Penso che  neanche il più pessimista dei tifosi avrebbe mai immaginato la prima uscita dei giallorossi al Vigorito dopo quello storico 8 giugno in questa maniera. Indubbiamente perdere per 4-0, in casa, contro il Perugia che è riuscito quindi a prendersi una piccola rivincita dalla sconfitta play off subita 2 mesi orsono, fa male. Il rammarico poi si acuisce, in particolare, per quelli che erano presenti al Vigorito e che per almeno mezz’ora abbondante avevano ammirato una squadra, quella giallorossa, che in più momenti della prima frazione aveva sciorinato belle trame di gioco ed era andata vicinissima al vantaggio almeno in 3 occasioni. Anche il sottoscritto deve confessare che durante quella mezz’ora, al suo amico e collega di postazione, il buon Marcello Mulè aveva confidato la sua soddisfazione nel vedere, dopo soli 2 mesi appunto dalla vittoria sul Perugia nei play off,  così aumentata e quindi così evidente la differenza di caratura tecnica tra le 2 squadre, una diventata di serie A, la nostra, e l’altra rimasta di serie B, il Perugia.

Poi però succede l’imponderabile, e come accade spesso nel calcio i commenti e le opinioni possono cambiare completamente nel giro dell’ora successiva di partita. Il Benevento infatti che aveva dato l’impressione di poter fare un sol boccone dei grifoni, si ritrovava incredibilmente sotto, e dopo 2 minuti dal gol subito, anche con un uomo in meno a causa della stupida espulsione rimediata per proteste dal nuovo arrivato e per questo motivo “osservato numero uno” Cataldi. Da quel momento i giallorossi si squagliavano come neve al sole e cadevano incredibilmente sotto i colpi di un Perugia sicuramente non trascendentale.

Il Benevento ha perso nella sua prima uscita ufficiale, come hanno perso quei tifosi che almeno 20 minuti prima del termine della gara hanno lasciato gli spalti delusi. Hanno vinto invece solo gli straordinari ultras della Sud, come rimarcato nella conferenza stampa del dopo gara da Marco Baroni, che a pochi minuti dal termine hanno intonato come sempre il famoso coro “Che vinca o che perda” e che poi non hanno fatto mancare gli applausi alla squadra che a testa bassa tornava negli spogliatoi.

Dopo quasi 2 giorni dalla gara, e a mente fredda, credo che sia chiaro ed evidente a tutti che la partita sia stata condizionata da episodi importanti che hanno permesso al Perugia di abbattere il Benevento, ma questo non deve diventare un alibi per nessuno, ma anzi rappresentare un vero e proprio campanello d’allarme un po’ per tutti: per i calciatori che dalla prossima gara dovranno sicuramente metterci più attenzione e sicuramente “testa” evitando di lasciarsi andare ad inutili atteggiamenti che rischiano soltanto di compromettere le gare come successo a Cataldi nell’episodio dell’espulsione, per il direttore sportivo Di Somma, che al più presto deve riuscire a completare il progetto tecnico, con quei profili di calciatori che gli ha richiesto da tempo Marco Baroni, per il pubblico che deve cominciare a prendere coscienza che dopo almeno 10 anni di campionati di vertice, in questa stagione arriverà purtroppo qualche sconfitta in più e sarà in quei momenti che dovrà stringersi intorno alla squadra e aiutarla ad arrivare a quei fatidici 38 punti che potrebbero darci la sicurezza matematica di permanenza in serie A, del resto obiettivo dichiarato dalla società. Non è tempo di polemiche, ne di mugugni, anche perchè tutti, dai tecnici, ai dirigenti e ai tifosi sono consapevoli che la squadra va completata per provare a reggere l’impatto con la serie A, un impatto sicuramente diverso da quello già sostenuto l’anno scorso nel passaggio dalla serie C alla serie B.

Ci affidiamo quindi ancora una volta e con fiducia alla società, e soprattutto al Presidente Vigorito, che raggiunta la serie A difficilmente vorrà farsela soffiare. E questo per adesso ci basta per farci vivere serenamente la settimana che ci porterà a vivere l’esordio contro la Sampdoria a Marassi nel primo nostro storico campionato di serie A. Forza Benevento!

Sezione: L'EDITORIALE TB di C.Calicchio / Data: Lun 14 agosto 2017 alle 20:31
Autore: Cosimo Calicchio
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