Quell’insostenibile leggerezza dell’essere, in perenne equilibrio tra un bicchiere che si può guardare sempre da 2 prospettive, e quindi sembrare per qualcuno mezzo pieno e per altri mezzo vuoto. Diciamo che se volessimo riassumere, forse un po’ troppo filosoficamente, la stagione disputata fin qui dal nostro Benevento, a poche partite dalla fine del girone di andata, credo che questa sia la fotografia ideale.

Anche nella palude del San Vito Marulla la Strega ha dato segnali poco incoraggianti. Purtroppo la squadra anche se in alcuni frangenti sembra metterci l’impegno che qualsiasi “dipendente” mette nel proprio lavoro, giacchè retribuito alla fine del mese, manca di quel qualcosa che purtroppo per vincere le partite e centrare quegli obiettivi da tutti sognati a volte diventa fondamentale più della tecnica; sto parlando di quella “cattiveria agonistica”, il “carattere” delle squadre che poi rimangono impresso il loro nome nella storia e nei cuori dei tifosi.

Parliamoci chiaro, penso che tutti noi, negli ultimi 13 anni, abbiamo capito come si vincono i campionati, e le volte che ci siamo riusciti i DNA delle squadre sono sempre stati molto simili. Quella “rabbia agonistica”, quella voglia di raggiungere il risultato a tutti i costi, quell’attaccamento alla maglia, quella voglia di regalare gioie a quella gente che ti segue nonostante tutto, sempre e dovunque, con il sole o con la pioggia, con la neve e con il vento, purtroppo è un qualcosa che non puoi acquistarlo al mercato. Quei tifosi che sono stati capaci in 2 giorni di sobbarcarsi quasi 2000 km di auto sulla Salerno Reggio Calabria, sfidando un tempo da lupi per essere vicino alla propria squadra, meritano di essere ripagati diversamente. Non me ne voglia Bucchi, non me ne vogliano certi giocatori, ma è evidente che questa squadra, che forse tecnicamente non è neanche male, da questo punto di vista è carente in maniera evidente. Se torniamo indietro tutti con la mente ci accorgiamo, che sia nel campionato vinto in serie C e sia nel campionato vinto in serie B, le partite e i tre punti, spesso si portavano a casa proprio perché c’era questo ingrediente fondamentale di cui sto parlando. Infatti quando tecnicamente ci si ritrovava di fronte squadre della stessa levatura tecnica o addirittura anche migliori, veniva fuori quello spirito guerriero che faceva pendere l’ago della bilancia dalla parte della nostra Strega. Inoltre in quelle squadre c’erano degli uomini, a cui nei momenti difficili potevamo tutti sperare di “aggrapparci”, e quindi se in una partita Ceravolo non era disponibile, c’era Falco che ti inventava la giocata da tre punti e viceversa. Quando non avevi Falco, ci pensava Ciciretti, e quando non c’era Ciciretti ci pensava Buzzegoli con un missile da fuori o magari Puscas in una delle sue partite da ricordare. Questo succedeva perché c’era un gruppo di “uomini” e si era creata quella alchimia giusta che ti fa superare tutte le avversità anche quando sembra impossibile. Anche lo stesso Benevento dell’anno scorso, quello del girone di ritorno, guidato da De Zerbi si era fatto amare perché dimostrava di giocarsela anche quando tecnicamente era evidente essere inferiori.

Questo è quello che manca a questa squadra, e questo è quello che nei giudizi ci fa pensare sempre ad un bicchiere mezzo pieno, se lo guardi da una visuale, mezzo vuoto se lo guardi da un’altra. Un fatto è certo, e non ci dobbiamo nascondere dietro ad un dito. La squadra vista fino ad oggi non penso possa essere alla fine tra le 3 che andranno in serie A. Poi nel calcio tutto può succedere, e magari con un mercato di gennaio ponderato e soprattutto indovinato si sarebbe tempo ancora per puntare all’obiettivo massimo. Ma per quello che abbiamo visto fino ad oggi, saremmo ipocriti e poco obiettivi ad alimentare inutili sogni. Anzi non voglio essere pessimista, anche perchè non lo sono mai stato, ma credo che sia il caso di pensare prima di tutto a fare più punti possibili e a toglierci immediatamente dalle posizioni pericolose. Lo dico perchè questa squadra non è pronta per andarsi a giocare le partite con il coltello tra i denti contro formazioni costruite invece solo ed esclusivamente per questo.

Ripeto non sono pessimista e non lo sono mai stato, ma è importante mantenere un profilo basso, farsi un bel bagno di umiltà tutti quanti e lottare gara dopo gara, punto su punto, per difendere quello che abbiamo conquistato con tanto sacrificio. Per i sogni di gloria ci sarà tempo, e sappiamo che il Presidente Vigorito sta già lavorando sotto traccia per invertire la rotta. A noi giornalisti, e soprattutto a noi tifosi il compito di continuare a sostenere come fatto fino ad oggi, in maniera encomiabile, ed essere fiduciosi che ritornino tempi migliori. Forza Benevento!

Sezione: L'EDITORIALE TB di C.Calicchio / Data: Mar 18 dicembre 2018 alle 15:40
Autore: Cosimo Calicchio
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