Ci stiamo tutti amabilmente crogiolando nell'entusiasmo, da quando tempo aspettavamo un momento così? Il primo posto in classifica ci "scalda" molto più di questo tiepido e piacevole sole novembrino. Benevento calcistica è allagata da fiumi di retòrica calcistica, è vero, ma è assolutamente giustificata e per certi aspetti anche benefica. In verità eravamo tutti un po' stanchi di stare con il naso all'insù a guardare la vetta della classifica, con altre compagini a fare strada e noi dietro ad arrancare.

Vincere e convincere con continuità, finalmente, alimenta quella retòrica frutto esclusivo di risultati assolutamente meritati sul campo. Piccole ma intense gioie, domenica dopo domenica è così e, anche se nulla è stato ancora conquistato, questo rappresenta un "momento di ristoro" per l'intero ambiente giallorosso, affamato atavicamente di gioie. Vogliamo esaltarci, finché dura, e se leggerete troppi complimenti in questi giorni non scandalizzatevi, perché il bello -e sì- non è ancora venuto...

Domenica scorsa abbiamo avuto l'ulteriore conferma di quanto sia difficile questo campionato e delle molteplici insidie che si nascondono in ogni gara. Nessuna avversaria è da sottovalutare, a maggior ragione considerando le rispettive classifiche. Il Benevento che ancora una volta è stato meritatamente vittorioso, ha saputo soffrire, lottare e mantenere compattezza e lucidità anche al cospetto di una squadra, la Vigor Lamezia, che senza alcun timore reverenziale ha provato ad affondare i colpi sfruttando anche un certo calo - mentale? - e il visibile gap numerico a centrocampo, chiaramente in suo favore. Merito di uno forte e condiviso spirito di squadra dei giallorossi e dell'assimilata regola fondamentale che Fabio Brini ha inculcato ai suoi: badare al sodo. Solo al sodo, e io sono assolutamente d'accordo.

Gli stregoni, quando passa in vantaggio, immediatamente abbassano proprio il baricentro, forse troppo, con tanto anticipo anche rispetto al termine della gara. Non saprei dire se è frutto di una tattica ben precisa, di certo è per intasare gli spazi la nostra trequarti e chiudere ogni possibile varco alle azioni offensive avversarie per poi partire con veloci azioni di rimessa. Però a volte sembra che rischiamo troppo, l'episodio o la disattenzione sono da contemplare nell'arco dei novanta minuti e non possiamo sempre contare sulla buona sorte o sulla bravura dei singoli nel disimpegnarsi. E' anche vero che Brini, purtroppo, in ogni gara di questo campionato ha dovuto fare di necessità virtù visti i continui infortuni, quindi con sostituzioni forzate ha dovuto reinventarsi la squadra snaturandola e creando qualche scompenso tattico. In altre parole, spesso ha dovuto affrontare una vera emergenza. Però, pragmadicamente, si potrebbe tenere la nostra linea Maginot almeno dieci metri più in alto, e rischiare probabilmente di meno. Ovviamente è una mia personalissima considerazione e comunque credo sia l'unico appunto che si possa muovere oggi a tecnico e squadra.

Salta salta lo stregò, canta la curva, insieme a tutto lo stadio e cantano anche i calciatori. Inutile fingere normalità e provare a darsi un tono, sappiamo tutti che stiamo vivendo un magic moment. Non è certo casualità, questo è il frutto di lavoro e sacrificio da parte dei calciatori. Ed è il giusto compenso, provvisionale, per chi da sempre su quegli spalti, ha imparato a soffrire e ad ingoiare qualche boccone amaro di troppo continuando ad amare quei colori. Nessun pensiero al maggio del 2015 perché il campionato, questo terribile torneo, dovremo giocarcelo partita dopo partita, perché è difficilissimo. Gioire ed esaltarsi non vuole certo dire illudersi. Questo si, sarebbe un errore grave da parte di tutti. Godiamoci pienamente il momento, abbandoniamoci anche alla goliardia, ma rimaniamo sempre pronti e vigili, perché potremmo dover affrontare qualche intoppo, assolutamente preventivabile, ce lo ricorda da sempre il teorema di Bernoulli o legge dei grandi numeri che dir si voglia...

La classifica da gustarsi, i cori e i canti ormai sulla bocca di tutti, anche fuori dallo stadio, la gioia, l'ottimismo imperante: va tutto più che bene. L'importante è che quando la squadra scenderà di nuovo in campo, tutti ritornino consapevoli delle difficoltà oggettive che dovremo affrontare. Quindi, vada per i festeggiamenmti a riempire la settimana lavorativa altrimenti pesante e monotona, ma quando gli undici in giallorosso scenderanno in campo, dovremo tornare ad essere tutti straordinariamente concentrati. Io credo che ci voglia grande equilibrio, fisico e mentale, per camminare sul filo teso che porta alla gloria, senza cascare giù. Chi lo fa, finisce nel baratro. Chi riesce invece a percorrerlo, passo dopo passo, con tutti gli scossoni e le paure possibili, arriva salvo alla meta. Per noi non è più un sogno, ma un progetto realizzabile. Possiamo farlo, tutti insieme, perchè uniti si vince, e solo così.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Mar 04 novembre 2014 alle 06:00
Autore: Marcello Mulè
vedi letture
Print