La situazione che stiamo vivendo in queste ore nella nostra Nazione e un po' in tutto il mondo ha quasi del surreale. In un mondo dove tutto è interconnesso e la libertà di muoversi sembra essere il vero leitmotiv del secolo ventuno del nuovo millennio, in un battibaleno ci ritroviamo chiusi a non poter più vivere la nostra vita con le vecchie abitudini di cui adesso sentiamo irrimediabilmente la mancanza.

CASA - In questo nuovo scenario, straordinariamente storico, il vero valore che si riscopre è proprio quello dell'intimità, dei legami familiari e della casa. Quello che è accaduto domenica al Vigorito è una prova tangente di quanto può creare di bello quel pallone che rotola, soprattutto nel forgiare legami tra persone, che non importa il numero o il legame sanguigno vero e proprio, condividono tra loro un senso di appartenenza e vicinanza comune vissuto tramite un gioco, da molti etichettato come semplice e inutile, ma che tale non è, vuoi per l'impatto che sta avendo sul morale stesso di una popolazione (o parte di essa) una volta che n'è stata privata.

ABBRACCIO - La quarantena anestetizzata di domenica è come una metafora di un malato che non può ricevere visite ma che viene dolcemente assistito dai suoi familiari al di là di un vetro. Un po' quello che è accaduto con i tifosi giallorossi che da Viale Atlantici, incendiando torce e con cori che anche da lassù accompagnavano i loro cari, hanno saputo stringersi e farsi sentire nel rumorosissimo vuoto e silenzio delle porte chiuse. Allo stesso tempo i loro beniamini, al termine della gara, forse consci del fatto che realmente nessuno era assente su quei gradoni, hanno voluto omaggiarli correndo sotto la curva a fine gara tributandogli la vittoria, proprio sotto quello spicchio di stadio che ha la forma di un abbraccio a tutti gli effetti.

Alla fine di tutto questo periodo ci insegnerà tante cose. Nel particolarissimo e piccolo, che così forse non è, caso del Benevento ci ha insegnato che in realtà per essere vicini ad un altra persona la presenza fisica è di certo essenziale, ma sentirla anche quando non si può, con una certa distanza tenendo conto di tutto, è la dichiarazione d'amore più bella possibile. Facendoci sentire tutti un'unica grande famiglia.

Sezione: In primo piano / Data: Mar 10 marzo 2020 alle 16:13
Autore: Vincenzo Boniello
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