21 marzo 2021 Juventus Stadium, ancora nel bel mezzo delle disposizioni di chiusura degli stadi per la pandemia da Covid, il Benevento di Inzaghi batte la Juventus di Ronaldo in trasferta per 1-0 con una rete di Gaich.

04 maggio 2025 al Ciro Vigorito è la Juventus Next Gen ad uscire vincitrice umiliando la strega con un risultato di 5-1 nella prima gara play off di serie C. 

Quella contro la Juve di 4 anni fa fu forse il punto più alto della nostra storia calcistica, la stessa che ci stava portando verso una salvezza tranquilla alla seconda partecipazione ad un campionato di massima serie.

Dalla Juve A a quella Juve B ne è passata acqua sotto i ponti. In questi 4 anni infatti siamo passati dal punto più alto della nostra storia ad una caduta talmente forte da farci svegliare tutti attoniti e intontiti. 

Nessuno infatti avrebbe mai pensato in quei giorni di gioia incredibile che da quella vittoria allo stadium sarebbe iniziata un’inesorabile parabola discendente che in così poco tempo ci avrebbe visto sprofondare nuovamente dalla serie A al mesto ritorno in serie C. Mai infatti ci saremmo immaginati di ritornare nel pantano della terza serie. Tifosi, giornalisti e addetti ai lavori andavano ripetendo che fin quando ci sarebbe stato il Presidente Vigorito non saremmo mai e poi mai retrocessi in serie C, proprio perché tutti sapevamo e sappiamo bene che è più facile salvarsi in B che vincere un campionato di serie C.

Ed invece come in un brutto sogno, il ritorno in C si è materializzato e la riorganizzazione è durata un po’ di tempo tra incomprensioni, spese e strascichi di annate storte e giocatori senza carattere (palle…) e riconoscenza che negli ultimi anni hanno loro malgrado vestito la nostra maglia. In 4 anni è’ evidente che si è sbagliato di tutto e di più, fino ad arrivare alla beffa di un campionato come quello dello scorso anno che aveva visto laurearci campioni di inverno e che non avrebbe mai presagito un girone di ritorno più che deficitario chiuso con un mesto settimo posto a distanza siderale da quell’Avellino promosso in B che addirittura, a metà torneo era stato anche a 8 punti dietro. 

Immobilismo, errori di vedute, forse anche un pizzico di presunzione hanno posto le basi per una debacle che aveva lasciato scorie, mugugni e anche contestazioni per la prima volta anche verso il Presidente. Quella antipatica canzoncina che riecheggiava cantata da gruppetti “Vigorito devi vendere, vattene” era evidente essere più uno sfogo di una tifoseria che in quasi 20 anni di grande presidenza non si era mai sentita “tradita” dal suo condottiero e che ad un certo punto si era ritrovata quasi spiazzata. Sogni in frantumi e la sensazione di una certa “stanchezza” da parte della proprietà ad andare avanti la facevano da padrone.

Come in una grande storia d’amore tra 2 innamorati che si erano amati tanto, e che in alcuni momenti si dicono anche cose che realmente non pensano. 

E allora, quella sconfitta ai play off rimediata contro la Juve Next Gen è stata una sorta di sliding Doors, un punto di non ritorno dal quale ripartire oppure lasciare. Il fondo era stato più che raschiato e il futuro da ricostruire sembrava alquanto nebbioso, difficoltoso e cupo. Ma ecco che riassorbita la delusione e riorganizzate le idee, all’improvviso come un tuono è tornato Oreste “Magno”, ovvero il Presidente che abbiamo imparato a conoscere, quello che se vuole riesce ad infiammare la tifoseria. Quel Presidente che quando si mette in testa una cosa e si pone degli obiettivi poi difficilmente non li raggiunge. Quando circa 20 anni fa con il Benevento in C2 appena acquistato gli chiesero quali erano gli obiettivi che voleva raggiungere e candidamente risposte ai giornalisti presenti che era quello di arrivare in serie A, molti sorrisero e quasi lo presero per pazzo. Beh, Oreste “Magno” sappiamo tutti cosa è riuscito a realizzare e cosa ci ha fatto vivere concretizzando i nostri sogni più sfrenati. 

