La salvezza poteva passare per il Vigorito anche nella serata di ieri. Il monday night, che vedeva protagonista il Benevento contro il Sassuolo dell’ex De Zerbi, era una di quelle ghiottissime occasioni da non farsi sfuggire per rimanere con un piede e mezzo in serie A. E invece come spesso è successo in questa stagione, quando è il momento di superare quello step decisivo per dare continuità ai risultati e soprattutto uno strappo importante alla classifica, la squadra si affloscia come neve al sole e puntualmente viene meno. Anche se volessimo andarli a ricercare, questa volta anche gli alibi sarebbero veramente pochi: la squadra è praticamente al completo (escluso il solo Moncini ancora alle prese con i guai fisici che lo hanno assillato in tutta la stagione), ha avuto una settimana abbondante per prepararsi alla gara, e anche dal punto di vista mentale c’erano tutti i presupposti per fare bene tenendo presente che quasi tutte le altre in corsa per la salvezza tra sabato e domenica avevano perso. “L’avevamo preparata in questo modo” ha dichiarato candidamente Montipò’ ai microfoni di Ottochannel al termine della gara, e proprio questa dichiarazione mi ha lasciato perplesso, perché di fatto hq confermato la sensazione che avevo avuto allo stadio: il Benevento ha completamente sbagliato l’approccio alla gara sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattico e di atteggiamento. Il Sassuolo di De Zerbi lo sapevano anche le pietre del Ponte Leproso che gioca in una certa maniera; dare loro la possibilità di palleggio per tutta la gara è stato un vero e proprio suicidio tattico, proprio perché quel palleggio degli emiliani, spesso anche in orizzontale ha praticamente nascosto la palla ai nostri che all’improvviso si sono ritrovati in una sorta di gigantesco “torero” in 11 contro 11, a rincorrere gli avversari per quasi tutti i 90 minuti senza quasi mai vedere il pallone.
Dal canto suo, il Sassuolo aveva preparato una strategia all’insegna della “pazienza” come ricordava spesso in campo (e udito sulle tribune) capitan Magnanelli ai suoi compagni. I neroverdi hanno dato la sensazione di giocare come fa il gatto con il topo, e proprio avendo “pazienza” sapevano che sarebbero riusciti a trovare la verticalizzazione giusta per permettere ai vari Djuricic, Raspadori (giovanissimo ed interessantissimo elemento del 2000) e soprattutto a Boga, di bucare la retroguardia giallorossa, come successo nell’episodio del gol proprio di quest’ultimo che sul finire del primo tempo ha incanalato la gara verso la vittoria per gli emiliani. Anche le dichiarazioni di Inzaghi mi hanno lasciato perplesso, perché dire che alla fine il Benevento per quello che si era visto avrebbe meritato il pareggio penso sia eccessivo. Il Benevento di ieri, se avesse pareggiato, forse avrebbe ristabilito un minimo di equità vista l’ingiustissima sconfitta dell’andata, ma obiettivamente per quello che si è visto nella serata di ieri, la sconfitta è più che meritata; anzi se il Sassuolo avesse vinto con 2 o 3 gol di scarto nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, viste le tante occasioni per chiudere la gara non sfruttate a dovere da parte degli uomini di De Zerbi, alcune di queste veramente clamorose come quella di Raspadori su uno svarione a centrocampo dell’appena entrato Iago Falque.Che poi nei 10 minuti finali, la squadra forse anche sui nervi ha provato a rimettere in sesto una partita “segnata” già dall’inizio, credo sia troppo poco per “meritare” il pareggio.
La 30^ giornata và quindi in archivio, e da domenica prossima si ricomincia, pensando a come fare quei 7/8 punti che dovrebbero dare la sicurezza della permanenza in massima serie. Mancano 8 partite e il Benevento ha 8 punti di vantaggio sulla zona rossa, ovvero quella terzultima posizione, oggi occupata dal Cagliari che vuol dire retrocessione diretta in serie B. I giallorossi giocheranno per ben 5 volte in trasferta e soltanto 3 in casa, ma visto l’andamento dell’ultimo periodo ma in generale di questo strano campionato senza pubblico, dove il fattore campo serve davvero a poco se si intende come il “calore” della propria tifoseria, le insidie saranno da ritrovare altrove, prima di tutto nel modo di approcciare le gare e quindi all’atteggiamento da mettere in campo e poi dagli avversari che si affronteranno e dalle loro motivazioni.
Guardando il calendario effettivamente il Benevento deve giocare ancora alcuni scontri diretti che potranno risultare pesantissimi in ottica salvezza: si comincia tra 2 settimane con il match a Marassi contro il Genoa, tenendo presente che il 9/5 al Ciro Vigorito arriverà il Cagliari per una sorta di scontro che potrebbe essere decisivo a 4 giornate dal termine. Attenzione anche alle insidie che un Benevento-Crotone alla penultima potrebbe presentare: la gara tra sanniti e calabresi non è mai un match “come tanti” e anche un Crotone retrocesso siamo sicuri che verrà a vendere cara la pelle, come successe 4 anni fa a parti inverse.
Inoltre nell’ultima giornata il Benevento sarà di scena a Torino, sperando che in quella occasione le 2 squadre possano festeggiare insieme in una gara dal “volemose tutti bene”. Per arrivarci però ci sono ancora tante tappe, troppe, ed è veramente un peccato pensare di non aver sfruttato ieri una sorta di Match Ball che a 9 dalla fine poteva mettere già una seria ipoteca sulla salvezza. Bisogna dimenticare in fretta questa sconfitta, calare il capo e provare a recuperare qualche punticino anche a Roma, contro la Lazio, nel prossimo impegno di campionato. Nel calcio, lo sappiamo bene, tutto può succedere, anche trovare per strada punti impensabili come quelli conquistati qualche settimana fa allo Stadium di Torino contro la Juventus. Forza Benevento!
Autore: Cosimo Calicchio
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