Il buon Fabio Brini, da allenatore esperto, navigato e preparato qual è,  avrà avuto pure le sue valide ragioni per tentar di gettare la classica acqua (calmieratrice) sul fuoco (del facile entusiasmo), nel vedersi costretto a chiedere a tutti (stampa e tifosi ) di non esercitare eccessive “pressioni” sui calciatori e sull’ambiente in generale; dal suo “asettico” punto di vista ben potrebbe, quella che andrà in scena domenica prossima al Vigorito, esser considerata  “una normale partita di calcio” .

Ma la vera “pressione”, credetemi, è quella che sto inutilmente cercando di esercitare su me stesso (e sul mio “bendato” cervello di tifoso passionale) per assimilare, ed accettare passivamente,  questo concetto.

Per potervi riuscire dovrei dimenticare, o far finta di non vedere o sapere, troppe cose.

Dovrei dimenticare che, per la prima volta (credo) nella storia delle due società calcistiche, esse si trovino a doversi affrontare in uno scontro diretto alla guida del campionato in tandem solitario, con le dirette inseguitrici che, dal canto loro, manifestano insicurezze e discontinuità di rendimento (e risultati);

dovrei dimenticare che, oltre ad essere uno scontro diretto, è, appunto, un derby (e non propriamente quello che potrebbe definirsi un derby “qualsiasi”);

dovrei far finta di non sapere che la vittoria significherebbe, per chiunque se ne giovasse,  certezza di primato solitario perché inattaccabile dalle “retrovie”;

dovrei dimenticare che teatro dell’evento sarà  il  “Ciro Vigorito” e non l’Arechi;

dovrei dimenticare il “bottino pieno” che gli avversari furono in grado, per motivi diversi, di assicurarsi lo scorso campionato; sei punti su sei, tre dei quali grazie ad una buona dose di fortuna che arrise loro nella partita d’andata tra le nostre mura (ma va riconosciuto che la fortuna bisogna anche sapersela meritare) e, soprattutto, gli altri tre frutto della beffarda rimonta finale ostentatamente favorita da un  arbitraggio “morenico” nel derby di ritorno dell’Arechi, dopo che il Benevento, in meritato vantaggio fino al novantesimo,  venne raggiunto e superato nei sei minuti di recupero, ridotto in nove uomini dopo aver subito un calcio di rigore molto “generoso”;

dovrei far finta di non sapere che domenica prossima la curva del settore ospiti vedrà, molto probabilmente,  una cospicua e calda rappresentanza di tifosi granata, com’è giusto e bello che sia, pronti non soltanto a sostenere i propri colori ma anche a non disdegnare, se dovesse presentarsene l’occasione,  di intonare cori di “sfottò” all’indirizzo di squadra e tifosi avversari (fa parte del gioco, specie in un derby);

dovrei far finta di ignorare che, all’indomani di un auspicabile trionfo giallorosso nel derby, si aprirebbero fausti scenari, favoriti anche da un calendario che, se è vero che fin qui era stato più avaro di insidie per la Salernitana, nel prossimo mese sembra essere (almeno sulla carta) più benevolo per i Sanniti che potrebbero, così, cogliere la ghiotta occasione per tentare di “fare il vuoto” alle loro spalle.

dovrei, infine, evitare di immaginare la cornice di pubblico che, Domenica pomeriggio,  assieperà lo stadio "Vigorito"  per assistere all'evento, più unico che raro date le circostanze.

Mister Brini, non me ne voglia.

Sicuramente avrà ragione Lei, ma non riesco proprio a considerarla una partita “normale”.

 

Sezione: PUNTI DI VISTA / Data: Lun 13 ottobre 2014 alle 14:30
Autore: Andrea Bardi
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