La retrocessione in serie C è un boccone duro da digerire, almeno su questo siamo tutti d’accordo. Anche se ormai l’avevamo tutti un po’ metabolizzata nessuno avrebbe mai immaginato che a 2 giornate dalla fine il verdetto sarebbe stato scritto in maniera quasi definitiva. Perché questa volta non ci sono più “fili sottili” a cui rimanere attaccati, e anche la matematica presto arriverà in maniera inesorabile. 

Del resto a 3 giornate dalla fine chiedevamo ad una squadra che in una stagione è riuscita a vincere soltanto 6 volte, di vincerne 3 una dietro l’altra di cui 2 scontri diretti per giunta fuori casa; 3 vittorie che, se si fossero concatenati altri risultati, ci avrebbero portato a giocarci un eventuale play out con la seconda gara da giocare molto probabilmente fuori casa e quindi con l’obbligo di vincere anche questa. 

Insomma la fede, la speranza, l’amore per questa maglia e questi colori e soprattutto la voglia di rimanere in questa categoria tanto agognata, erano forti e quindi per settimane abbiamo voluto credere credere, quasi imponendocelo, di poter realizzare una sorta di miracolo sportivo che avrebbe dovuto trasformare gente come Leverbe, Veseli, Acampora, Improta, Simy, La Gumina, Pettinari, Foulon, Farias da brocchi ad eroi. 

Il miracolo ovviamente non c’è stato e dopo tutti gli errori di cui abbiamo ampiamente parlato durante la stagione si è materializzato quello che non avremmo mai voluto e cioè il ritorno della nostra Strega nel pantano della C. 

IL RITORNO IN SERIE C E LA SUA RIFORMA 

Una serie C che conosciamo bene perché ha fatto parte della nostra vita calcistica per tanto tempo e che per lasciarla ci sono voluti più di 80 anni. Una serie C che ritroviamo ancora peggio di quella che abbiamo lasciato 7 anni fà prima di approdare nel calcio che conta. Una serie C con poco appeal che ancora oggi si interroga sul proprio futuro e che molto probabilmente l’anno prossimo sarà ancora più competitiva non solo per via di piazze importanti che ci ritroveremo a Ri-affrontare, ma anche per via di quella riforma di cui si parla da tempo e che forse vedrà la luce tra 2 stagioni. Per chi non l’avesse capito, questo significherebbe disputare un campionato molto pericoloso e altamente competitivo che se confermerà le voci che si fanno via via sempre più insistenti ci porterà verso una stagione in cui bisognerà stare molto attenti per non rischiare di scivolare ancora più giù. Infatti se tutto andrà come sembra, d’estate verrà confermata la riforma che vedrà la nascita nel 2024/25 di una serie C d’elitè a girone unico stile serie B  e di una serie D d’elitè a 2 gironi che sarà una sorta di vecchia C2 in salsa 2.0. 

Questo vuol dire che il prossimo anno, bisognerà finire almeno tra le prime 7/8 per venire poi inseriti, nel campionato successivo, in questa serie C nazionale a girone unico che sarà una sorta di B2 e che verrà disputata con lo stesso format, promozioni, retrocessioni, play off e play out compresi che si usa in B e che quindi conosciamo bene. 

BISOGNA FARE PRESTO: TUTTI DOVRANNO FARE LA LORO PARTE, SINDACO E ISTITUZIONI COMPRESE

Cosa vuol dire tutto questo e perché sto mettendo le mani avanti? Vuol dire che bisognerà digerire (si fa per dire) al più presto questa brutta retrocessione e cominciare sin da subito a capire il da farsi e a programmare. Non saranno ammessi balletti con passi in avanti e passi indietro; le decisioni dovranno essere prese in maniera decisa e con fermezza in particolare dal Presidente Vigorito che è l’unico che può decidere come sarà disegnato il futuro del Benevento Calcio. 

