05.06.2011, ripartiamo dalle certezze, 2+2=4!
Nei momenti di confusione successivi alla “non vittoria”, la disperazione, l’angoscia, la salivazione azzerata, la crisi cardio-respiratoria fortemente percepibile, il senso di impotenza ci circonda, e la tentazione all’auto-eliminazione di massa non è una soluzione marginale, l’unica speranza è aggrapparsi alle certezze e da queste provare a ripartire.
Ciò aiuta sicuramente ad alleviare le sofferenze del momento e guardare fiduciosi al futuro.

Gli esperti in PNL (programmazione neuro linguistica) ci consigliano di prendere un bel respiro, liberare la mente, rilassarci, e concentrarci sulle certezze, eliminando quelle che vengono chiamate ”convinzioni limitanti”.
E da qui 2+2=4!
Ebbene si, nel 99,9% dei casi funziona!

Benevento, 5 giugno 2011 ore 18:05, Stadio Ciro Vigorito”, dopo 5 interminabili minuti di recupero nei quali il Benevento avrebbe potuto segnare 7 gol, inizia quello che gli addetti ai lavori chiamano il “dopo partita”, l’atmosfera è quella dei tempi peggiori, i soliti tempi per capirci.
E allora vai con l’auto-convincimento suggerito dagli esperti:
1- Abbiamo una Società Forte, Fortissima;
2- Abbiamo uno Stadio di categoria superiore, ristrutturato di fresco;
3- Abbiamo una Grande Tifoseria, e soprattutto
4- Abbiamo un Grandissimo Presidente!
2+2=4 quindi!
Non c’è da abbattersi! Ci rialzeremo anche questa volta, il Gladiatore è ferito ma non è morto, saremo più forti di prima, l’anno prossimo sarà quello buono, via tutti, “hann’à fernisc’cù nuij” (la devono finire con noi) ecc., e a seguire una serie infinita di frasi fatte tipiche del mondo del calcio nostrano che per motivi di tempo non riportiamo.
L’auto-convincimento, come da programma, sembrerebbe mitigare la sconfitta.

Ma, cosa succede se la teoria che dovrebbe smontare i tuoi dubbi viene a sua volta smontata?
Ritorniamo alle certezze, dicevamo 2+2=4 sempre!
O almeno fino a quando, tra la fiumara di gente che batte in ritirata abbandonando lo Stadio, questa semplice ed elementare operazione matematica -tutti sappiamo che 2 più 2 fa 4 nel sistema decimale che studiamo fin da piccoli- incontra la riflessione e il commento di un tifoso deluso e frustrato che ha anche la “sfortuna” di essere zelante professore di matematica (0,1%) che con serafica professionalità tiene a precisare e puntualizzare: “DIPENDE!”
-Prof.: 2+2=4? Dipende dall’insieme di definizione!!!
Insinua il dubbio, e se ne va via.

Ma come? 2+2 potrebbe non fare 4?!?
Con reminiscenze di Matematica applica 1, e con il Supportato di Wikipedia in versione App per
i-phone 4, leggiamo:
In matematica, si pone il problema dell'insieme di definizione o insieme di esistenza di una funzione, in genere di una variabile reale e a valori reali, a partire da una espressione che si può considerare della forma y = E(x). Il problema richiede di determinare l'insieme dei valori della variabile per i quali le operazioni espresse nella E abbiano un significato, cioè consentano effettivamente di calcolare corrispondenti valori y; in altri termini, si può definire l'insieme di esistenza come "il più grande" insieme di variabilità della x che consente di dare significato alla E(x) e quindi può essere preso come dominio della funzione f(x) fornita dalla suddetta espressione.
E quindi si, ha ragione il professore, 2+2 potrebbe non fare 4!
A seguire ed integrare, le classiche “voci di corridoio” si trasformano subito in “sentenza di quartiere”.
Gira voce che la Società non sarà più quella dei 5 anni precedenti, che il Presidente abbia dichiarato pubblicamente di aver chiuso un ciclo e invita tutti a riporre sciarpe, bandiere, e striscioni, la tifoseria si avvii verso il collasso nervoso, e persino la tinteggiatura dello Stadio “Ciro Vigorito” appena rifatta, sia già sbiadita in maniera direttamente proporzionale alla prestazione della squadra.
A “ciliegina” decorativa su una torta dal sapore molto amaro la possibilità che la LegaPro, deferisca la Società, nonostante non abbia colpe, per le vicende legate al Calcio scommesse.

