Un grande pezzo del suo cuore è rimasto legato alla città di Benevento. Quando si parla dei colori della città sannita, per mister Dellisanti è sempre una forte emozione, difficile da trattenere. Eccolo in questa nostra chiacchierata, nella quale abbiamo rivissuto il felice amarcord della storica promozione in C1 e affrontato la stretta attualità legata al campionato della Strega. 

Mister, anche se sono passati diversi anni, i tifosi del Benevento la ricordano sempre con grande affetto: che cosa conserva di quel lontano 13 giugno 1999, legato a quella storica promozione in C1?

Senza dubbio è stato un campionato indimenticabile, il più bello della mia carriera da allenatore. Si trattò di una promozione insperata perchè i programmi erano quelli di una tranquilla salvezza”.

Le rileggo quella formazione: Dei, Mastroianni, Compagno, Guida, Ruggero, Mariani, Campo, Di Giulio, Marra Francesco, Bertuccelli, Andreoli. Con quale attesa e spirito la squadra attendeva la vigilia della gara contro il Messina, considerata la favorita, almeno sulla carta.

“Affrontammo quella vigilia con grande tranquillità.  Eravamo consapevoli di essere una squadra che esprimeva un ottimo calcio, composta da grandi uomini. Ero convintissimo che ce l’avremmo fatta. La mia consapevolezza fu avvertita dalla squadra perchè, come ben sai, lo stato emotivo di un allenatore si ripercuote sul gruppo. Quella sera eravamo in ritiro a Gallipoli, si scherzava e rideva con tutta la squadra fino a tardi. Avevamo un grande collettivo, fatto di uomini veri. I ragazzi si aiutavano tra di loro e giocavano a memoria”.

Dopo un po’ di amarcord, veniamo alla stretta attualità: un suo parere su questa serie B e sul campionato del Benevento?

La serie B l’ho fatta da calciatore ed è un campionato duro e logorante. E’ più imprevedibile della serie A. C’è molto più equilibrio e di conseguenza anche più incertezza. Il Benevento ha un ottimo organico, diciamo che c’è ha avuto un cammino altalenante”. 

Quanto hanno influito, in maniera negativa, elementi come il Covid e gli infortuni ai quali ha dovuto fare fronte mister Caserta?

Certamente hanno avuto un peso, ma voglio premettere una cosa: un allenatore va sempre sostenuto e il Benevento lo sta facendo. Caserta è un allenatore che ha sempre fondato tutto sul lavoro, ed è giusto che sia così. Voglio ricordare che anche io, quando arrivai a Benevento, fui messo in discussione dopo cinque giornate ma la dirigenza mi fece subito sentire il proprio sostegno. Alla fine i valori usciranno fuori". 

Con quale spirito vanno affrontate le ultime gare di campionato?

“Il Benevento deve giocare queste ultime gare con la massima tranquillità perchè anche attraverso i playoff si possono ottenere obiettivi importanti. E’ fondamentale la testa e l’aspetto fisico. Tutto questo si ottiene soltanto attraverso un buon lavoro quotidiano”.

Tra i giovani presenti nella rosa del Benevento c’è qualcuno che l’ha impressionata particolarmente?

“Ci sono delle qualità importanti ma per dare un giudizio ho bisogno di dati certi. Intanto, il Benevento calcio è la città ideale per un giovane, ha una struttura solida, fatta di persone preparate. E’ logico che è fondamentale condurre una vita sana, da vero professionista”.

Come vede la gara contro il Pisa?

“Il Benevento deve essere pronto a tutto. Sono delle partite importanti perchè i risultati positivi aumentano l’autostima, ma tutto parte dalla mente. Bisogna essere sereni”.

Un saluto ai tifosi?

“Benevento è la parte più importante del mio cuore. Ogni volta che sento il nome di questa città mi commuovo. Ho allenato in tante città ma la gioia e l’amore che mi ha dato Benevento è senza eguali”.

Sezione: In primo piano / Data: Gio 24 marzo 2022 alle 16:52
Autore: Claudio Donato
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