Anche la politica dovrà prendersi le proprie responsabilità, perché è evidente agli occhi di tutti che al Presidente, l’estate scorsa, erano state promesse delle cose che poi nell’evidenza dei fatti non sono state mantenute. Voglio ricordare a tutti che le dimissioni del massimo dirigente, a prescindere dalla vicinanza dimostrata dalla tifoseria che si strinse intorno a lui, rientrarono dopo l’incontro che lo stesso ebbe in quel di Ceppaloni con il sindaco Mastella. Non ci è dato sapere che cosa si dissero in quella occasione Presidente e Sindaco della città, ma possiamo immaginare che il primo cittadino in quella sede aveva promesso delle cose che con il passare del tempo di fatto non si sono concretizzate. Almeno da quello che ha fatto intendere il Presidente nei circa 15 minuti di intervista rilasciata ad Ottochannel al termine di Cittadella-Benevento e che se ve la siete persa potete riascoltarla in maniera integrale qui.

Proprio per questo, anche il nostro Sindaco dopo aver festeggiato la vittoria dello scudetto del Napoli, scendendo in piazza tra la gente,da domani dovrebbe prendere in seria considerazione la questione Benevento Calcio e magari anche se sembra ormai troppo tardi, risolvere in qualche maniera il nodo stadio con una convenzione pluriennale richiesta da Vigorito a più riprese, che non solo non è mai stata concessa ma che è finita alle carte bollate e nei tribunali. Io credo che potevano e forse ci sarebbero ancora modi per risolverla in altra maniera ove ci fosse realmente intenzione da parte della politica di risolvere la questione. Del resto non si è fatta mai veramente chiarezza in merito e credo che sia il momento di alzare il velo e a far capire alla città come stanno veramente le cose.Staremo a vedere. 

LE PAROLE DEL PRESIDENTE

Tornando all’aspetto societario le parole di Vigorito nella pancia del Tombolato di Cittadella al termine dell’ennesima penosa prestazione di questo Benevento 2022/23 sono quelle di un uomo dispiaciuto, amareggiato e anche abbastanza stanco e provato. Lui è stato sempre accostato ad un gladiatore e in uno dei suoi passaggi ha anche ricordato che tutte le volte che nella sua vita è caduto è poi riuscito prontamente a rialzarsi. 

Però allo stesso tempo ha parlato di colori che si sono sbiaditi, di sorrisi che sono stati tolti ai bambini, ai tifosi ma anche a se stesso e soprattutto per la prima volta dopo 17 anni ha “alzato bandiera bianca”. Un duro colpo per chi come noi è stato abituato nel corso degli anni, anche dopo cocenti delusioni a “rincuorarsi” solo sentendo parlare il massimo dirigente. Insomma questa volta, non ci giriamo intorno, la mazzata è stata davvero dura sotto tutti i punti di vista.

Oggi però Il contesto è molto diverso rispetto a quello che fece da sfondo ai 2 precedenti passi indietro e successive dimissioni presentate in 17 anni da Vigorito. La situazione ambientale infatti è molto diversa: in tutti e 2 i casi precedenti il Presidente prese quelle decisioni anche perché stizzito e deluso dalla contestazione di una frangia di tifosi che aveva rivolto nei suoi confronti. 

Oggi invece è diverso. Questa volta le colpe non possono essere addossate per nessuna maniera alla tifoseria che fino all’ultimo minuto, con grande senso di attaccamento, ha provato ad incitare e a stare vicino ad “una squadra non squadra” che era ormai evidente essere allo sbando da tempo. 

Quasi 8000 abbonati sono un numero importante per la serie B e non solo per la B. 8000 persone la scorsa estate si erano abbonate a scatola chiusa solo per fiducia che avevano riposto nel loro Presidente e più precisamente nella persona Oreste Vigorito.

LA VICINANZA DELLA TIFOSERIA AL PRESIDENTE VIGORITO

Perché ricordiamolo a tutti e a gran voce: a prescindere dai prezzi popolari della campagna, i tifosi si abbonarono in massa solo per dimostrare VICINANZA al loro Presidente. In quel momento la squadra ancora non era stata costruita ed erano anche i giorni in cui si stava paventando la conferma del tecnico Caserta che sicuramente non aveva creato un grande feeling con la piazza, a maggior ragione dopo lo sciagurato girone di ritorno cominciato con l’assurdo litigio e successivo ammutinamento di Lapadula che sancì di fatto l’abbandono dei sogni di gloria in merito ad un ritorno immediato in serie A che certamente era nelle corde di una squadra che annoverava nelle sue file fior fiori di calciatori che ancora oggi stanno facendo le fortune delle rispettive squadre che li hanno ingaggiati. 

