Alla fine di ogni campionato è sempre così: giornate intere piene di nulla, poche notizie, per lo più infondate, tante chiacchiere tra tifosi e poco altro. Quest'anno c'eravamo tuffati (anima, senza corpo...) nell'azzurro della Nazionale di Prandelli. Peccato che sia durato poco, il sogno Mundial - s'era capito subito - è stata giusto un'illusione dei "primi" novanta minuti di torneo. Adesso è solo show televisivo, per autentici appassionati.

E allora, le attenzioni sono di nuovo esclusiva per la Strega. La Società è attivissima, gran lavoro nei corridoi di Via Santa Colomba ma informazioni poche, se non con il contagocce. Dalla settimana seguente la sconfitta di Lecce è iniziato il "nuovo corso" per la compagine cara ad Oreste Vigorito e a noi tutti. Rinnovamento anche radicale, nelle strategie ed anche per quanto concerne l'organico della struttura societaria. Una scossa necessaria, il cambio di rotta tante volte auspicato anche da noi, perché molto spesso la decisione di resettare  - anche se appare empirica - è quella più giusta, come si fa quando il pc si blocca...

Niente giallorossi, niente Azzurri, sinceramente di altri colori poco importa. Allora meglio godersi la "vacanza", questi giorni dovrebbero servire a ritrovare tranquillità, il momento ideale anche per ricompattare l'ambiente e ritrovare gli stimoli giusti e le energie psicofisiche per potere affrontare il prossimo campionato che, già oggi, si preannuncia lungo e difficile. Come sarà composto il nostro girone, quali saranno le possibili concorrenti alla lotta per primeggiare e, soprattutto, quali le incognite, è ancora presto per stabilirlo. Casertana, Catanzaro, Cosenza, Foggia, Juve Stabia, Lecce, Messina, Reggina, Salernitana, Savoia, mi vengono in mente così, basta il nome a rendere l'idea di cosa potrebbe accadere sul campo. Ma il calcio d'estate inganna, i nomi non vincono e neppure gli scoloriti blasoni. Ciò che conta è la programmazione, la solidità societaria, la concretezza delle azioni. Non basta avere diecimila tifosi o un passato da serie A, servono squadre attrezzate, una rosa folta e completa per affrontare trentotto partite, tutte difficili.

Ho ascoltato le parole di Oreste Vigorito, quelle pronunciate nella trasmissione andata in onda su Ottochannel. Ho ascoltato ma soprattutto mi sono soffermato ad "osservare". Ho già espresso questo pensiero: trovo per certi aspetti assurdo che un imprenditore, presidente di una società di calcio (Società per Azioni, azienda con tanti dipendenti, oneri economici e responsabilità di non poco conto) debba continuamente chiarire, giustificare ogni azione o il proprio operato. Una tantum ci può stare, è già accaduto, tanto per spazzare via i malintesi o le distorsioni alimentate da un certo tipo di stampa, ma poi basta!

Lui come sempre non si è tirato indietro, la causa comune è più forte di ogni personalismo e questo, soltanto questo, dovrebbe spazzare via una volta per tutte ogni tipo di "incomprensione" (?). Ho "osservato" e mi è sembrato evidente che l'uomo Vigorito ha profonde cicatrici nella proprià dignità, troppo spesso vilipesa da chi "lo soffre" e si maschera da tifoso. Non cicatrici calcistiche ma umane, come quelle che può avere chi, ad esempio, porge la mano in segno di saluto ed amicizia e se la vede rifiutare... (Gubbio, luglio 2013). Le cicatrici di chi, nel bene e nel male s'impegna e viene denigrato se non offeso da chi, invece, dovrebbe, almeno essere dalla sua parte. Non per forzata simpatia o inutile piaggeria, semplicemente per elementare gratitudine, umana appunto. Eppure quelle cicatrici non gli hanno impedito di porgere - repetita iuvant- ancora una volta la mano a noi tutti, a rilanciare un'idea, un progetto di sogno che almeno nelle intenzioni è il migliore possibile. Non una "promessa" ma semplicemente un'intenzione, suffragata da azioni (appunto) concrete. Le sue parole, i concetti, come sempre diretti e ai quali siamo (fortunatamente) "abituati", ma il volto, lo sguardo, la gestualità erano quelli di chi ha qualcosa che gli fa molto male "dentro" e che probabilmente lo ha deluso, stancato.

Poco più di due settimane e poi ci immergeremo nel prossimo campionato. Raduno, partenza per i ritiro, l'attesa delle prime amichevoli e della Tim Cup, il calendario del campionato. Tanto da fare, un'altra stagione calcistica da poter vivere, con tutti gli alti e bassi che questa può comportare. Occorrono stimoli nuovi, ritrovato entusiasmo ma, soprattutto, è necessario mettere una pietra sul passato. Consideriamo ogni annata a se stante e mettiamo definitivamente in archivio ciò che è stato. New age anche per noi tifosi e appassionati, la maturazione della maggior parte della piazza è già una base solida sulla quale poter "costruire" nella realtà ogni tipo di sogno. Vigorito lo sa bene e poco importa se qualche volta le ferite lanciano "fitte" dolorose. Il suo entusiasmo è alimentato dal nostro entusiasmo e questo è il miglior anestetico. Riposiamoci e godiamoci questo inizio d'estate ma prepariamoci a trentotto battaglie calcistiche, una più avvincente dell'altra. Uniti si vince, e solo così.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Gio 26 giugno 2014 alle 09:57
Autore: Marcello Mulè
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