Sono preoccupatissimo” Mi scuserà il  comico romano Marco Capretti, tra i protagonisti di “Made in Sud” se prendo a prestito il suo tormentone, ma mai come in questo momento esso sembra calzare a pennello per poter rappresentare ed esprimere lo stato d’animo di uno che, come me, vive intensamente, forse anche troppo, le vicende del Benevento Calcio. E chi mi conosce sa quanto questo sia vero.

Sono preoccupatissimo , né potrei non esserlo, per la situazione contingente.

Sia subito chiaro, onde evitare fraintendimenti, che non intendo assolutamente riferirmi al rendimento della squadra, pur se è evidente come esso abbia registrato un significativo calo  rispetto alle prime dodici giornate di campionato (sette punti “regalati” alla Salernitana nelle ultime quattro uscite sono un dato, ahimè, incontrovertibile). Ma, ripeto, non sono, tanto,  preoccupato per questo, perché non credo si tratti di un’involuzione nel gioco (?) fin qui espresso dalla squadra, bensì di una più redimibile crisi di risultati.  Il punto interrogativo  non è posto lì per caso. Parliamoci chiaro: di “gioco” vero e proprio non è che, fin qui, se ne sia visto. A tale carenza  hanno tuttavia supplito, fin quando hanno potuto, la forza del “gruppo”, l’invenzione del “singolo”, l’elevato spessore tecnico-qualitativo della “rosa”  e, non ultimo,  lo spirito davvero battagliero ed indomito espresso dal primo all’ultimo minuto da chiunque sia stato chiamato a sudare la maglia.  Di questo va dato atto a tutti, senza eccezione alcuna (la rimonta contro il Matera ad un minuto dalla fine, con ben due gol di svantaggio, né è la più degna dimostrazione).

Inevitabile che ai primi segni di cedimento (forse anche fisico per eccesso di usura) si sarebbero, poi, palesate le pecche ed i limiti e  qualcosa avrebbe potuto cominciare a vacillare e a non quadrare più.

Ma, ripeto, è comunque una situazione ampiamente recuperabile. La squadra c’è e davanti a noi non ci sono certo dei “mostri”. Anche per loro dovrà venire il momento critico (stessero già  attenti al Barletta dopodomani!)

La mia preoccupazione è rappresentata, invece, dagli infortuni a catena.  Quelli sì che cominciano ad essere davvero troppi  perché si possa invocare sempre e soltanto la malasorte.  Si trattasse, almeno, di infortuni di corto/medio decorso, risolvibili, cioè, nell’arco delle due/tre settimane di fermo forzato per chi li avesse subìti, allora, forse, non staremmo neanche a parlarne, perché rientrerebbero nella normalità.  Ma infortuni come quelli del terzino Som  e del portiere titolare Piscitelli (fermi ormai dal mese di settembre), di capitan Melara (in stand by da ottobre e costretto ancora al riposo in quel di Messina), per non parlare dei centrocampisti  “di qualità” Doninelli e De Falco  (stagione finita per il primo e neanche cominciata e già conclusa per il secondo), per finire all’ultimo della serie occorso al (poco impiegato) difensore Padella, non possono non far sorgere il ragionevole dubbio che qualcosa, a livello di preparazione atletica sia prima che durante il campionato, non abbia funzionato per il verso giusto. O che ( e sarebbe peggio) i controlli e le cure in itinere dei vari giocatori infortunati non  vengano effettuati con diligenza e perizia da chi ne sia deputato, sia esso interno o esterno alla società. E’ soltanto un dubbio, per carità, nulla di acclarato, né di conclamato. Magari si tratta davvero di infauste coincidenze da sottoporre soltanto all’attenzione di un buon operatore dell’occulto !

Attenzione, però..

Non vorrei mai che si confondesse la mia preoccupazione con un inesistente pessimismo. Quest’ultimo è, infatti, un sostantivo non presente nel mio vocabolario.

Gli ultimi cinque minuti della partita casalinga contro il Matera hanno vieppiù fomentato il mio ottimismo, ed è da lì che dobbiamo ripartire.

Winston Churchill affermò che  <<La differenza tra  un ottimista e un  pessimista è che il primo vede l’opportunità in ogni pericolo, mentre il secondo vede il pericolo in ogni opportunità >>

Da inguaribile ottimista, quale sono, credo che il Benevento Calcio abbia, quest’anno, la grande occasione di cogliere quell’opportunità. Parafrasando questo bellissimo aforisma, il pericolo non può che essere rappresentato dalla serie di circostanze negative e contingenti (infortuni, diffide, squalifiche ecc.) che si sono abbattute sul Benevento Calcio;  bisogna cogliere l’opportunità offerta da questo pericolo. Penso e credo, sinceramente che, mai come quest’anno, in cui abbiamo la fortuna di avere una  squadra composta da uomini veri (come hanno fin qui dimostrato), se ne abbia una grande occasione.

Non gettiamola via.

Sezione: In primo piano / Data: Gio 11 dicembre 2014 alle 19:00
Autore: Andrea Bardi
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