Un’autentica disfatta, una sconfitta senza attenuanti, praticamente della gara contro il Frosinone non c’è veramente nulla da salvare. Il Benevento visto ieri al Vigorito ha lasciato tutti senza parole. La seconda sconfitta consecutiva in casa, rimediata contro un’altra diretta concorrente ai vertici del campionato ha lasciato decisamente il segno.

I giallorossi di Caserta si sono risvegliati all’improvviso grazie ai 4 schiaffoni presi in pieno volto dai ciociari. E gli schiaffoni potevano anche essere di più. E badate bene, non ci si può aggrappare a nessun alibi, neanche a quello della sciagurata espulsione di Glik dopo soli 25 minuti, perchè anche il  Benevento visto in 11 contro 11 aveva rischiato più volte di capitolare. Se lunedì scorso avevo cercato di giustificare la sconfitta a pochi minuti dal termine contro il Brescia dell’ex Inzaghi, questa volta è veramente difficile poter dare una spiegazione logica ad una debacle del genere. Se contro  i lombardi il gol era arrivato per un’incredibile infortunio tecnico occorso al nostro capitano, contro il Frosinone la squadra è sembrata sfilacciata, senza idee, svogliata, e in più di un’occasione ha dato l’impressione, sin dai primi minuti, di essere una sorta di vittima sacrificale, come se il destino fosse già segnato. Il perché di tutto questo dovrebbe provare a spiegarcelo mister Caserta che in conferenza stampa, in maniera onesta e sincera, d’altronde come già gli è capitato di fare in altre occasioni, ha ammesso che non c’è nulla da salvare e chiesto scusa a tutti per la sonora sconfitta rimediata senza neanche aver dato la sensazione di combattere.

Proprio per questo sono stati giustissimi i fischi da parte dello sparuto pubblico presente ieri al Vigorito: la nostra tifoseria quando capisce che la “maglia” viene onorata, in passato ha dimostrato  in più di un’occasione di sapere applaudire anche dopo retrocessioni e cocenti sconfitte, proprio perché l’importante per la nostra gente è che in campo sia evidente l’impegno profuso da parte di chi veste i nostri colori, cosa che senza dubbio ieri non si è visto.

Prestazioni del genere, danno purtroppo ragione a chi è rimasto al calduccio sul divano; si è dato una sorta di alibi a chi anche ieri ha disertato il Vigorito e a chi continua a sparare m***a sui social (scusate il francesismo).

C’è un po’ di tutto in questa disaffezione generale e la colpa è da dividere in parti uguali, tra tutte le componenti. Proprio così, perché se quando si vince, si dice che si vince tutti insieme, penso che a maggior ragione anche nella sconfitta bisogna andare a ricercare bene dove sono “nascoste” le colpe.

Indubbiamente questa squadra non riesce ad entusiasmare e a riscaldare i cuori della tifoseria, e su questo non ci sono dubbi. Oltre al discorso prettamente tecnico su cui si potrebbe disquisire e su cui tornerò più avanti, è evidente che tra coloro che oggi vestono la nostra maglia, sono pochi i calciatori che possono incarnare lo spirito gladiatorio e battagliero che piace ai tifosi ed in particolare a quelli della strega. Diciamo che la maggior parte dei calciatori che formano il roster di quest’anno assomigliano più ad un nugolo di ragazzotti che in campo spesso danno l’impressione di essere dei “pulcini bagnati” che altro. Se poi ci mettiamo che quelli che dovrebbero guidare il gruppo in campo e fuori, in quanto ad esperienza e nerbo spesso vengono meno, chi per un motivo o per un altro il quadro diventa ancora più desolante. Tornando alle colpe, sicuramente ne ha anche la società che, a mio modo di vedere, ormai sembra essersi “disconnessa” completamente con l’ambiente: troppi episodi hanno incrinato il rapporto negli ultimi tempi, troppe decisioni sono state prese un po' troppo superficialmente e hanno contribuito a minare un rapporto che prima era idilliaco, creando amarezza e disorientamento. Le parole se le porta via il vento (guarda un po’) e non basta sbandierare la parola “insieme” per poi pretenderla nei fatti solo a senso unico e in particolare dalla gente.

Sopprimere la scuola calcio in città, cambiare la maglia a cui la gente è affezionata da una vita (quella storica a strisce verticali giallo-rosse), non creare nessuna azione di marketing e di unione tra la squadra e la tifoseria con l’obiettivo di creare attaccamento e coesione a maggior ragione dopo un’amara retrocessione come quella dello scorso anno, sono solo alcune delle pecche che hanno raffreddato, a mio modo di vedere, il rapporto con la piazza.

La stessa piazza che ha dovuto per colpa del covid assistere alla sua seconda serie A della sua storia da lontano e che comunque anche dopo la retrocessione non si è mai abbandonata a contestazioni o critiche esagerate, doveva essere gratificata e ringraziata invece di essere quasi “abbandonata”. Troppe sono ancora le domande rimaste senza risposte in merito ad un’amara retrocessione come quella dell’anno scorso arrivata incredibilmente dopo un girone di andata quasi “monstre”.

