Sampdoria ci presentassimo con la squadra quasi bella e fatta, coperta almeno nei ruoli principali e che a fare il tifo per noi sugli spalti ci fosse il nostro ex Cissè, un ragazzo d'oro a cui il Benevento è rimasto nel cuore.

E che dire del direttore generale, Presidente Oreste. Qui il sogno se possibile è stato ancora più magico. Ho sognato un direttore generale che prendesse in mano la gestione amministrativa con criteri manageriali di alto profilo, che portasse in una struttura societaria reduce dallo “shock” di due promozioni consecutive un modello organizzativo appreso in precedenti esperienze di serie A; ho sognato un direttore generale che insegnasse a tutte le componenti il valore vero della professionalità, quella che impedirebbe ad un team manager di una società di serie A (cioè a un professionista appunto…) di pubblicare sui social un selfie sorridente con Totti poche ore dopo che la squadra per cui lavora ha collezionato la quinta sconfitta consecutiva; ho sognato un direttore generale che vigilasse con rigore sul settore medico, rendendolo in grado di informare puntualmente sul sito ufficiale circa la situazione degli infortunati come fanno le altre società di A; ho sognato un direttore generale che intervenisse prontamente per evitare che un tesserato incappato nella disavventura del doping rilasciasse improvvide dichiarazioni a un qualsivoglia giornalista al telefono. Ma soprattutto, caro presidente, ho sognato un direttore generale  che, sulla scorta delle sue precedenti esperienze, studiasse una campagna abbonamenti travolgente, dove lo slogan “Siamo tutti Benevento” non fosse appunto solo uno slogan. “Vogliamo che tutta la città partecipi alla festa della serie A: abbiamo studiato tariffe per donne, bambini , anziani, nuclei familiari perché vogliamo che questo stadio sia pieno, vogliamo diecimila abbonati, insieme ce la possiamo fare, non saranno quattro poveracci che l’anno scorso hanno utilizzato illecitamente un abbonamento ridotto a distoglierci da questo grande obiettivo, la serie A è una cosa troppo grande per trovare stupide scuse per limitare la partecipazione a chiunque. Avevamo deciso di chiudere la campagna abbonamenti il 14 agosto, poi ci siamo resi conto che non ha senso dato il periodo vacanziero e quindi sarà possibile abbonarsi fino alla prima partita interna, in linea con le altre società di serie A…non avete scuse, abbonatevi!!!”…pensa presidente ho sognato che, nella conferenza stampa di presentazione degli abbonamenti, le parole del nostro direttore generale fossero proprio queste.

Poi Presidente purtroppo è successo che la sveglia è suonata ed il risveglio è stato amaro, amarissimo: ho trovato un mortificante zero in classifica, ho trovato una squadra senz’anima, ho trovato il nostro capitano finito suo malgrado in un guaio più grande di lui, ho trovato una squadra derisa da mezzo mondo come la Cenerentola d’Europa, ho trovato dei tifosi indomiti seppur ormai esposti allo scherno mediatico di mezza Italia. Ma soprattutto ho trovato te, caro Presidente, solo, tremendamente solo e  circondato da tanta mediocrità, mediocrità che in primis non meriti tu, ma che non meritiamo neanche noi.

Vorrei prendere un caffè con te caro Presidente, vorrei chiederti tante cose, capire, esserti vicino. Vorrei chiederti se è giusto che un professionista, che lavora per questa società  e che per questo è lautamente retribuito, si presti a pettegolezzi da comari con i tifosi dei nostri acerrimi rivali sportivi; vorrei chiederti cosa vi siete detti tu e Baroni pochi giorni dopo la promozione quando avete messo le basi di questa stagione e della permanenza del mister in questa città a dispetto delle ricche offerte che gli arrivavano; vorrei chiederti perché la campagna abbonamenti è stata buttata giù in quattro e quattr’otto da un tuo collaboratore che di Benevento non è e soprattutto, diciamoci la verità caro Presidente, di Benevento non ci si sente neanche un po’ e non ha mai fatto nulla per nasconderlo; vorrei chiederti come fai a fidarti di uno come Lotito, uno che da patron della Salernitana ci ha soffiato un campionato come tutti sappiamo; vorrei chiederti se a te queste magliette del Benevento piacciono davvero; vorrei chiederti se anche tu ripensi a Lopez e Ceravolo e ti viene il magone…. Ma soprattutto vorrei chiedere se anche a te in questi giorni non girano le scatole ad essere guardati come i miracolati arrivati chissà come lassù. Noi, caro Presidente, sappiamo che opera d’arte è stata la tua e la nostra promozione in serie A e fa male vederla sciupata così.

Spero che tu non te la prenda Presidente per questi “cattivi pensieri” che mi sono usciti da questa testa infestata di giallorosso. Purtroppo l’amore disinteressato e senza secondi fini per il Benevento a volte fa brutti scherzi. Ma di una cosa puoi essere sicuro: queste pensieri te li ha scritti un tifoso che su quei gradoni c’è da una vita, c’è dal primo giorno che tu e tuo fratello Ciro avete deciso di regalarci questa avventura e, cosa più importante, ci sarà anche l’anno prossimo e negli anni futuri, perché la categoria è l’ultimo dei problemi. Non ho suggerimenti da darti  per uscire da questa situazione e anche se ne avessi non mi permetterai mai, volevo solo raccontarti il mio sogno e mandarti un forte abbraccio….e come sempre, più di sempre FORZA BENEVENTO!

Sezione: VISTO DA EST / Data: Mer 27 settembre 2017 alle 07:00
Autore: Antonio De Ianni
vedi letture
Print