Articolo di Andrea Bardi
Vola, la Strega. Al termine di una partita praticamente perfetta, regola con il più classico dei punteggi (2-0) la pratica “Genoa” mettendo tra sé e la zona retrocessione un abisso di 8 punti, gli stessi che la dividono dalla … zona Uefa (solo per statistica, per carità: meglio non volare con la fantasia!)
Non era per nulla scontato, alla vigilia, che il risultato pieno potesse essere facilmente portato a casa dai giallorossi contro la squadra di Maran. Si trattava comunque di uno scontro diretto tra due squadre in salute, entrambe provenienti, peraltro, da due pareggi importanti ottenuti contro compagini che lottano per altri, e più nobili, obiettivi (la Lazio per il Benevento e la capolista Milan per il Genoa). E’ risaputo, poi, che certe partite, in cui il risultato “pesa” come un macigno, è raro che vengano disputate con piena lucidità per l’inevitabile pressione che avvertono i calciatori sul campo di gioco. Ed invece il Benevento è entrato subito in partita con determinazione e convinzione, disputando poi un match attento ed ordinato, in cui tutti i protagonisti, compresi i subentrati, hanno svolto alla grande il compito loro assegnato, portando a casa una vittoria meritata e mai sofferta.
E’, peraltro, la caratteristica che contraddistingue la quadra di Inzaghi dal post-Spezia in poi: squadra corta, difesa pressoché impenetrabile (soltanto tre gol subìti in cinque partite, di cui uno su rigore, peraltro contro squadre d’alto livello), centrocampo arcigno ma anche di qualità e pericolose e ben orchestrate ripartenze. Il tutto condito dallo spirito di gruppo, vera forza del collettivo.
Va dato merito ad Inzaghi di aver inculcato in tutti i suoi uomini la convinzione di essere tutti, nessuno escluso, determinanti nell’economia del gioco ed utili alla causa. Chiunque sia chiamato, sia che parta da titolare, sia che subentri in corso d’opera, dà l’impressione di far parte di un meccanismo collaudato. A tratti sembra che la squadra giochi a memoria. L’intercambiabilità degli uomini ed il saper modificare l’assetto tattico anche più volte nel corso della partita senza che lo sviluppo del gioco ne risenta particolarmente, oltre a disorientare l’avversario, rappresentano un notevole punto di forza, specie per una squadra il cui obiettivo dichiarato per questa stagione è la salvezza. Studiare il Benevento risulta difficile per chiunque lo debba affrontare, e questo proprio per la sua imprevedibilità e per la “non scontatezza” del gioco espresso.
Al di là dell’invidiabile – per una neopromossa – posizione in classifica (la Strega è prima nella “parte destra” in coabitazione con l’Udinese, prossima sua avversaria prima della sosta natalizia), i numeri dicono che il Benevento, da quando s’era presentato ad inizio stagione come la peggior difesa d’Europa, si trova oggi, dopo 13 giornate, ad aver subito un passivo di 23 reti, le stesse del Parma. Hanno “fatto peggio” di lui ben 6 squadre: Cagliari (24 reti subìte), Bologna (25), Genoa (26), Spezia (27), Crotone (28), maglia nera il Torino con ben 31 gol al passivo.
Numeri che dimostrano come, in serie A, il Benevento abbia imparato – eccome – a starci. La vittoria di stasera contro il Genoa, per come è maturata, ne è prova lampante. E fa seguito ad altre prestazioni precedenti, tutte sulla stessa linea, che solo per puro caso (ed una buona dose di sfortuna) non hanno portato in dote altri punti importanti.
Mancano, ancora, sei partite al termine del girone d’andata, di cui quattro contro squadre dirette concorrenti per la salvezza (Udinese, Cagliari, Crotone e Torino) e due all’apparenza proibitive contro Milan ed Atalanta (entrambe al Ciro Vigorito). Dei quattro scontri diretti succitati, soltanto l’ultimo contro il Torino sarà affrontato tra le mura amiche. Il calendario, almeno sulla carta, offre, da qui alla fine di gennaio (in piena concomitanza, tra l’altro, con la sessione invernale del calcio mercato), una favorevole occasione per poter mettere in carniere altri punti importanti in ottica salvezza, utili ad affrontare al meglio il girone di ritorno, in cui la Strega dovrà ricevere in casa la quasi totalità delle dirette concorrenti per la salvezza e dove, si spera, potrà contare anche sul supporto dei propri tifosi, pur se in numero limitato e sempreché l’andamento della pandemia lo consenta dalla prossima primavera in poi.
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