Se volessimo riassumere in 2 parole i sentimenti dei circa 7.000 tifosi che ieri sera hanno messo in stand by le vacanze per essere vicini alla Strega all’esordio di campionato, potremmo farlo con 2 paroline semplici semplici:“delusione e preoccupazione”. Delusione per via del risultato del campo e di questo inizio disastroso di campionato, ma soprattutto preoccupazione per quello che si è visto. Perchè a prescindere dalla sconfitta che ci può stare quello che lascia perplessi e sconcertati è il come è maturata. Per molti, compreso il sottoscritto, la gara di ieri sera è stata solo la conferma di quello che per larghi tratti della scorsa stagione abbiamo avuto modo di “ammirare”. Sono 18 mesi che mister Caserta è seduto sulla panchina del Benevento, e in tutto questo tempo è evidente che ancora non sia riuscito a dare una fisionomia precisa alla “sua” squadra, ed è inconcepibile che dopo tutto questo tempo, la “mano del tecnico” non si veda per niente.

Questo Benevento sembra essere una squadra senza anima e senza idee formata da 20 giovanotti intenti a recitare il loro compitino che in più di una occasione non li porta a raggiungere neanche una striminzita sufficienza. La squadra vista ieri sera è parente stretta di quella che l’anno scorso nostro malgrado abbiamo visto per lunghi tratti della stagione: sfilacciata, senza idee e senza nessun tipo di “cattiveria agonistica”. Lo scorso anno, tutto questo è stato in parte mascherato, da alcuni risultati che anche senza gioco sono pure arrivati grazie però all’estro e alle invenzioni di alcuni protagonisti, come per esempio Lapadula, che riuscivano a trasformare l’unica occasione della gara in oro colato e in punti pesanti. La conferma di tutto questo, nel girone di ritorno, quando venuto a mancare il terminale la davanti sappiamo tutti come è andata a finire.

Proprio per questo “pararsi” dietro banali giustificazioni come quelle relative ad una squadra “nuova” che deve ancora amalgamarsi è stucchevole, tenendo presente che 10/11 della formazione titolare messa in campo contro il Cosenza era formata da calciatori che facevano parte della rosa dello scorso anno. Le “colpe” di mister Caserta sono oramai evidenti e sotto gli occhi di tutti, ma purtroppo sembra che 6.828 (tifosi) + 1 (Il Presidente) hanno cominciato a vederla nella stessa maniera, mentre rimango ancora 2 (Mister e DS) che la vedono diversamente.

Ma come è possibile che quelli che ad oggi “decidono” le sorti tecniche di questa squadra (Mister e DS appunto) non si rendano conto in quale situazione ci troviamo? Al termine della gara, in conferenza stampa, mister Caserta ha ammesso che “abbiamo un problema” e che l’unica soluzione possibile è “il lavoro”. A parte che se avessimo “solo 1 problema” saremmo già a buon punto, mentre invece i problemi da risolvere, a mio modo di vedere (e non solo mio), sono molti di più, ma anche fare riferimento “al lavoro”  mi sembra alquanto riduttivo per cercare di dare una sterzata tecnica e di carattere ad una squadra che è sembrata non solo un “brutto anattrolo” (cit. Vigorito) ma per giunta anche “bagnato”.

Chi mi conosce sa bene che fare dietrologia non mi è mai piaciuto. In tutti questi anni di racconto delle vicende giallorosse ho sempre cercato di essere quanto più equilibrato possibile e scevro da preconcetti evitando sempre con cura polemiche inutili e distruttive, ma non posso esimermi dal ricordare la sensazione che ebbi all’uscita dallo stadio Anconetani qualche mese fa subito dopo l’eliminazione dai play off contro il Pisa. C’era tanta delusione per via del risultato e della sconfitta che metteva la parola fine ai sogni di promozione ma anche la “sicurezza” e l’augurio che da certe sconfitte come già successo in passato, ci saremmo rialzati più forti e uniti di prima per ritentare la scalata, tirando una linea e cercando di risolvere gli evidenti problemi che erano emersi durante tutta la scorsa stagione e che si erano evidenziati, in particolare dal punto di vista tecnico.

