Sconfitta immeritata? E perché mai? Sconfitta, invece, pienamente meritata. Della serie: così imparate! Perché, una squadra incapace di chiuderla, pur avendo giocato una buona gara senza rischiare troppo, e che poi prende goal su lancio lungo al novantasettesimo e spiccioli, da un attaccante tra infilatosi facilmente tra i difensori, merita ampiamente la sconfitta. Perché nel calcio, da sempre, non si vince ai punti. Vince (o non perde) chi la butta dentro e poi non subisce.

Questo non vuol dire buttare tutto all’aria, dopo solo due gare giocate e, complessivamente, a fronte dei miglioramenti nel gioco e nella tenuta per Letizia e compagni. Volendo essere razionali, di cose buone se ne sono viste, così come sono state evidenti (ancora una volta…), tutte le cose che (ancora) non vanno.

Volendo estremamente sintetizzare, la sconfitta è maturata soprattutto a causa della mancanza di un goleador di peso e, poi, da una imperdonabile dormita della linea difensiva. Un film, questo, già visto e rivisto. Ma non voglio assolutamente fare processi, sarebbe ridicolo dopo appena 180 minuti di campionato disputati.

E poi, la squadra è questa, sappiamo bene che è iniziato un nuovo corso, e quindi è evidente come staff tecnico e società stiano ancora lavorando (e ancora lo faranno) per cercare la quadratura necessaria ad una squadra che, come ascoltato in varie dichiarazioni, cercherà di onorare al meglio il torneo, giocandosela contro chiunque. Aspettiamo e speriamo. Senza troppo rammaricarci.

Il Benevento Calcio ha iniziato da poco il suo quarto campionato di serie B. Il “campionato degli Italiani”, secondo un consumato slogan. Ma, pensandoci, è davvero così. Venti squadre a rappresentare tutta Italia, isole escluse. Un palcoscenico a dir poco entusiasmante. Eppure…

Eppure in città si respira un’aria pesante. Le tossine della retrocessione sono ancora in circolo, evidentemente. I postumi della sbornia “A”, a qualcuno, ma probabilmente a troppi, continua a provocare un forte mal di testa con conseguente nausea.

La serie A, già: pensandoci oggi, à stata una vera maledizione. Sì, perché se gli effetti - da pagare - sono questi, beh, allora sarebbe stato molto meglio non arrivarci mai.

Non eravamo pronti, evidentemente. O, chissà, ci siamo un po’ tutti troppo facilmente montati la testa, pensando davvero di poterci confrontare con colossi sportivi-economici che da sempre fanno calcio d’elite. Misurandoci con società ben strutturate, e non mi riferisco ad una semplice visione economica. Il Benevento è diventato la Società che tutti conosciamo solo da pochi anni, un’inezia al confronto di tante altre squadre. Ricordiamolo, dovendo partire da zero, anzi, da meno che zero. Dovendo ricostruire praticamente tutto, dal campo d’allenamento allo stadio (ancora in affidamento temporaneo…) e poi ancora tutto quanto indispensabile per la gestione minimamente organizzata (ma indiscutibilmente professionale ed organizzata) della prima squadra, con tutti gli annessi e connessi, del settore giovanile e così via. Il che vuol dire costi, tempi, impegno, scelte, errori, insuccessi e, dulcis in fundo, anche grandi soddisfazioni.

La serie A non può essere un’ossessione. Leviamocela dalla testa! Che non vuol dire non aspirare alla promozione, o rinunciarci se mai dovesse arrivare ancora, un giorno. Ma avere un sogno – legittimo per ogni tifoso - è un conto, farlo diventare una pretesa, un altro!

La retrocessione, certo, per come è maturata, ha fatto un po’ male. Perché c’eravamo illusi davvero di poterci salvare. Ma adesso basta però! Stiamo disputando un altro campionato di serie B, mica pizza e fichi! A proposito, ma chi lo ha detto che pizza e fichi non sono buoni? Secondo me, qualcuno a cui non piacciono i fichi, o che è a dieta, quindi…

Dobbiamo fare un necessario bagno d’umiltà, un po’ tutti. E stringerci ancora di più intorno alla squadra. E, last but non least, stringendoci attorno alla Società. Mettendoci alle spalle il passato, conservando i ricordi più belli, e con grande senso di responsabilità, provando a preservare quanto abbiamo, senza guardare in casa d’altri (se non per verificare quanto noi siamo privilegiati!), evitando di fare paragoni o di rincorrere ancora chimere, nomi altisonanti e fare ancora pericolosi e inutili (oltre che dannosi) voli pindarici.

Il Benevento, nonostante tutto e nonostante noi (me compreso eh!) è ancora lì, a giocarsela, provando ad arrivare più in alto possibile. A maggio, poi, si vedrà.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Lun 30 agosto 2021 alle 16:31
Autore: Marcello Mulè
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