Il 1 maggio 1994, una data che riporta alla mente grandi ricordi, legati, in maniera indissolubile, alla figura di Gigi Boccolini, al ritorno in C2 e ad un gruppo fantastico, fatto di atleti e uomini di grandi doti umane. Con l'ex tecnico del Benevento il tempo passa troppo in fretta. L’ultimo campionato disputato dalla Strega, l’importanza dei giovani, l’organizzazione di una struttura societaria e alcuni interessanti accaduti, sono stati al centro della nostra chiacchierata. 

Mister, la incontriamo sempre con grande piacere. Iniziamo dal campionato appena terminato. Ci dica la sua opinione sul Benevento.

“Quest’anno il Benevento ha provato a fare il salto di categoria, ma in tutti i campionati serve sempre un pizzico di fortuna. Fare il presidente di una squadra di calcio non è semplice. Oggi ci vuole molto coraggio. A parlare siamo tutti bravi ma, oltre alla passione e all’amore, ci vogliono anche investimenti. Il Benevento, ormai, è una realtà. Di tutto questo bisogna esserne fieri”. 

La prossima sarà una vera e propria A2. Ci sono molti club con proprietà straniere e budget importanti da investire nei propri club. Avere un presidente come Vigorito è importante, ma c’è bisogno della collaborazione anche delle istituzioni.

“Sarà un campionato difficile. Bisogna partire con umiltà. Il mio concetto è questo: conservare la categoria vuol dire aver già vinto il proprio campionato. Bisogna lottare ma senza critiche o polemiche. Avere un presidente come Vigorito, che consente di disputare campionati competitivi, è importantissimo. Sulla collaborazione delle istituzioni sono d’accordo. C’è bisogno che ognuno faccia la sua parte, anche attraverso le sponsorizzazioni”.

Il Benevento, intanto, si muove sul mercato con l’ importante conferma di Paleari, ma è prossimo l’ arrivo del giovane difensore Riccardo Capellini dalla Juventus. 

“La conferma di Paleari è stata importantissima. Sono sempre stato favorevole all'inserimento dei giovani, i quali hanno entusiasmo e ambizioni. Il Benevento ha già una buona struttura di base. Se riuscirà a mettere in squadra qualche buon tassello potrà disputare un ottimo campionato”. 

Anche dal punto di vista degli abbonamenti la società ha messo a disposizione prezzi incredibili. 

“Sicuramente è un altro aspetto importante. Ribadisco, però, il bisogno e la vicinanza delle istituzioni. Il calcio vive di introiti e sponsor. Non ci si può affidare soltanto ed unicamente agli sforzi del presidente”. 

Sul fronte partenze c’è quella di Moncini e ci sono valutazioni da fare su Glik e Lapadula. Qual è il suo pensiero?

“Lapadula è sicuramente un attaccante di valore. Chi ha attaccanti forti se li tiene. Su Moncini non so come andrà a finire, ma una società si muove sempre programmando le giuste alternative. Credo che la conferma di un paio di calciatori di esperienza possa bastare”.

Anche io sono d’accordo sui giovani. Se uno è valido deve giocare. In Italia a 23-24 anni c'è l'idea che un giovane debba ancora maturare. In altri stati questo non accade.

“Certo. Se uno ha personalità e qualità deve giocare. Vedi come si comportano in Belgio, Spagna, Francia e tanti altri stati”. 

Ai nastri di partenza del prossimo campionato con Caserta per dare una continuità a quanto avviato lo scorso torneo.

“Credo sia la scelta migliore. Ogni anno, altrimenti, bisognerebbe cambiare sempre ”.

Consideriamo anche la giovane carriera di Fabio. Anche un tecnico, così come accade per i  calciatori, è soggetto ad errori.

“L’esperienza la fai lavorando. Solo chi non opera non sbaglia”.

Da sottolineare è il rapporto tra calciatori e allenatore. Il suo era un gruppo di uomini veri. Verso i propri club c’era un sentimento che oggi è merce rarissima o del tutto scomparsa.

“E’ vero. Era un gruppo fantastico, mentre oggi il denaro la fa da padrone. A mio avviso una società ben strutturata può fare a meno della figura del procuratore. Se hai una rete di osservatori bravi, che vanno in giro a scovare il calciatore di talento, lo prendi direttamente. In serie A ci sono club come Atalanta, Empoli e Sassuolo che hanno un settore giovanile di prim’ordine e una rete di osservatori importantissima. Ti faccio un esempio: a gennaio l’Atalanta ha preso un ragazzo che militava in una squadra di rifugiati, dove c'erano calciatori venuti via dalla loro patria. Sto parlando di Cissè, che ha esordito in serie A contro il Bologna e ha fatto anche gol. Mio figlio lavora per l’Atalanta e adesso ti racconto una cosa: due anni fa andai a vedere un allenamento dei ragazzi della Juniores. Rimasi impressionato da un giocatore. Chiesi a mio figlio chi fosse. Mi rispose che non poteva essere tesserato per questioni legate alla nazionalità. Sai adesso dove gioca? In Inghilterra. Sto parlando di Traorè, acquistato per 40 milioni di euro dal Manchester United”.

Questa è la chiara dimostrazione di una buona organizzazione. Da qui passa il futuro del calcio. 

“Esatto. Sono cose che ho visto personalmente”. 

Grazie per la disponibilità. Non la lascio, però, senza un abbraccio ai tifosi del Benevento.

“In questa città ho vissuto momenti irripetibili ed i miei figli sono cresciuti qui. Saluto tutti i tifosi. Restate sempre accanto a squadra e società. Sono convinto che, anche stavolta, il Benevento farà la sua parte".

Sezione: In primo piano / Data: Mer 22 giugno 2022 alle 20:05
Autore: Claudio Donato
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