Articolo di Daniele Piro
44 anni e sentirli tutti. Tanti. Troppi. 44 anni sperando di sfatare un tabù salvo poi uscire dallo Scida con le ossa rotte. Ci aveva provato Gigi Molino nel Giugno 2004, in quella partita che a tavolino era già stata decisa alla quale il Drago aveva provato a ribellarsi.
Magra consolazione quella di scoprire anni dopo che il complottoordito alla perfezione contro la Strega da chi allora tesseva le trame, non era frutto di fantasie dei tifosi ma una triste realtà. La corsa di Clemente del Giugno 2009 da curva a curva ci aveva aperto le porte ad una settimana di sogni, speranze, preparativi, per raggiungere quella categoria sognata, agognata mai così vicina. Sogni, speranze, preparativi, naufragati nei 90 minuti dell'allora Santa Colomba che ad oggi restano la "macchia" indelebile, il pesante fardello sportivo che vorremmo dimenticare ma nessuno ci riesce. Nemmeno il Benevento stellare di Pippo Inzaghi , quello dei record e del campionato vinto con 7 turni di anticipo era riuscito nell'impresa, complici forse i festeggiamenti e la rilassatezza di una promozione matematicamente conquistata pochi giorni prima. Stesso risultato l'anno dopo, nonostante un girone di andata nella massima Serie bellissimo ed entusiasmante. Ci sono riusciti 16 ragazzi (gli 11 inizialmente scesi in campo ed i successivi sostituti) che, dopo ieri sera, sono in credito verso una parte dell' ambiente, della tifoseria, della carta stampata e del mondo social che resta ferma sulle sue
posizioni apatiche di attesa, di scetticismo e di "snobismo" verso una squadra che, a loro detta, non entusiasma, non convince, non fa ancora breccia nei cuori.
Il capolavoro di ieri sera allo Scida non ha un nome e cognome ma ne ha 16. Dopo 44 anni il 10 in pagella va dato di diritto a tutti, anche a quelli che ancora non carburano completamente. Manfredini, silenzioso gregario, salva il risultato nell'unica vera azione pericolosa costruita dai pitagorici che poteva indirizzare la partita
a favore di quelli con la maglia rossoblù. Dal torpore di un primo tempo soporifero, capitan Letizia trova un destro al fulmicotone su una rapida ripartenza che sveglia anche coloro che sul divano da casa si stavano addormentando, complice anche una cronista imbottito di camomilla che ha regalato un racconto moscio, lento e provo di sussulti. Un gol che ricorda molto quello rifilato alla Samp nella rocambolesca rimonta con cui fu espugnato il Marassi.
Controllo del match fino all'adrenalinico "minuto VAR" della ripresa, dopo che il pallone era finito in porta su spizzata di testa di Lapadula, pronto ad emulare il suo ex mister Inzaghi che di gol così ne ha fatti a valanga. Quell'attesa così prolungata per una decisione difficile da prendere, ha fatto salire l'adrenalina e, prima ancora
che il cronista si risvegliasse dal suo camomillifero sonno, l'urlo di Calo' in quei momenti inquadrato, ci ha proiettato in Paradiso. 2 a 0 per noi. A Crotone! A 30 minuti dalla fine. Dopo 44 anni. I 30 minuti sono diventati 20, poi 10 col Crotone che in maniera confusa e pasticciona provava ad avere un sussulto di orgoglio e la Strega che ribatteva colpo su colpo con un Glik finalmente tornato ai suoi livelli, Letizia a coprire e ripartire e davanti un terzetto a sciupare il gol o i gol che potevano trasformare la serata in un apoteosi da Carnevale DI RIO. Peccato che qualcuno a Rio de Janeiro pensava di esserci per davvero facendo esplodere un petardo contro il portiere Crotonese che ha "macchiato" a livello di immagine una serata perfetta e da incorniciare. Certe scene francamente vorremmo evitare di vederle e di commentarle. E mi fermo qui.
Tornando al match, a mente calda (il che cozza un po' con la Rubrica che curo), pensavo che quando questa squadra ha la possibilità di lavorare senza intoppi durante la settimana, riesce ad esprimere in campo tutto il potenziale di cui dispone. Sarà mica un caso che non appena sono finiti viaggi, impegni con le nazionali, abbiamo visto un Lapadula in spolvero, Glik resuscitato, Ionita sempre più diga, con il risultato di ottenere sei punti in due partite, cinque gol all'attivo e due clean sheet.
Peccato che la prossima sosta sarà proprio prima dell'incontro in casa della capolista Pisa. Sarà l'unica trasferta delle prossime 4. Le altre tre saranno fra le mura amiche. Un Ciro Vigorito pieno finalmente di colore, entusiasmo e tifo sarebbe la giusta risposta ed il giusto riconoscimento per una squadra che dopo 44 anni ha osato li dove volano le aquile o meglio le Streghe, a cominciare da lunedì quando arriverà l'ex dei record, l'ex del bello e cattivo tempo, l'ex che ci ha portato prima in Paradiso e poi ha contribuito a rimandarci sulla terra, che in questi giorni sta vivendo una seconda magnifica esperienza di vita per essere diventato papà. Accogliamolo col sorriso per quanto ci ha dato ed anche con l'ironia che sappiamo tirare fuori da veri sanniti. Come? Magari con uno striscione di benvenuto che reciti: "Auguri neo papà , ma puos' i tre punt' !!! "
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