Articolo di Daniele Piro

Caro Simone Inzaghi questo articolo è tutto per te.

Purtroppo non siamo più padroni del nostro destino e per mesi ci siamo cullati più sulle débâcle altrui che sui demeriti nostri. Oggi dobbiamo fare affidamento sulla tua leva motivazionale nei confronti di Immobile e Company che, siamo realisti, farebbero volentieri a meno di giocare queste ultime due partite, visto che ormai il vostro campionato è praticamente terminato qui. Dobbiamo fare affidamento sul tuo sangue fraterno per tentate di aiutare chi è andato completamente in bambola nel girone di ritorno.

In poche parole..."vid chell che e fa".

Sia ben chiaro; la tua responsabilità è limitata. In fondo non vai tu in campo; puoi toccare però le corde emotive dei giocatori che sicuramente se ne fregheranno poco o nulla della Inzaghi story, del fratello in difficoltà e delle onorabilità di un campionato da portare a termine. Però provarci non costa nulla.

Fatto questo papiello come preambolo devo dire che l'Inzaghi sulle sponde del Sabato è stato almeno di parola. Dopo i fattacci di Cagliari disse che voleva retrocedere, però con le proprie gambe, senza ingerenze esterne; bene, direi che dopo le 17 di ieri è stato accontentato. E' riuscito a scavare ed a scavarsi la fossa con le sue mani. 60 e più minuti di superiorità numerica, avanti di un gol, e ...niente!!! .Manc chest emmu stat capaci e vence.

Contro un Crotone che, tolto Ounas ed il portiere, ha fatto di tutto per giochicchiare e starsene buono buono.

Privo di alcuni elementi di spicco ed in dieci per buona parte dell'incontro, i calabresi hanno fatto tesoro dell'ennesima distrazione difensiva che di fatto ci apre le porte verso al Serie cadetta. Pesano ancora una volta le scellerate scelte dell'uomo in panca, reo di non aver tolto dal campo uno  Schiattarella in versione "spacco qua e spacco la", di aver messo dentro Gaich che sarà pure una scommessa, ma è di quelle davvero dove "c'edda vulè u stommac p' scummett" visto che non è stato capace di stoppare e tenere un pallone (limiti tecnici evidenziati anche nel corso delle precedenti uscite), di non aver fatto entrare Viola che, fresco e con l'uomo in più, avrebbe potuto tenere palla con la sua tecnica sopraffina senza soffrire troppo il pressing avversario.

Il calcio fonda i suoi risultati su due principi basilari: primo non prenderle, secondo fare gol. Non siamo riusciti ad avere una difesa all'altezza, ma soprattutto paghiamo l'ennesima inconcludenza sotto porta. I cucchiai stann bbuon ngopp' a tavola quann c sta a menestra, annanz a port s'avess vutta u pallon dind cu tutt u purtier'.

Lo scrivo in dialetto perché tanto il destinatario della missiva lo capisce benissimo. Lo stesso destinatario che zittisce i compagni in panchina "rei" di avergli probabilmente detto che aveva fatto una fesseria.

Che l'aria negli spogliatoi fosse pesante lo si immaginava da tempo. Ieri se ne è avuta la prova. Non è il momento di fare processi o accuse. Ma "quel" momento si sta inesorabilmente avvicinando. Davanti ai cancelli doveva esserci qualche protagonista di questo scempio ed invece c'era solo e sempre “lui, l'uomo del vento”, che con infinita pazienza ha messo la sua faccia fra le sbarre ancora una volta per colloquiare con i tifosi. Tifosi incazzati e delusi ma pur sempre civili. In altre piazze i giocatori si troverebbero ancora chiusi negli spogliatoi con viveri consegnati d'asporto e coperte e cuscini inviati dalla Protezione Civile; qui da noi la parola civiltà ha ancora un valore.

Sarò ancora più vigile e presente da stasera in poi".

Presidè, queste parole sono fortemente rassicuranti perché significa che continuerai a spendere tempo e danaro per questa squadra dissipando le illazioni che ti volevano prossimo a passare la mano o in quel di Salerno, ma stavolta, affidati a chi non pensa a vendere solo il proprio prodotto, affidati a chi sappia davvero gestire un gruppo perché questa squadra tutto è tranne che un gruppo, non ha nemmeno un vero leader in campo. Ne ha uno che si è autoproclamato leader, ma ha creato solo malumori e dissapori. Se bisogna ripartire, riparti con UOMINI VERI.

Ci conosci ormai da tempo. Forse non saremo la migliore tifoseria d'Italia, musechiamo e ci spariamo le pose anche noi, però essere presi in giro e vedere tre mesi di agonia calcistica non credo che lo meritiamo. Forse sei stato troppo "buon padre di famiglia" e troppo riconoscente. Avresti potuto agire diversamente. Se non lo hai fatto è perché ti sei fidato e la tua fiducia non è stata ripagata. Quel "chi non se la sente di partire per Torino può dirmelo mercoledì" è il succo di una stagione in cui parecchi hanno toppato nel rendimento, nelle scelte e nei risultati.

I progetti funzionali, il gruppo coeso da preservare, le cinque finali, le liti ed i paccheri volati negli allenamenti, i rimproveri in campo durante le partite, le scommesse che sono rimaste tali, gli infortuni di durata interminabile, i "pacchi regalo" provenienti dal Piemonte, le rescissioni di uomini silenziosi ma seri professionisti, sono tutti pezzi di un mosaico assemblato male e venuto fuori peggio.

Tu solo davvero sai come stanno le cose. Noi tifosi in queste situazioni diventiamo tutti registi nel farsi ogni genere di film dalle trame più disparate.

Tu solo sai le cause.

Noi possiamo solo aspettare ed auspicare di vederne gli effetti.

Sezione: A Mente Fredda di D.Piro / Data: Mar 18 maggio 2021 alle 06:30
Autore: Andrea Bardi
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