I PERCHE' DI UN'ASSURDA RETROCESSIONE 

Quell’atto d’amore della tifoseria, della città verso l’uomo e poi Presidente Vigorito non può passare inosservato e non può essere per nessun motivo dimenticato. Non riesco ad immaginare ad un Presidente Vigorito che dopo la retrocessione in serie C ci lascia nella m***a (scusate l’eufemismo). Non lo riesco proprio a pensare. Perché di fatto in questa stagione chi ha dimostrato di poter essere all’altezza della categoria sono stati solo i tifosi, gli unici che non avrebbero meritato la retrocessione. Gli unici che in maniera corretta e a più riprese, nel corso dell’anno avevano fatto suonare in più di una occasione gli allarmi e le campanelle che (e questo è stato l’errore più grande che secondo me è stato fatto dalla società e dal Presidente) non sono stati MAI presi in considerazione. Quello che lascia stupiti di questa retrocessione è stato l’ostinarsi a credere che questa squadra, questi calciatori potevano essere all’altezza del compito che era stato loro assegnato e quindi quello di mantenere almeno e come minimo la categoria. 

“non siamo retrocessi oggi ma all’inizio del campionato”  questo è il passaggio che mi ha lasciato più perplesso delle parole del Presidente. 

Perché se anche lui aveva capito che questa squadra non sarebbe riuscita a salvarsi per quale motivo a gennaio non ha provveduto a rinforzarla? Quando dico rinforzarla intendo non come si era pensato di fare, magari svenandosi per 3 calciatori, e cavalli di ritorno, ma come fanno altre società da anni che grazie ad accordi e partnership consolidate nel tempo, sono riuscite a farsi prestare tanti giovani alla “Canfora” che oggi stanno garantendo quelle prestazioni che ti permettono di non sprofondare come successo a noi. Pensare sempre di andare ad acquistare i cartellini dei calciatori, di misurarsi con le grandi, di non chiedere aiuti a nessuno ha creato una sorta di “terra bruciata” attorno alla società Benevento calcio che nel corso degli anni ha dato sempre l’impressione di fare squadre monche pur spendendo tanti quattrini. Bastava poco quest’anno vista la pochezza tecnica di questo campionato e delle squadre che abbiamo incontrato e questo acuisce ancora di più il rammarico e il dispiacere di aver buttato tutto all’aria.

IN CONCLUSIONE: BISOGNA VOLTARE SUBITO PAGINA, E' IL MOMENTO DELLA CHIAREZZA

In conclusione voglio tornare a quello che è il titolo di questo mio editoriale: Bisogna voltare subito pagina, non sono ammessi tentennamenti. Purtroppo questa volta più delle altre il Presidente deve farsi scivolare al più presto di dosso la delusione del momento ed essere chiaro sulle decisioni che vorrà prendere. La città e la tifoseria hanno il sacrosanto diritto di sapere lui che intenzioni ha, e al più presto. In un altro articolo riporteremo i tanti messaggi dei tifosi che da ieri pomeriggio subito dopo la pubblicazione dell’intervista integrale del Presidente stanno inondando la nostra pagina garantendo il massimo sostegno e la conferma del loro abbonamento per un posto al Vigorito nel prossimo campionato di serie C. La gente è già pronta per ricominciare e si sta già compattando. A volte dalle sconfitte più dure e cocenti nascono delle cose nuove e più belle. A volte le sconfitte servono a riunirsi per davvero. Ed è quello che già sta succedendo. Adesso tocca al Presidente Vigorito.

