Alle ore diciannove del 30 giugno, in Via Allegri a Firenze, presso la sede della Lega Pro, sono state cinquantanove le domande d'iscrizione al campionato. Domande d'iscrizione, sia chiaro, non ammissioni. Per quelle c'è bisogno del nulla osta formale, perché bisognerà vagliare la documentazione presentata e dichiarare l'assoluta corrispondenza del cartaceo a quanto richiesto. Soprattutto, bisognerà controllare l'effettiva presentazione della fidejussione da seicentomila euro necessaria all'iscrizione e poi vagliare quanto afferente ai requisiti strutturali (stadio a norma), pena l'esclusione.

 Il Melfi, la Casertana ed il Savoia hanno il "problema" dell'impianto di gioco. Probabilmente le tre squadre dovranno giocare altrove finché i respettivi stadi non saranno adeguati con i necessari lavori. Ben più grave la situazione di altri club: Grosseto, Padova e Reggina con seri problemi economici e una documentazione incompleta, rimangono con il fiato sospeso. L'aver presentato la domanda è stato un modo per "guadagnare tempo" e cercare una soluzione positiva rispetto al tali problematiche che, allo stato, appaiono insuperabili. Stesso dramma vivono anche due club di serie B, Varese e Siena, a rischio estromissione per gravi problemi economici, quindi avviati al fallimento.

A pensarci vengono i brividi: immagino lo stato d'animo di quei tifosi, con il dramma di una possibile "scomparsa" calcistica che inizia a materializzarsi e quel crescente senso d'impotenza, la cosa peggiore. Noi ci siamo, probabilmente abbiamo fatto l'abitudine ad una certa tranquillità. Se vogliamo, è una piacevole consuetudine, consolidatasi negli ultimi anni. Prima, purtroppo, anche per la Benevento calcistica ogni estate era un tormento. S'niziava con i comunicati stampa che preannunciavano l'imminente disastro, poi gli appelli, il ricorso al sindaco o al politico di turno per "dare una mano". La ricerca di sponsor o di qualcuno che potesse intercedere con l'industiale pronto a rilevare la squadra...

Quella si, era una barzelletta, quella era vera infamia e disonore, altro che l'onta della sconfitta in qualche playoff. Eppure la memoria spesso ci tradisce, la sazietà ci preclude la percezione dei morsi della "fame". Non saprei dire se è un bene o un male. Però mi viene in mente l'attesa del messia piemontese ai piedi della Rocca, in un torrido pomeriggio d'estate di qualche anno fa, oppure l'attesa davanti ad un noto studio commercialistico della "firma" del fantasma ungherese, tale Zoltan Zsilvas, meglio conosciuto dalla nostra Magistratura. E allora mi rendo conto di quanto dobbiamo essere felici e anche orgogliosi di quanto abbiamo, un'autentica fortuna, un patrimonio comune invidiato da tutti e del quale, probabilmente, non tutti comprendono l'assoluto valore.

Godiamoci il nostro status di "privilegiati", perchè oggi lo siamo.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Mer 02 luglio 2014 alle 07:00
Autore: Marcello Mulè
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