Vincere e continuare a correre lì davanti. Questo era l’unico obiettivo per noi e, come sempre quest’anno, è stato raggiunto per la gioia dei tifosi e della stessa squadra. L'aforisma (Giulio Andreotti) usato come titolo del "Punto" non è stato scelto di certo a caso. Un certo nervosismo è palpabile, ogni giornata sempre più evidente, ma non soltanto in casa giallorossa. Credo che sia quasi scontato, la posta in gioco è altissima, e immagino che sarà sempre peggio... Ed è questo che ci deve dare ulteriore forza, con la consapevolezza di essere un "gorsso problema" per gli altri. O no?

Il derby con il Savoia non resterà certo nella memoria collettiva dei tifosi per il gioco e i valori tecnici espressi. La partita è stata nervosa: oltre “il campanile” erano fortissime le motivazioni per entrambe le formazioni, anche se diametralmente opposte. Il Benevento con la determinazione di continuare nella striscia positiva, i bianchi torresi per provare ad aggrapparsi saldamente al treno salvezza. Ovvio che, sul campo, non ci sia stato spazio per “l’accademia” e l’utilizzo del fioretto. Tanta “spada” in una partita bloccata e risolta, nella costruzione, dallo spunto individuale di uno dei migliori in assoluto di questo Benevento Calcio targato Brini, ovvero Alessio Campagnacci.

La forza della nostra squadra è proprio questa: oltre la straordinaria compattezza di un collettivo qualitativamente superiore, c’è la peculiarità dei singoli. Ognuno dei calciatori giallorossi ha quel qualcosa in più rispetto alla media e questo gli consente di tirare fuori colpi vincenti, quando meno gli avversari se lo aspettano. E, per una squadra che punta al salto di qualità, questa caratteristica double face è fondamentale, strategicamente vincente. Dove non arriva il collettivo ci pensa il singolo e viceversa. La "squadra" per eccellenza!

Qualche mugugno sulla prestazione di qualche calciatore l’ho sentito, ma a mio parere è assolutamente ingiustificato. E’ vero, Brini ha mandato in campo dal primo minuto Som, D’Agostino, Melara che non sono al top della condizione. La squadra complessivamente ne ha risentito, è innegabile, ma io credo che la scelta del tecnico sia stata la migliore, per quanto “rischiosa”. I calciatori succitati hanno bisogno di accumulare minutaggio in gara ed è stato molto meglio farlo adesso che, eventualmente, in partite con più alto coefficiente di difficoltà. La guarigione completa passa proprio dal campo di gioco, da quel clima agonistico che solo in campionato si può respirare. E poi c’era assolutamente bisogno di far rifiatare qualche stoico che, in questi mesi, si è sacrificato oltremodo. Bisogna essere razionali, accuratamente ragionieri nel gestire le risorse fisiche di ognuno della rosa, altrimenti trentotto partite non si potrebbero giocare sempre al meglio della condizione, senza immaginabili ripercussioni su prestazioni e risultati.

Non condivido la “tensione” per i risultati delle avversarie. Personalmente considero come vincenti, a prescindere, le squadre che ci tallonano. Quindi, l’attenzione deve essere soltanto per ciò che accade in casa nostra. Non occorre crearci ulteriori preoccupazioni. Il potere logora... chi non ce l’ha! Non cadiamo nelle trappole emotive che, vengono posizionate da chi (non soltanto da estranei alla nostra  città) ha tutto l’interesse a destabilizzare o a creare eccessi d’ansia. A prescindere dai numeri di classifica bisogna comunque continuare a fare punti nel lungo cammino che conduce alla fine del campionato. Che ci sia una squadra ad inseguire a due o a dieci lunghezze non deve fare differenza. L’atteggiamento della squadra deve essere lo stesso e non bisogna neppure pensare di poter speculare sul vantaggio, di qualsiasi entità esso sia. Per vincere c’è bisogno sempre della stessa concentrazione e di quel Benevento che oramai abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare.

Partite difficili e scontri diretti ne avremo noi ma ci saranno anche per le altre squadre. C’è tanta strada ancora da fare, muri altissimi da scalare, difficoltà in ogni gara, insidie e tranelli su ogni campo. Chi ha pensato di avere già vinto ha commesso un grosso errore, direi imperdonabile. Fabio Brini e i suoi ragazzi sanno bene quanto sia arduo il loro compito, per nulla scontato nessun risultato. Stesso atteggiamento deve essere quello dei tifosi, che devono preparasi ad ogni partita con lo spirito giusto, non esaltandosi per una vittoria ma neppure deprimendosi in caso di qualche intoppo.

Oggi la classifica è solo un dato numerico, meramente illusorio. La realtà è sul rettangolo verde e ci rimarrà per altre sedici partite. Personalmente ho piena fiducia nella squadra e la consapevolezza che tanto ancora può fare, e anche di meglio. Questo gruppo ancora non si è potuto esprimere al meglio e, a proposito dei singoli, molti di loro hanno ancora tutto da dimostrare e tantissimo da dare, di certo avranno il modo per farlo nel prosieguo del torneo. Rimaniamo tranquilli, godiamoci il primato, fino alla prossima gara, ricordando sempre che ogni partita che dovremo ancora disputare sarà come una finale, da vincere insieme, credendoci, perché uniti si vince e solo così.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Lun 26 gennaio 2015 alle 10:45
Autore: Marcello Mulè
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