Proprio per questo non suscita scalpore un mercato come quello che sta portando avanti. Il Vigorito di oggi è diverso da quello che abbiamo conosciuto 20 anni fa e che aveva già avuto successo nelle sue attività ma che stava imparando a fare il dirigente di una squadra di calcio come anche ha sottolineato in più di una occasione. Il Vigorito di oggi ha prima di tutto ampliato e rafforzato la compagine societaria inserendo quelle figure indispensabili e di “fiducia” all’interno dell’organigramma e che incarnano quella “beneventanità” tanto agognata dalla tifoseria che chiede prima di tutto di “sudare” e rispettare la maglia giallorossa. Dopo aver messo alla porta tutti quei calciatori che di fatto rappresentavano il marcio in quello spogliatoio che era imploso al termine del girone di andata dello scorso anno mandando in frantumi quel sogno di raggiungere la serie B, ha operato una campagna di rafforzamento oculata andando ad inserire prima di tutto calciatori con determinate caratteristiche fisiche e soprattutto caratteriali. Diversi “capitani” idoli delle tifoserie hanno abbracciato il progetto e il ritrovato entusiasmo del Presidente Vigiroto, formando sulla carta una squadra che questa volta davvero sembra essere una corazzata per la categoria. Ma badate bene non è una squadra fatta di figurine. Ogni calciatore è un tassello messo al punto giusto in un progetto calcistico studiato a tavolino dal Presidente, Carli, Auteri e il nuovo arrivato Padella. 

E anche quando accadono incidenti di percorso come il mancato accordo con Tumminello che era arrivato a Benevento e seguito anche la gara amichevole di fianco al Presidente al Ciro Vigorito contro l’Equipe Campania, lascia intendere che la musica è cambiata e che non si scherza. Il Benevento di oggi grazie a Vigorito, e’ una società forte che non scende a compromessi e quando vuole, può comprare chi vuole. Ecco, quando vuole. Quindi quando per un motivo o per un altro ci si accorge di giochetti al rialzo di certi procuratori o Presidenti, o che si sono provate a cambiare le carte in tavola senza prima accordarsi, Vigorito non ha problemi a far saltare tutto e virare su altri obiettivi. 

Questa è la forza del Presidente che ci rappresenta. Questa è la forza della nostra società. E questo è l’entusiasmo dei tifosi che in 4 giorni hanno acquistato in prelazione e quindi quando ancora non parte la vendita libera circa 1500 abbonamenti. Il calcio sappiamo bene non è una scienza esatta, ma quando si lavora in maniera oculata e chirurgica, unendo tutti i tasselli giusti, creando unione tra società, squadra, stampa e tifoseria, gli imprevisti si riducono, le probabilità di vittoria finale aumentano, e i rimpianti si azzerrano. Nella costruzione di questa stagione è evidente che il Presidente abbia operato proprio nell’ottica di azzerare gli eventuali rimpianti. Non succederà più quello che è accaduto lo scorso anno. Costruendo in questa maniera sei certo di avere comunque vada la coscienza a posto e di essere sicuro che non si poteva fare di più. Adesso la palla passa ad Auteri che avrà la responsabilità di guidare un’autentica fuoriserie. Vogliamo sperare che a differenza dello scorso anno riesca prima di tutto ad essere l’artefice della creazione di un gruppo sano di calciatori che avranno come primo obiettivo quello di “sudare la maglia” che poi è quello che tanto piace alla tifoseria. Un gruppo di autentici gladiatori chiamati a difendere i nostri colori.

Per Auteri questa è una stagione fondamentale per la sua carriera che potrebbe dopo tanti anni essere coronata con la possibilità finalmente di confrontarsi in altre categorie. Significherebbe tanto per lui e naturalmente gioie per la nostra piazza. E’ tutto quasi pronto, perché sembra che questo mercato “monstre” ancora non si sia concluso e che da qui al 2 settembre arriveranno altri giocatori e verranno messi a segno altri colpi. Oreste “Magno” e’ tornato e tutta la sua gente è pronta a mettersi al suo fianco per far ruggire il Vigorito. Noi non vediamo l’ora. Forza Benevento!

Sezione: L'EDITORIALE TB di C.Calicchio / Data: Sab 26 luglio 2025 alle 14:43
Autore: Cosimo Calicchio
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