Ma anche la tifoseria ha le sue colpe; a prescindere da quelli che salgono solo sul carro dei vincitori e che in particolare nelle ultime settimane ha deciso di disertare gli spalti del Vigorito e che non prendo proprio in considerazione, anche i ragazzi della Curva ora come ora dovrebbero fare una sorta di reset e capire che quello a cui stiamo assistendo ultimamente è mortificante. Mi permetto di dare questo giudizio proprio perché conosco tanti che ancora oggi macinano km e fanno tanti sacrifici per seguire la squadra, e perché so come la pensano anche in merito alla mentalità che deve avere un ultras avendo avuto anche io un passato da “curvaiolo” diciamo così.

Proprio a loro mi permetto di fare un appello: sedetevi ad un tavolo magari con una bella birra tutti insieme, parlatevi e cercate di riunirvi. Non è possibile ogni domenica concedere alle tifoserie ospiti il privilegio di giocare in casa, lasciando le chiavi del nostro stadio ai dirimpettai di turno. Ragazzi non so se l’avete capito, ma purtroppo non vi sentite, e quelle poche volte che ci riuscite, negli altri settori arrivano spesso 2 cori che si sovrappongono. Come possiamo pretendere dal "gruppo squadra" unione di intenti se noi siamo i primi dagli spalti a non dimostrarla? Io credo che la notizia di una Curva riunita riaccenderebbe l’entusiasmo di tanti tifosi, anche di quelli che oggi vuoi per un motivo, vuoi per un altro stanno disertando i gradoni del Vigorito. Una “reunion” sarebbe una scintilla importante, una sorta di panacea in un’annata che di questo passo potrebbe invece diventare anonima e avara di soddisfazioni. Ragazzi pensateci e provateci, perché credo che sarebbe molto importante per tutto l’ambiente.

Detto questo, come anticipato, cerco di dare anche una mia personalissima opinione dal punto di vista tecnico. Credo che sia evidente che arrivati al giro di boa della prima parte del campionato al momento mister Caserta ancora non abbia trovato un assetto preciso sia tattico che di uomini su cui puntare. A prescindere dai moduli e dai numeri, questa squadra sta dimostrando spesso mancanza di carattere e cattiveria agonistica indispensabile in un campionato come quello di serie B. Ma purtroppo queste caratteristiche o ce l’hai oppure no, ed è proprio in sede di calciomercato che bisogna andare a ricercarle e non è successo, ma questo è un altro discorso.

Se da un lato non si può pensare che una squadra che in serie B può permettersi il lusso di avere in rosa gente come Glik, Letizia, Barba, Lapadula, Ionita, Paleari, Moncini, Sau, Insigne, Improta e compagnia bella, non possa essere annoverata di diritto tra le candidate alla promozione, dall’altra sono evidenti le lacune di organico a cui ogni settimana bisogna cercare di sopperire. Ci vuole onestà intellettuale ed obiettività quando ci si lancia in analis ed opinioni proprio per questo credo che nessuno possa scandalizzarsi se diciamo che il paragone con il migliore centrocampo della serie B che avevamo negli ultimi anni è imbarazzante rispetto a quello che abbiamo oggi a disposizione. Perché oggettivamente Acampora non è Hetemaj, Calò non è Viola e Viviani non è Schiattarella. Lo stesso Elia, da quando è arrivato ancora non l’ho visto una volta saltare un uomo, cosa di fondamentale importanza per un esterno. E con tutto il rispetto, se si doveva andare a prendere uno come Masciangelo forse era meglio tenersi qualche ragazzo della nostra “cantera” come per esempio Sparandeo venduto a titolo definitivo (come si dice? Ciccio per Ciccio…continuate voi).

Se poi ci mettiamo Letizia che inspiegabilmente ancora non è stato blindato, e non riesco ancora a capire perché con certi importanti calciatori la società per provare a rinnovare si riduca sempre a pochi mesi dalla scadenza dei contratti, Glik che gioca con sufficienza un campionato in cui pensa (a torto visto quanto sta dimostrando) di non ritrovarsi, Lapadula che a prescindere dall’impegno che mette a differenza di altri, sicuramente avrebbe voluto calcare altri palcoscenici dopo le buone prove in Coppa America, Insigne che non garantisce mai giocate che dovrebbero fare la differenza, Moncini che sembra aver scordato come si mette un pallone dentro una porta, il quadro della situazione è bello che fatto.

Insomma una situazione generale particolarmente complicata che andrebbe cambiata sotto tutti i punti di vista. Adesso c’è la sosta che arriva come una specie di manna dal cielo, per provare a resettare e a capire come andare avanti sotto tutti punti di vista. Ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità e provare a caricarsi sulle spalle la situazione per il proprio ambito di competenza. Società, squadra, tifoseria e stampa è arrivato il momento di fare ognuno la propria parte ma per davvero se vogliamo bene al “nostro” Benevento. Come dice una canzone tanto cara al nostro ambiente, “Il dovere di un sannita è non mollar”... eccodimostriamolo tutti insieme, ma per davvero e non solo a chiacchiere. Forza Benevento!

Sezione: L'EDITORIALE TB di C.Calicchio / Data: Dom 07 novembre 2021 alle 14:29
Autore: Cosimo Calicchio
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