E ADESSO? LE VARIE A OPZIONI A DISPOSIZIONE

Diverse sono le opzioni che ha a disposizione per evitare che il Benevento, il suo, il nostro Benevento finisca nell’oblio del calcio italiano come successo anche ad altre piazze. Noi a differenza degli altri siamo sanniti, un popolo fiero che è riuscito sempre a rialzarsi orgogliosamente. E’ il momento di farlo anche adesso. Ma vogliamo e pretendiamo CHIAREZZA. In quanto alle opzioni lui sa sicuramente meglio di noi quale dovrà essere la strada migliore per permettere alla sua creatura di andare avanti. Noi possiamo solo ipotizzarle e tra queste, ci potrebbe essere e penso che sarebbe la soluzione migliore, quella di inaugurare finalmente una nuova ERA all’insegna dei giovani, che possa nascere sulle basi del sogno che aveva suo fratello Ciro e che grazie anche al lavoro certosino fatto in tutti questi anni da suo genero Diego Palermo Presidente del settore giovanile giallorosso, ha preso vita e si è concretizzato sotto gli occhi di tutti. 

Il Benevento grazie a Diego ha un settore giovanile invidiato in tutta Italia. Le sue formazioni a partire dalla Primavera e a scendere fino all’under 15 primeggiano in tutti i campionati e portano in alto il nome di Benevento. Carfora è solo la punta dell’icerberg, uno dei tanti gioielli che potrebbero fare le fortune del Benevento nei prossimi anni, sia in campo che poi sul mercato. Tanti sono i giovani che potrebbero regalarci nei prossimi anni soddisfazioni sul campo e poi com’è giusto che sia, garantirci futuro e autofinanziamento. 

Benevento grazie a Diego e al lavoro di tutti i suoi collaboratori penso sia pronta a poter diventare l’Atalanta o l’Udinese del Sud Italia, ma per davvero e non a chiacchiere. Proprio per questo penso che sia arrivato il momento di affidarsi a lui che dopo la Presidenza del Settore giovanile potrebbe passare a quella della società nella quale porterebbe in dote l’esperienza maturata sul campo in questi anni. 

In questo modo Oreste Vigorito potrebbe diventare finalmente il Patron assumendo di fatto quel ruolo che è sicuramente più nelle sue corde visto il suo modo di fare e di operare, intervenendo come da par suo a bisogno. 

L’altra opzione sarebbe quella di cedere in maniera graduale il Benevento a chi gli garantisse la prosecuzione dell’attività in maniera più che dignitosa cercando di non commettere lo stesso errore che fece qualche anno fà quando cedette le quote alla banda Lombardi e C. Non posso pensare che un imprenditore così conosciuto e ben voluto come Vigorito non sia in contatto con tanti altri imprenditori come lui da poter eventualmente coinvolgere nel calcio. D’altronde chi non sarebbe allettato da fare una società insieme ad Oreste Vigorito.Per questo io credo che basterebbe solo “aprirsi” all’esterno e proporre a qualcuno l’ingresso in società. Il Benevento è una società sana e non sta fallendo che sia chiaro. In questi 17 anni si è fatta anche pubblicità dimostrando di essere una piazza che ha tutte le carte in regola per stare nel calcio che conta. Perché mai un imprenditore che volesse fare calcio non dovesse pensare a Benevento per investire? In questa città abbiamo passione, correttezza, rispetto, strutture… abbiamo una società solida e seria e un Presidente come Vigorito che negli ultimi anni ha portato in alto il nome del Benevento. Proprio per questo penso che a prescindere dagli avventurieri conosciuti in passato il Presidente se si fosse davvero stancato saprebbe benissimo a chi cedere ed eventualmente anche dare supporto dall’esterno. Opzioni e supposizioni. La parola passa a Vigorito.

La cosa più importante sarà non sbagliare. Perché si possono sbagliare i calciatori, i Ds e gli allenatori ma Vigorito adesso si ritrova a dover prendere la decisione più difficile da 17 anni a questa parte e che assolutamente non dovrà sbagliare: quella sul futuro del Benevento. E dovrà prenderla in fretta. Il mondo del calcio non ti aspetta e corre veloce. Non possiamo rischiare di scivolare ancora più giù. 

Forza Benevento. La fede non retrocede.

Il direttore - Cosimo Calicchio

Sezione: News H24 / Data: Dom 07 maggio 2023 alle 10:30
Autore: Cosimo Calicchio
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