Sensazioni di caldo e freddo si alternano percorrendo tutto il corpo, il battito aumenta, le pupille si dilatano, la percezione sensoriale dei suoni persa insieme a tutti gli altri sensi, la pressione arteriosa e venosa si mischiano in un cocktail micidiale, la salivazione bloccata dona alla bocca la sensazione di essere ripiena di colla “Sucuzzella” mista a sabbia di mare, e il cuore, il cuore già pesantemente provato dalle numerose delusioni immagazzinate negli anni, smette di battere e inesorabilmente si spezza in due, forse anche in quattro.
Missione fallita, la teoria per smontare i dubbi è stata smontata!

Ore 18:06 circa del 5 giugno 2011.
Come in un classico film dell’orrore visto e rivisto, la sceneggiatura non cambia, stesso stadio, stesso risultato, stesso finale, stessi sono i Titoli di coda che scorrono, in sottofondo la colonna sonora di musiche, canti, e cori di festa dell’avversario di turno accompagnano l’uscita di scena del glorioso popolo giallorosso che si incammina desolato, tumefatto nell’anima, derubato del “Sogno”, ma sempre fiero, percorrendo il viale mesto del tramonto senza gloria, e come se non bastasse, ecco puntuale ad infierire con tempistica Maramaldiana il “Coreografo” che sceglie sempre lo stesso clima umido e nuvoloso con leggera pioggerellina a ricoprire lo Stadio a mò di nuvoletta fantozziana, per dirla alla beneventana maniera: “…è quando chiove fino fino!”.

Neanche il Sommo Maestro Dante Alighieri fu capace di assegnare una punizione così cinicamente crudele e atroce a nessun cerchio dell’inferno, ma se un giorno qualcuno dovesse riscrivere una versione moderna della Divina Commedia, suggerirei all’autore di inserire nell’Opera un ulteriore Cerchio infernale, il “Cerchio dei Tifosi Beneventani.”
No signori, no!
Neanche Dante Alighieri arrivò a tanto, persino Lui ebbe moderata pietà, persino Lui non infierì oltremodo sui protagonisti, la peggiore delle sofferenze descritte dall’autore toscano non arriva a cotanto dolore!

Ma proviamo ad immaginare quale potrebbe essere la sofferenza inflitta a questi dannati,
Virgilio parlando a Dante li descriverebbe così:
“Sono le anime dei Tifosi del Benevento! La punizione a loro affidata è codesta, …pur avendo uno Stadio e una Società invidiata da tutti, questi peccatori, Oops “tifosi”, hanno un Sogno, che sfiorano ripetutamente senza mai raggiungerlo, sono costretti a rivivere lo stesso campionato anno dopo anno, a guardare la “stessa” partita anno dopo anno, ad infierire su di loro con irriverente ghigno le tifoserie avversari che di volta in volta festeggiano, li deridono, e li offendono con cori e canti di gioia, tutto questo avviene e si ripete all’interno del proprio Stadio.
La loro sofferenza non conosce e non conoscerà fine, dura in eterno, …ma, non ragioniam di loro, guarda e passa!.”
Ecco, questo è quello che direbbe Virgilio a Dante, ma a noi mortali resta la speranza.

E già, perché “La Speranza è l’ultima a morire”, …ma poi muore!
In attesa di quel giorno lontano ci daranno un pò di “Erba ‘ntrattieni”.
 

Sezione: L'erba 'ntrattieni / Data: Mar 07 giugno 2011 alle 17:54
Autore: Giuseppe Calicchio
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