E invece sappiamo tutti come è andata a finire, con la conferma di Caserta e le cose che dal punto di vista tecnico sono rimaste pressappoco le stesse se non peggiorate. Per chi però volesse e avesse un po’ di tempo, può andare a rileggersi il mio ultimo editoriale al termine della scorsa stagione, prima delle dimissioni del Presidente Vigorito, e in particolare nelle settimane in cui si stava riflettendo sulla permanenza o meno sulla panchina giallorossa di mister Caserta. La cosa che odio di più è quella di dover dire “l’avevo detto” o “avevo ragione” in particolare quando le situazioni che si materializzano sono quelle che si stanno evidenziando in questo inizio di stagione.

Nei miei “racconti” e nelle mie opinioni cerco sempre di trovare il lato positivo per fornire una critica quanto più costruttiva possibile e vi assicuro che anche questa volta mi sto sforzando di farlo, ma nello scrivere questo editoriale vi confesso che mi risulta alquanto difficile per via di quello che ho visto ieri sera. Anche io come i “6.828+1” tifosi sono preoccupato per il futuro prossimo e anche per quello a lungo termine se non si porranno velocemente i correttivi giusti. Questo è un campionato che a detta di tutti è tra i più difficili degli ultimi 10 anni di serie B, proprio per questo bisogna assolutamente evitare di finire impelagati in situazioni che a lungo andare potrebbero diventare difficilmente gestibili. Di fatto, al momento, diamo l’impressione di non essere una squadra da “battaglia”. Del resto non abbiamo leader e neanche trascinatori come ne abbiamo avuti spesso in passato. Non si può pensare di scrivere la parola #insieme senza poi dimostrarlo nei fatti, soprattutto in campo. Troppi al momento sembrano i dubbi e i problemi che attanagliano questa squadra: dalla svogliatezza di più di un interprete passando per i tanti equivoci tattici che non permettono alla squadra di avere una sua identità.

E’ evidente che facciamo enormemente fatica a creare occasioni da rete e palle giocabili per il povero Forte che spesso si ritrova da solo a combattere contro le difese schierate degli avversari; è evidente che il centrocampo orchestrato da Viviani risulta essere troppo lento e non riuscire ne ad impostare e ne a garantire il giusto filtro alla squadra con Tello che spesso da l’impressione di correre a vuoto e Acampora che si innamora del pallone; è evidente che sulle fasce, al momento, nessuno degli esterni riesce ad avere la brillantezza che servirebbe per saltare l’uomo e darci quella superiorità essenziale per creare occasioni da rete; è evidente che la difesa con Glik in preparazione per il mondiale, Barba con la valigia in mano, Letizia e Masciangelo ancora in rodaggio sicuramente non fa dormire sogni tranquilli; è evidente che almeno sulla carta i “ricambi” ad oggi a disposizione devono ancora dimostrare il loro valore e di poter essere all’altezza del compito a loro assegnato; è evidente che la squadra dimostra poca compattezza e che il modulo  modulo e le idee del mister ad oggi sembrano ancora non essere state metabolizzate; è evidente che i cambi vengono spesso ritardati e non riescono mai a dare quel cambio in corsa che servirebbe. Sommando tutti queste numerose evidenze il quadro è bello che fatto.

Non ci resta quindi che affidarci come solito successo anche in passato, al nostro Presidente, che come sempre e in particolare nei momenti difficili anche ieri sera “ci ha messo la faccia” non solo per ringraziare i tifosi presenti allo stadio a ferragosto ma allo stesso tempo per tranquillizzarli.

Le sue parole sono state chiare per chi ha voluto intenderle: ha concesso ancora un po’ di tempo al mister, al DS e alla squadra per uscire in qualche modo da questa situazione e provare ad invertire la rotta, dopo di che prenderà i provvedimenti che riterrà più opportuno.

D’altronde se il Benevento anche quest’anno figura tra le prime 5 società con il monte ingaggi più alto dell’intera serie B significa che anche questa volta Vigorito ha fatto il possibile per mettere a disposizione dell’allenatore una rosa di tutto rispetto e che non può certamente mettere in scena degli spettacoli come quelli di ieri sera. Bisogna però fare presto, perchè il campionato non aspetta nessuno. All’orizzonte nel giro di meno di un mese bisognerà affrontare un poker di impegni da far tremare i polsi: Genoa in trasferta, Frosinone in casa, Venezia fuori e per finire Cagliari in casa il prossimo 10 settembre. Sono convinto che il futuro di Caserta nel bene o nel male, si deciderà molto prima. Staremo a vedere.

Sezione: L'EDITORIALE TB di C.Calicchio / Data: Lun 15 agosto 2022 alle 13:43
Autore: Cosimo Calicchio
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