Lui è l’ultimo arrivato alla corte della Strega, un cavalier pronto alla battaglia e pronto a rimettersi in gioco dopo aver calcato ben altri campi di battaglia… Daniele De Vezze.
Daniele è nato a Roma il 9 gennaio 1980. Muove i primi passi nel calcio con la maglia giallorossa dove esordisce in serie A nel 1998 collezionando in totale 2 presenze. Poi eccolo al Savoia in serie B. E da lì una carriera esemplare che farebbe invidia a chiunque: Palermo, Lanciano, Reggiana, Fiorentina, Genoa, Messina. Anni d’oro alternati a momenti difficili ma lui è uno di quelli che, per dirla alla beneventana maniera, “tiene la capa tosta” e non si arrende mai.
Il 31 agosto 2007 passa al Livorno dove disputa una discreta stagione in Serie A, condita da un memorabile gol contro l'Inter. Nel 2008-09 è al Bari dove vince un campionato memorabile con Ventura in panchina. Parlando di quella vittoria, lui la definisce “il ricordo più bello della mia carriera. Vincemmo il campionato con 5 giornate d’anticipo, una cosa mai vista. Rientrammo in città con la vittoria matematica del campionato che era la festa di San Nicola. C’erano qualcosa come 100mila persone in piazza a far festa e venimmo letteralmente portati in trionfo”.
9 presenze in serie A con il Bari poi il trasferimento al Torino. Nel 2011 si accorda con il Pergocrema con cui disputa 10 presenze prima di scoprire che non rientra nei piani della società. Ed ora eccolo nel Sannio ad inaugurare un nuovo inizio.
Nella vita privata, Daniele è tifosissimo della Roma (“Possiamo dirlo?- ci ha chiesto- a Firenze, quando dissi che ero tifoso della Roma, mi presero a parolacce”), ha una compagna, Valentina, e un bimbo di 15 mesi, Diego. Lui e Valentina si sono conosciuti una sera a cena ed è stato amore a prima vista. Quanto al piccolo Diego, lo definisce “un piccolo teppista” ma quando parla di lui, gli si illuminano gli occhi. “Mi riempie la vita. Ormai, quando torno a casa, per me non esiste tv, non esiste altro che lui e Valentina. Loro sono la mia unica vera passione. Per il resto mi definisco una persona assolutamente normale: vivo la mia vita di tutti i giorni, quando capita vado anche a fare la spesa al supermercato”.
Figlio unico, la mamma di Daniele si chiama Roberta ed è casalinga. Papà Marco è un lavoratore dipendente.
Daniele ama la musica, “purchè non sia classica o rock”, il cinema “I miei film preferiti? Il Gladiatore, Scarface e il Padrino”, la buona cucina “Non ho un piatto preferito, mangio tutto e di tutto”. Non guarda più la tv da quando c’è Diego: “Guardo la baby tv- sorride- yoyo, boing e cartoni animati di tutti i tipi”.
Il ricordo più brutto della sua carriera risale alle 2 retrocessioni una con la maglia del Livorno, l’altra con il Messina: “Si sa che ogni retrocessione è sempre un fallimento- ci ha raccontato- ma si è trattato di 2 anni strani. In entrambi i casi, a febbraio avevamo la salvezza in tasca, poi…boh..non si è capito più nulla”.
Racconta di non avere gesti scaramantici, né di leggere quello che i giornali scrivono di lui: “Di solito sono i miei amici che mi avvertono: leggi questo o quell’articolo o mi segnalano qualcosa in particolare. Non è né per mancanza di tempo né di volontà, semplicemente non è il mio primo pensiero fare una rassegna stampa sulle mie prestazioni”.
Il suo sogno personale più grande è avere una famiglia numerosa: “Sogno altri bambini – ha detto- non metto numeri massimi. Voglio una famiglia serena e in salute e godermi la vita con loro”. Sul piano calcistico, i suoi sogni ora sono tinti di giallorosso: “Questo per me è un nuovo inizio- ha raccontato Daniele- a 32 anni ne hai ben pochi di sogni. Però voglio dare il massimo qui e sperare di realizzare qualcosa di importante. Poi si vedrà
Infine ci svela la sua personalità determinata quando gli chiediamo se ha una massima cui si ispira: “No- ci dice con un sorriso- non ho massime, vado sul concreto”.
Che dire ancora se non: bravo Daniele, anche perché le battaglie non mancano per chi ha voglia di lottare…

Sezione: B-Side..Il lato B....dei giallorossi! / Data: Sab 14 gennaio 2012 alle 10:09
Autore: Giovanna Romano
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