Lo hanno definito in molti modi: il bambino-prodigio, il Game Boy giallorosso. Su di lui in questi anni si sono spese miliardi di parole. Come dimenticare quel gol al San Paolo il 24 settembre del ’95 quando infilò nientedimeno che la porta dell’Inter davanti a 70mila spettatori? Come dimenticare la convocazione nell’Under 21 di Cesare Maldini, i titoli dei giornali, Boskov che, tra i suoi “fratellini” azzurri, non aveva che parole di elogio per lui?
Una carriera incredibile,quella di Carmelo Imbriani. Da calciatore ha vestito la maglia del Napoli (che è anche la sua squadra del cuore) dove ha ufficialmente esordito il 27 febbraio ’94 in Napoli-Cagliari con Marcello Lippi in panchina, della Pistoiese, del Casarano, del Genoa, poi Cosenza, Salernitana, Foggia,infine Catanzaro per poi appendere le scarpette al chiodo con il Benevento nell’amara stagione della finale persa contro il Crotone ai play off. E come la Fenice, crediamo proprio che Carmelo Imbriani sia rinato quel giorno stesso. Lui stesso ha più volte raccontato quell’episodio come il più infelice della sua carriera: “Sono uscito dalla porta secondaria senza nemmeno giocarla quella partita. Ho giurato a me stesso che mi sarei fatto perdonare”.
Nel 2009, pochi mesi dopo, Carmelo diviene ufficialmente allenatore dei Giovanissimi del Benevento. E’ lì chiamato a gran voce da Ciro Vigorito, che ha fatto del settore giovanile il fiore all’occhiello della Strega. Imbriani accetta la sfida e risponde vincendo il campionato. Poi la meritata promozione negli Allievi e lì arriva l’occasione che il Game Boy di San Giovanni di Ceppaloni aspetta da una vita. Di mezzo ci va Simonelli e per Imbriani è un sogno che si realizza: insieme all’amico Jorge Martinez guida la prima squadra. E il sogno è quello di svegliarsi a giugno e trovarsi in B.
Nella vita privata Carmelo è nato a Benevento il 10 febbraio 1976 sotto il segno dell’Acquario ed è cresciuto e “pasciuto” in quel di San Giovanni di Ceppaloni dove tuttora vive. Papà Fernando è insegnante elementare in pensione. Mamma Concetta lavora alla Asl. Una sorella, Diamante, laureata in Scienze delle Comunicazioni e purtroppo disoccupata; un fratello, Gianpaolo, che lui definisce “girovago”, che attualmente ha aperto un negozio di abbigliamento a Madonna di Campiglio ma che fino a pochi mesi fa lavorava in Sardegna dove serviva ai tavoli in un noto locale e ha girato mezzo mondo. Una moglie, Valeria Maiello, che ha conosciuto una sera a cena da un amico comune. “Una storia nata dall’amicizia- racconta lui- la base migliore per trasformarla in amore”. Valeria e Carmelo si sono sposati qualche anno fa, oggi sono i genitori della bellissima Sofia, 16 mesi, che lui definisce una bimba tranquillissima,ma che “tutte le notti, puntuale come un orologio, ogni 3 ore si sveglia. E lì ti voglio” sorride. “Sofia ha bisogno di tante attenzioni e con lei e mia moglie cerco di passare tutto il tempo possibile che ora è un po’ di meno ma ogni volta che posso, sto con loro”.
Insomma, su Imbriani potremmo continuare a parlare all’infinito ma ora preferiamo riportarvi il resto dell’intervista integralmente e rovesciando il nostro abituale modo di scrivere. Lo scopo è quello di far conoscere il lato B di una splendida persona oltre che di un grande allenatore che ha dalla sua giovane età, entusiasmo, grinta e tanta passione. La sensazione è che stavolta il Benevento ci abbia, come si dice dalle nostre parti, imbroccato. A giugno la sentenza. Per ora divertiamoci così.
