E’ bastato un pareggio per alimentare il fuoco del pessimismo, per riaprire critiche e far crollare quelle certezze che, sul campo, la squadra di Brini aveva invece costruito, con pieno merito. Meglio spazzare ogni possibile dubbio: le ultime due gare non sono state giocate bene dai nostri giallorossi. Due prestazioni non certo "di livello" per una capolista. E mentre con il Melfi l’ardore e la rabbia hanno offuscato quello che si è palesato come “il problema”, con il Barletta esso è stato più evidente: una “flessione”. Perché di flessione si è trattato, non saprei se calo di concentrazione o l’effetto sulle gambe di eccessive tensioni, anche extracalcistiche. Un evento fisiologico probabilmente, e d’altronde questo gruppo sta tirando la volata da inizio campionato, ci può stare, non sono mica dei robot.

Concludo qui, non credo sia il momento di fare ulteriori critiche soprattutto perché, di questa squadra e del tecnico io ho la massima fiducia. Le somme si tireranno a maggio e comunque non quando mancano ancora undici gare alla fine del campionato. Finito? Si, almeno per quanto riguarda i giallorossi, cosa potrei aggiungere sull’andamento di una squadra che ha fatto una media di 2,222 punti a gara? Un cammino monstre, si rasenta la perfezione. Diffidate chi obietta e “urla” che la squadra non ha gioco e amenità varie. Evidentemente costoro capiscono ben poco di calcio e soprattutto di terza serie. Guardate ai risultati, sono soltanto i numeri che si esprimono “a ragione”.

Questo calcio mi fa schifo. Sono profondamente nauseato. Non è la prima volta che mi esprimo in questi termini poco consoni ad uno sport e alla Vostra attenzione, e per questo mi scuso, ma dovevo scriverlo. Sono certo, però, che condividete il mio stesso disappunto (eufemismo) e che abbiate capito. La scorsa estate io ebbi un momento di debolezza (ancora eufemismo) e abbandonai questa passione, ovvero lo scrivere della mia squadra del cuore. Una sorta di protesta “solitaria” e certamente inutile contro il sistema calcio. Già certi giochetti a tavolino del precampionato mi avevano messo in allarme. E, consentitemi l’immodestia, troppi campionati ho vissuto per non saper riconoscere il pericolo e non capire certe dinamiche. Non sono un esperto, non ho un passato da ex calciatore, semplicemente il pieno vissuto attento di chi, con grande passione, ha dato tutto e chiesto nulla in cambio. Così come un amore puro richiede, per essere tale. Non sono l’unico, come me siamo in tanti.

Costretto da un’enorme “pressione psicologica”, esercitata dai miei amici e colleghi Cosimo Calicchio e Andrea Bardi, decisi di rientrare nei ranghi. C’era bisogno di supporto, almeno mediatico, al progetto Benevento, e mi convinsero di nuovo a rimettermi alla tastiera del PC. Bisognava dare una mano, ognuno per il suo ruolo. Ho continuato a raccontarvi le mie opinioni, a dare i miei giudizi, magari incondivisibili o sbagliati, ma certamente scevri da qualsiasi contaminazione. Disinteressati, ecco, ma questo termine purtroppo, pare essere anacronistico. Io so di essere una persona molto istintiva, che agisce sull’impulso delle emozioni. Un difetto enorme, considerata anche l’età che avanza. Per questo motivi sono io stato anche deriso, molto spesso messo da parte e qualche volta "usato", anche da chi non mi aspettavo e questo mi ha molto segnato. Mi riferisco sempre e solo al mio provare ad essere giornalista, sia chiaro. Ho sempre fatto finta di nulla, l’amore per la maglia era troppo forte, ma non ho certo dimenticato e ho fatto, ahimè, tesoro di quanto accadutomi.

Credo che basti però. Non è più sport, non è più calcio. Non c’è più divertimento. Ciò che accade sul campo ha poco a che fare con il pallone di cuoio. Ha ragione chi si è stancato ed ha iniziato a battere i pugni sul tavolo. Brini, e a lui si è accodato l’attaccante torrese Scarpa. Ma anche altrove qualcosa sta emergendo con il palese disappunto di chi subisce certe sporche dinamiche. Ad esempio, su alcuni siti web barlettani c’è tanto da leggere, oppure leggi i quotidiani sportivi online e apprendi che -magia!- a Torre Annunziata arriveranno i soldi per gli stipendi perchè è stata sbloccata la fidejussione in lega... Che combinazione, vero?  Basta, io non consentirò più a nessuno di giocare con i miei sentimenti, con la mia passione. Non posso più accettarlo. Non posso più essere testimone impotente di una scandalosa macchinazione neanche più sotterranea tanto è evidente, messa in pratica senza alcuna vergogna. Il calcio è finito, si è spenta qualsiasi emozione, quella fiammella che ha sempre alimentato la mia speranza e l'entusiasmo, da tutti noi condivisi.

Questo calcio fa schifo. Alcuni attori di questo mondo fanno schifo. Gente immorale, indegna di rivestire incarichi e/o ruoli nello sport. Soggetti arroganti, impuniti, prepotenti, meschini. Ma non sono soltanto io la vittima. Siamo centinaia, migliaia, in tante città, legati ad altri colori. Siamo tutti coinvolti passivamente, nessuno è escluso. Siamo tutti vittime, all’oscuro (o quasi) di quanto accade e complici o almeno favoreggiatori se non troviamo il coraggio di ribellarci, opporci, di dire basta. Non rinnego nulla di quanto scritto nel passato, io ho la strega cucita sul cuore e questa la mia vittoria più grande. Alla faccia di chi ci ha usato, di chi gioca alle nostre spalle per esclusivo interesse economico, per malaffare.

Fin’ora ho scritto in prima persona, ma non per protagonismo, semplicemente perché non ho “deleghe”. Io non ho paura di esternare ciò che provo, non mi nascondo dietro silenzi o paraventi mediatici. Non mi sono mai permesso di fare il portavoce, per rispetto del Lettore e dei tifosi, e per chi, in questo momento storico, è confuso, vuole capire, sta rendendosi conto che qualcosa non quadra. Io posso soltanto esprimere mie opinioni, non ho certezze, non ho prove certe, soltanto indizi, a decine.

Mi dispiace solo aver dovuto cambiare idea su una passione che coltivo da oltre quarantacinque anni. Dovrò spiegare ad un figlio adolescente che, quella stessa passione nata in lui, forse è sbagliata e pericolosa. Che si dedichi di più allo studio o a sport meno legati al dio denaro e lasciasse stare scarpini chiodati e il pallone. Il calcio, questo calcio, è roba da adulti, vietato ai minori di 18 anni. Ma soprattutto vietato alle persone per bene. Ad majora, Amici e Lettori.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Lun 02 marzo 2015 alle 10:00
Autore: Marcello Mulè
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