Nelle lunghissime estati di quand'ero ragazzino, nella mia amata Sicilia sud orientale, passavo interminabili momenti seduto in spiaggia, sulla costa agrigentina, a guardare la linea un po' frastagliata dell'orizzonte, su quel mare non ancora divenuto tomba di molte centinaia di sfortunati migranti vittime di una vergognosa e disumana tratta. Mi piaceva immaginare cosa c'era "dall'altra parte" e che, in quel preciso momento, ci fosse un altro "me" a pensare la stessa cosa.

Di fronte a me, ovviamente, c'erano le coste dell'Africa settentrionale con il lembo più orientale del Maghreb, poi la Cirenaica e, lontano, l'Egitto con la sua fantastica storia plurimillenaria. Sogni e divagazioni di ragazzino, che creò in me la voglia, poi realizzata, di conoscere quelle Terre, quella gente, i loro usi, i costumi, la lingua, il cibo. Molti viaggi, un bagaglio sempre più grande che mi ha aiutato a capire ed a comprendere meglio quanto lì accade, nel bene e -purtroppo- nel male.

Quest'anno non potevo mancare ma, una serie di combinazioni, ha fatto coincidere la partenza con il momento clou del ritiro di Roccaporena, e nella fase più calda del calciomercato degli Stregoni. Le uscite forse neppure dolorose di qualche calciatore, l'ingaggio del difensore Enrico Pezzi e poi la notizia bomba dell'arrivo di Luis Alfageme. Non nascondo la mia grande gioia frammista ad un pizzico di rabbia del non potere meglio documentarmi, vista la scarsità del segnale telefonico a mortificare i miei vani tentativi di una connessione internet almeno decente con esclusivo effetto divora-credito e tira-imprecazioni...

Un entusiasmo crescente e preoccupante. Si, preoccupante. Sono sincero: negli anni passati ero lo stesso contento di quanto fatto dalla Società, ma quest'anno non lasciarsi "almeno" coinvolgere emotivamente dalla campagna acquisti-cessioni sarebbe stato davvero da incontentabili, oltre che da ingrati. Ho scritto che sono entusiasta il che non vuol dire illuso, sia ben chiaro. I campionati bisogna giocarli -trentotto sfide tutte difficili-  e l'insidia è dietro l'angolo, quest'anno ancor di più, statene certi. Di Somma - Vigorito, un asse d'acciaio che con poche parole e molti fatti hanno lasciato poco ai dubbi, con un operato preciso e determinato. Ci aspettavamo una squadra da rinforzare, certo, ma così sembra anche troppo. Nel senso, il volare basso e il profilo impostoci saggiamente dal patròn Vigorito, ma, obiettivamente, farlo in questo momento mi sembra difficile... Senza però dimenticare di dotarsi di "paracadute"... Ecco, sapere che non potremo che volare "in alto" mi preoccupa, almeno un po'. Non è stato fatto ancora nulla, la squadra probabilmente non è ancora del tutto completa, ma per adesso voglio godermi questo stato di grazia, diffusosi a macchia d'olio in tutto l'ambiente giallorosso e questo è un altro elemento positivo, che genere ulteriore entusiasmo.

Tra mare turchese e sabbia bianca, accompagnato dal fruscìo del vento caldo che spira dall'entroterra infuocato verso quella distesa d'acqua incredibilmente incontaminata, mi sono seduto a fare ciò che facevo da ragazzino. Pensavo a cosa ci fosse oltre quella linea d'orizzonte. La mia condizione di "mezzosecolista", però, mi ha limitato nel fantasticare. Oltre il mare la mia Italia, la persone care, le mie cose, il lavoro, la vita di tutti i giorni. Oltre il mare la realtà, fatta di cose che piacciono e di altre delle quali faremmo volentieri a meno ma che... ci toccano. Oltre il mare i miei sogni da tifoso, che ama quei due colori, nonostante la luce abbacinante di questo lembo d'Africa meravigliosa, prova ad offuscarli: il giallo e il rosso trionfano sempre, ai miei occhi.

Niente tv, solo radi collegamenti web sul mondo e sul calcio di casa nostra. Un buon numero di appassionati tifosi di altre città, per lo più serie A di un nord ostentante e opulento ma anche un po' sbruffone. Ma una maglietta giallorossa "ufficiale", comparsa (ma guarda un poco...) in una partita di beach soccer organizzata alla meglio, ha destato loro curiosità. Per poi scoprire, pian piano, che Benevento Calcio è conosciuta, anche molto più di quanto noi immaginassimo. Conosciuto anche Oreste Vigorito, le domande si sono sprecate ed io, indegnamente ambasciatore calcistico, con la stessa loro sbruffonaggine mi sono cimentato nel tessere le lodi della squadra, del nostro presidente, di ciò che è stato fatto, di quanto si cerca di realizzare. Sotto un cielo spaventosamente nero e pulito, con la luce delle stelle tremolante per l'effetto del calore del suolo in risalita, la mia squadra è stata la protagonista, almeno nel mio lucido e dettagliato "rapporto". E sono sicuro che adesso a Torino, come a Milano o a Verona ci sarà qualcuno che appena rientrato a casa sarà andato a sbirciare sui "nostri siti" a cercare di capire di più del Benevento, di questa squadra che ci prova sempre a vincere. Oppure semplicemente per vedere se avessi esagerato. Si, magari l'ho fatto, ma il risultato l'ho raggiunto, ne sono certo, loro saranno andati  avedersi anche di cosa è capace la nostra Curva Sud, dei mie racconti nella notte berbera... Chissà, l'anno prossimo potrei aggiornarli su quanto accaduto nel campionato che verrà. Ma adesso voglio solo godermi lo spettacolo, nessuna storia fantastica, il nostro futuro -radioso?- incomincerà tra poco più di un mese. Nessuna storia fantastica, solida realtà e ne sono sicuro, certi sogni alla fine si realizzano.

 

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Mer 30 luglio 2014 alle 17:00
Autore: Marcello Mulè
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