Piatto preferito: “Tagliolini al forno”
Gusti musicali: “Mi piace soprattutto la musica italiana. I miei cantanti preferiti sono Jovanotti e Pino Daniele”.
Programma tv preferito: “Non ce ne sono. Già prima la guardavo poco, ora ho molto meno tempo e quando sono a casa preferisco dedicare il mio tempo libero a mia moglie e mia figlia”
Film preferito: “Balla coi lupi”
Se Carmelo Imbriani non fosse diventato calciatore… “Non lo so (sorride)..non me lo sono mai chiesto e nè oso chiedermelo. Non sono capace nemmeno di attaccare una puntina nel muro quindi credo proprio che, se non avessi fatto il calciatore, non avrei saputo fare alcunché”
Carmelo Imbriani fuori dal campo: “Sono uno normale, tranquillo, socievole. Mi piace stare in famiglia, con i miei genitori, i miei suoceri, gli amici”
La cosa più bella del mondo del calcio: “Allenarsi alla grande durante la settimana con l’obiettivo di arrivare alla domenica sapendo che durante la settimana hai dato il massimo e sapendo che poi di fronte avrai chi, come te, si è preparato per la vittoria”
La cosa più brutta del mondo del calcio: “La falsità, l’ipocrisia delle persone e dei colleghi, le frasi fatte, i finti amici”
Il ricordo più bello della carriera calcistica di Carmelo Imbriani: “Il gol segnato al San Paolo contro l’Inter davanti a 70mila spettatori. L’urlo del San Paolo è qualcosa di indescrivibile, poi la vincemmo pure quella partita 2-1”
Il ricordo più brutto di Carmelo Imbriani: “La finale persa contro il Crotone nel 2009. Quello che mi fa ancora più male è che sono uscito dalla porta secondaria senza nemmeno averla giocata quella gara. Mi sento di avere un debito con Benevento”
L’allenatore modello è.. “Il massimo per me è Guardiola che una volta a Coverciano, mentre frequentavo il corso, ho avuto la fortuna di incontrare una sera a cena in un ristorante. Lui per me è il massimo sotto tutti i punti di vista.
Un altro grande allenatore è Sergio Buso, mi ha allenato quando giocavo a Catanzaro. Per me è una sorta di modello da seguire”
Il ricordo di Ciro Vigorito: “Una persona meravigliosa, unica, stupenda. Ho di lui un ricordo bellissimo, c’era un rapporto da padre a figlio. Era bellissimo parlare con lui di calcio e spesso, dopo la partita, mi fermavo con lui a ore intere. Anche quando non stava bene, non ha mai smesso di darci consigli. Perfino quando era consapevole della gravità della sua malattia,ha continuato a venire al campo. Ho avuto la fortuna di salutarlo pochi giorni prima che se ne andasse per sempre Per lui il settore giovanile era tutto. E’ stato l’unico che non mi ha abbandonato nel momento più difficile della mia carriera, è stato sempre lui che mi ha riconfermato al Benevento quando in me stesso non ci credevo più nemmeno io. Pensa che una volta mi disse che il suo sogno era vedere me e Jorge (Martinez ndr) allenare insieme il Benevento. Ora che io e Jorge siamo qui vogliamo mettercela tutta per portare in B il Benevento e dimostrare che lui aveva ragione a credere in noi. Lui in realtà non ci ha mai abbandonato, ma è da lassù che guida i nostri passi”.
Il sogno più grande di Carmelo Imbriani: “Dal punto di vista personale, auguro sempre il meglio a me, alla mia famiglia, alla mia bimba e ai miei cari . Dal punto di vista professionale spero di continuare a fare l’allenatore a buoni livelli.
Calcisticamente.. beh..il mio unico sogno è regalare la serie B a questa piazza che lo merita davvero. Voglio vedere stavolta lacrime di gioia sugli occhi di quegli stessi tifosi che il 21 giugno 2009 sono tornati a casa piangendo di dolore”.
A questo punto ogni altra parola di commento diventa superflua….
Autore: Giovanna Romano
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