Tutta un’altra storia: si potrebbe sintetizzare così la nuova avventura del Benevento in Serie A, se la si paragona alla prima di ormai tre campionati fa. La continuità, dopo più di 3 anni, è rappresentata solo dall’avversario: la Sampdoria. Tutto il resto…no, non è noia…ma gioia.

È una gioia per gli occhi, infatti, veder giocare questo Benevento. Eppure la giornata (il pomeriggio) non era iniziato col piede giusto, anzi. L’errore in disimpegno di Montipò, costato il primo svantaggio, e l’immediato raddoppio di Colley, sembravano cattivo presagio di una storia che pareva ripetersi.

Invece, come detto in apertura, questa è e sarà – ne siamo sicuri - tutta un’altra storia.

Il doppio colpo sferrato dai genovesi avrebbe potuto stendere anche un toro, ma non questo Benevento, non il Benevento plasmato dalla triade sannita Vigorito – Foggia – Inzaghi.

Quante volte lo abbiamo detto la passata stagione? Questo è un gruppo che, sotto la guida di Super Pippo, ha acquisito una mentalità e una consapevolezza da grande squadra e da tale si comporta, anche quando, in una categoria diversa, l’aggettivo “grande”, inteso nel senso dei valori tecnici assoluti, poche volte gli verrà assegnato, almeno nei pronostici.

E allora, quando sul 2-0 per la Samp, tutti – o quasi – si sarebbero aspettati che i giallorossi si disunissero e lasciassero praterie e campo ai doriani, proprio in quel momento è venuta fuori l’esperienza e la personalità dei vari Caldirola, Schiattarella, Glik (per fare qualche nome). Qualità caratteriali grazie alle quali i “senatori” hanno guidato i più giovani (pensiamo all’ottimo esordiente Foulon) e dato sicurezza a chi, ad esempio Montipò ieri, poteva subire un choc emotivo per l’errore commesso. Invece, proprio nelle difficoltà, l’undici di Inzaghi ha trovato nuova linfa, preso in mano le redini del gioco e iniziato a giocare a calcio e anche molto bene, a dimostrazione che la rimonta non è stata frutto di episodi ma naturale epilogo di una partita a tratti dominata (basta leggere le statistiche).

Senza apparire ingenerosi, tre anni fa, a volte anche nella stagione post – retrocessione targata Bucchi – che ha comunque fatto bene -, sarebbe bastato molto meno per tirare i remi in barca e vedere una squadra in balìa dell’avversario.

Così non è stato ieri e difficilmente succederà perché questa è e sarà “tutta un’altra storia”.

Sezione: In primo piano / Data: Dom 27 settembre 2020 alle 14:56
Autore: Gerardo De Ioanni / Twitter: @@GerardoDeIoanni
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