Con il collega de La Gazzetta dello Sport, Mimmo Malfitano, abbiamo parlato del futuro del tecnico Caserta, che tiene banco in questi giorni. 

Ciao Mimmo, a Benevento si vive  una situazione paradossale: il futuro di Caserta, che sembrava arrivato al capolinea, dopo il pareggio di Genoa si è un po’ congelato. Alcuni sondaggi per De Rossi, ma nella lista rientravano anche D’Angelo e Semplici, sono stati un po’ messi da parte.  Lavorare nell’incertezza non è facile.  Qual è la tua impressione sul destino del tecnico?

“Guarda Claudio, quando una società completa la stagione con un pizzico di delusione è giusto che riveda alcuni progetti. Altrimenti succede che ai primi risultati negativi, come nel caso della sconfitta contro il Cosenza, ti ritrovi con un allenatore in discussione. Se devo essere sincero, avrei optato per un cambio della guida tecnica già da tempo. Se il progetto era quello di andare in A, direttamente o attraverso i play off, evidentemente bisognava aprire un nuovo ciclo con un tecnico diverso. L'incertezza non aiuta né i calciatori e né il tecnico Caserta”.

Da attento osservatore hai anticipato la mia prossima domanda: era chiaro che Fabio Caserta, ai primi risultati negativi, sarebbe tornato nuovamente nell' occhio del ciclone. Con la sua conferma, la dirigenza ha commesso un errore?

“Se la volontà era quella di cambiare bisognava farlo subito. Se è così è stato commesso un errore”.

Su questa squadra sono state dette tante cose. Si è parlato di mancanza di carattere, assenza di leader. Qual è la verità?

“Io faccio parte di quella schiera di persone che ritiene l’allenatore incisivo al 30%. Le altre responsabilità ricadono sui protagonisti che vanno in campo. Anche io, lo scorso anno, ho avuto la sensazione di una debolezza dal punto di vista caratteriale. Caserta vede i calciatori tutti i giorni e conosce la squadra meglio di tutti. Da osservatore esterno il mio parere è quello di una squadra che abbia delle mancanze dal punto di vista caratteriale”.

Arriva il Frosinone, altra gara difficile. Il Benevento dovrebbe riproporre il 3-5-2 visto a Genoa. Siamo al cospetto, forse, del sistema di gioco che offre maggiori garanzie. Il punto focale, però, resta uno: bisogna risolvere la questione tecnica, che rischia di diventare anche stucchevole. 

“La mia meraviglia nasce da tutto questo impasse. L’unico ragionamento, che mi porta a pensare ad un rinvio della situazione, è stato il risultato positivo di Genoa. Prendere certe decisioni, nel caso specifico, non è facile. Ci sono delle logiche da valutare. Mandarlo via dopo Genoa avrebbe potuto creare confusione nello spogliatoio”. 

Il tuo sentore sul tecnico qual è?

“Se devo limitarmi a quello che vedo durante le gare, allora dico che mi sarei aspettato di più sia dal punto di vista del gioco che di alcune scelte. Queste sono mie considerazioni, ci mancherebbe, in quanto non seguo quotidianamente il lavoro del tecnico. Se mi chiedi cosa avrei fatto, ti rispondo che avrei optato per un nuovo tecnico. In questa vicenda ci sono due aspetti: un esonero dopo Cosenza o Genoa, in entrambi i casi, non ti avrebbe risparmiato una marea di critiche. Posso comprendere il ragionamento del tifoso, ma un addetto ai lavori è giusto che prenda una decisione dopo profonde riflessioni”.

Come vedresti De Rossi?

“Non mi convince. Abbiamo la cattiva abitudine di pensare che un campione possa diventare anche un grande allenatore. L’esempio più grande lo abbiamo avuto con Maradona. Ti premetto che sono stato un grande ammiratore del De Rossi calciatore. Sulla panchina del Benevento vedrei un tecnico di esperienza, in grado di dare alla squadra un certo carisma. Benevento è una piazza che può stare tranquillamente in A. Prima che arrivasse la proprietà straniera che cosa aveva lo Spezia più del Benevento?”.

Una cosa è certa: nelle decisioni il cuore deve essere messo da parte. Un po’ come ha fatto De Laurentiis se partiamo dal periodo dell’ammutinamento fino all’ ultimo mercato. 

“Esattamente. Chi mi conosce sa il mio rapporto conflittuale con la presidenza. Nonostante tutto gli riconosco, imprenditorialmente parlando, una grandissima capacità. Con le sue innovazioni sta stravolgendo il calcio italiano. Aggiungo, però, che accanto ha anche uno dei più grandi direttori sportivi: Giuntoli sta facendo delle cose incredibili”. 

Sezione: In primo piano / Data: Lun 22 agosto 2022 alle 19:11
Autore: Claudio Donato
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