Quest’anno per lui è l’anno della rinascita, dopo la prima stagione in chiaro scuro al Benevento e l’amara conclusione della sua avventura con il Napoli, per via dell’ormai famosa decisione dell’allora tecnico dei partenopei Sarri di non concedergli la passerella d’onore nella sfida col Crotone di ormai due anni fa circa. A dispetto delle 37 primavere sta dimostrando di avere ancora tano da dare al calcio, essendo uno dei motori pulsanti del Benevento da record targato Super Pippo Inzaghi.

Stiamo parlando, evidentemente, del capitano del Benevento Calcio, Christian Maggio, che si è raccontato in una bella intervista al Corriere dello Sport, in edicola quest’oggi. Di seguito uno stralcio delle dichiarazioni del difensore giallorosso:

UN AGGETTIVO PER QUESTO BENEVENTO – “Difficile scegliere, ma dico importante: stiamo creando qualcosa di importante per il futuro, neanche noi ci aspettavamo di chiudere il girone di andata in questo modo. Siamo felici e non lo neghiamo ma non abbiamo fatto ancora nulla. Ci attende un girone di ritorno difficile con tutte le squadre ad aspettarci. Noi risponderemo con le nostre forze”.

VANTAGGIO IMPORTANTE IN CLASSIFICA +15 SULLA TERZA – “Abbiamo un buon margine ma sappiamo di non poter sbagliare e di non dover mollare. Abbiamo una rosa di 25 giocatori e anche chi gioca meno quando entra fa bene

IL SEGRETO DELLA RINASCITA DI CHRISTIAN MAGGIO – “La voglia, la passione per questo sport. Grazie a Pasquale Foggia sono arrivato a Benevento: è stata una decisione facile perché qui c’è un progetto sano e una società sana. L’anno scorso ho avuto qualche difficoltà ad ambientarmi alla B dopo tanti anni di Serie A. Quest’anno sono partito con un’altra serenità e un’altra motivazione. Merito di Inzaghi che crede molto in me”.

MOTIVAZIONI – “Io e altri ci portiamo dietro l’amarezza per non aver conquistato la serie A l’anno scorso, è mancato poco anche se abbiamo perso tanti punti per strada. C’è servito come lezione per migliorare. Quest’anno vedo una mentalità diversa: non pensiamo mai di poter vincere facilmente, siamo umili e pensiamo solo di continuare per la nostra strada”.

I SEGRETI DI INZAGHI – “Con lui prepariamo le gare utilizzando molto i video sulla squadra avversaria e in settimana prepariamo in modo maniacale tutti i movimenti in fase offensiva e difensiva. Lavoriamo molto sulle palle inattive, è un nostro punto di forza. Non voglio svelare i nostri segreti ma abbiamo tante soluzioni e le adattiamo anche in base agli avversari.  Quanto incide il carattere del mister sulla nostra mentalità? Voi lo vedete agitato durante le partite ma in realtà in settimana è tranquillo, ci spiega bene le cose che, però, vuole fatte a duemila all’ora, in modo da ripeterle poi in gara. Ci fa stare meglio e la nostra mentalità in gara è sempre la stessa, mai un calo di intensità. Sembra strano ma lavora più severamente con noi difensori. Agli attaccanti lascia più libertà perché sono le caratteristiche individuali a fare la differenza sotto porta”.

IL PASSO FALSO DI PESCARA – “A Pescara abbiamo avuto un black – out generale, un approccio sbagliato. Anche se non tutti stavamo bene da punto di vista fisico quel giorno. Poi è stata anche una giornata storta da parte di tutti”.

LA SERIE A – “Sì, ricordo benissimo la mia ultima gara: al San Paolo contro il Crotone. Adesso ho voltato pagina, ma lo sapete: ci tenevo molto a giocare l’ultima volta al San Paolo, fu una scelta di Sarri, non ho rimpianti. Fu una grande delusione, ma ho ritrovato gli stimoli qui al Benevento. La mia prossima gara in A? Vorrei affrontare i miei ex compagni. Con alcuni, specie con Lavezzi e Hamsik, ci sentiamo spesso”.

GLI ALLENATORI – “Da Reja, a Benitez ma anche lo stesso Sarri: tutti mi hanno dato qualcosa. Quello che, però, ha fatto emergere al meglio le mie caratteristiche è stato Mazzari, facendomi arrivare anche in Nazionale. Ora c’è Pippo che mi insegna ancora qualcosa anche se ormai ho 37 anni… Il futuro di Inzaghi sarà in Serie A, ha le carte in regola per fare una grande carriera. A Bologna ha avuto delle difficoltà ma si è rilanciato a Benevento…

DIFFERENZE TRA ADL E VIGIROTO – “Al Napoli, ai tempi di Benitez, sventai un ritiro. Non conveniva a nessuno quel ritiro. Riuscii a mediare con il Presidente De Laurentiis. Qui con Vigorito è diverso, la sua presenza, in ritiro così come alle partite, è fondamentale. Lo vedo con un padre, sta spesso con noi e parliamo di tante cose non solo di calcio. Un consiglio fa sempre bene a tutti”.

CAMPANO D’ADOZIONE – “Sono in Campania da ormai dodici anni. La mia famiglia vive a Napoli, io da quest’anno sto a Benevento in settimana. Sto scoprendo anche nel Sannio il calore e l’affetto. Decisamente non è come al nord. A Benevento sto molto bene, posso andare in giro a piedi, pranzo dove voglio e la gente ti lascia vivere con tranquillità, pur avendo grande passione per il calcio”.

MONCINI – “Grande acquisto, un investimento importante. Lo vedo concentrato, non come quei tanti ragazzi che si perdono perché pensano ad altro”.

AVVERSARIE – “L’Ascoli ha un allenatore giovane e preparato, buone idee e calciatori di qualità. Poi c’è il Frosinone che è costruito per andare in A, il Chievo. Tolte due o tre squadre è un campionato molto livellato”.

IL FUTURO – “Sono molto indeciso: un giorno voglio fare l’allenatore, un altro il direttore sportivo, un altro ancora lavorare nel settore giovanile. Ho un po’ di confusione. Probabilmente, però, è una decisione che rimanderò di qualche anno perché l’idea è di restare sulla fascia per un altro po’"

Sezione: In primo piano / Data: Ven 10 gennaio 2020 alle 10:30
Autore: Gerardo De Ioanni
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