Articolo di Daniele Piro

Molli. Remissivi. Rinunciatari. Impalpabili. Potrei elencarne almeno altri cento di aggettivi uguali a quelli elencati ma preferisco fermarmi per non mettere troppo il dito nella piaga.

La Strega fornisce una prestazione incolore al cospetto di un Napoli forte ma comunque non trascendentale, privo fra l’altro di alcuni pezzi da 90 e con una condizione fisica approssimativa dovuta alle fatiche di coppa di giovedì scorso. Li abbiamo fatti resuscitare con una prestazione totalmente incolore. Mai pungenti, mai propositivi. Un'involuzione pazzesca rispetto alle due ottime prestazioni contro Roma e Bologna, che deve suonare come un campanello di allarme in vista di un rush finale sempre più agguerrito. Bisogna essere consapevoli che stiamo sempre più diventando padroni del nostro destino. Non si può più fare la corsa sugli altri che, dietro, cominciano a macinare gioco e punti. Il Cagliari risorge a Crotone (che effettivamente appare come l’unica squadra spacciata), il Toro è in ripresa, lo stesso Parma stava per fare il colpaccio a La Spezia. Bisogna tornare a correre ed a macinare gioco e punti. La vittoria manca ormai da due mesi e c’è bisogno di una sterzata netta e convincente.

La sterile prestazione di ieri sera invece è una retrogressione preoccupante che fa passare in secondo piano anche l’ennesimo scempio perpetrato dal VAR che convalida un gol di Politano, da oggi ribattezzato POLIMANO, nettamente irregolare. Su alcune chat e sui social molti si appellavano a questo errore madornale per giustificare il ko, sostenendo la tesi che se la partita fosse rimasta in bilico sull’ 1-0 poteva comunque succedere qualcosa, ma chi scrive è convinto che il Benevento visto ieri al San Paolo -Maradona, non avrebbe segnato nemmeno giocando altre 10 ore.

Certo, sono errori che pesano e quando sono così eclatanti, soprattutto dopo l’intervento del VAR, sarebbe il caso che si cominci ad alzare la voce perché se il detto recita “t’ faccio fess’ e cuntent’”, qua sicuramente ci fanno fessi, ma di sicuro non ci fanno contenti.

Al di là del singolo episodio, resta la prestazione troppo brutta per essere vera. Ribadisco quello che ho già sostenuto in altri articoli. C’è modo e modo di perdere, c’è modo e modo di preparare una partita al cospetto delle squadre con cui c’è un gap evidente, ma entrare in campo e non giocarla è deprimente. Il primo tiro in porta lo abbiamo fatto al 37° con un difensore (Depaoli), il secondo con Gaich in fuorigioco a tempo quasi scaduto. Non abbiamo avuto nemmeno il classico sussulto di provare un arrembaggio d’orgoglio con l’espulsione di Koulibaly a 10 minuti dalla fine.

Così non va e le attenuanti, per quanto plausibili, non possono giustificare una prestazione negativa. Provando a fare un’analisi tecnica (ovviamente sempre molto personale ed opinabile) ed ovviamente con il senno di poi quando diventa facile scrivere, posso affermare che la difesa si è dimostrata, oltre che inedita, molto “acerba”.

Foulon, per quanto attaccato alla maglia, ha ancora troppi limiti per un campionato così tecnico e pieno di gente “navigata”. Puntualmente saltato, costretto a pericolosi falli al limite per la troppa irruenza che già ci stava costando cara domenica scorsa; migliorerà, ce lo auguriamo tutti, ma al momento non offre troppe garanzie.

In mezzo al campo era evidente che Schiattarella non ce la faceva a reggere il ritmo. Perché schierarlo per forza? Soprattutto poi al cospetto di una coppia centrale napoletana formata da due che tutto so no tranne fulmini di guerra in quanto a velocità, ovvero Bakayoko e Ruiz.

Mi domando e vi chiedo se schierare un centrocampista acciaccato e poi costretto ad uscire è stata la miglior mossa. Vero è che questi siamo, però provare ad abbassare Viola e mettere dentro uno con un po’ più di gamba o fisico (Tello? Dabo?) o gettare subito Insigne nella mischia poteva dare qualcosa in più.

Caprari è tornato ad essere quello svogliato ed impalpabile ben lontano da quei guizzi che avevano caratterizzato tante partite passate. Resta l’unico che può puntare e saltare l’uomo ma come diceva “abbonanema e nonnema”… par’ ca ce mancano sempre tre soldi p’apparà na lira”.

Ma il quesito che mi ronza in testa è: se si sceglie in partite come questa di giocare aspettando l’avversario nella propria tre quarti campo, cosa rimarcata anche nella telecronaca di Orsi su Sky in più d'una occasione, perché non affidarsi ad un centravanti fisico per provare a tenere qualche pallone lì davanti in maniera da far salire la squadra? Se Gaich e Moncini non sono in condizione, li si poteva schierare un tempo per uno e far riposare Lapadula o dirottarlo in fascia al posto di Caprari ultimamente opaco, visto che il peruviano comunque è un generoso che non rinuncia mai alla corsa, nemmeno su quei palloni impossibili da raggiungere. Sempre mia nonna diceva che “…dall’ e dall’ si scassano pure i metall’ “, quindi quanto può pagare un atteggiamento così attendista e rinunciatario? Se il pallino del gioco è perennemente in mano agli avversari, ci saranno buone probabilità che alla fine un gol lo si possa subire; ci eravamo difesi anche benino, però lasciando il gioco alla squadra avversaria le si dà anche la possibilità di sfruttare il rimpallo, la mischia, l’errore grossolano di un difensore e viene fuori la frittata come accaduto ieri.

Si continuano a fare i paragoni con lo Spezia che ha i nostri stessi punti ed una realtà “provinciale“ molto simile alla nostra; in questa ventina di partite i liguri però hanno dato l’impressione di un'idea di gioco più propositiva. Hanno vinto a Napoli, col Milan e perso a Roma al 90esimo facendo comunque 3 gol. So che è un paradosso ma mi piacerebbe più perdere 4-3 al 90esimo o anche perdere col Napoli come abbiamo perso all’andata quando, pur se presi di più a pallonate (ma quel Napoli era un lontano parente di quello attuale), rischiammo di pareggiarla con Sau al 95esimo dopo essere stati in vantaggio.

Adesso arriva un trittico di partite che diranno per forza di cose molto sul nostro futuro. Partite definite più “abbordabili” dagli addetti ai lavori che speriamo lo siano per davvero. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, oltre al ritorno di Glik, c’è il recupero di Letizia che in questi due mesi è mancato tantissimo, abbiamo una potenziale valida alternativa in attacco con Gaich, dovrebbe tornare fra i disponibili il tuttofare Improta e Caldirola continuare il percorso di recupero post intervento. Le premesse per fare bene ci sono tutte ma non bisognerà più sbagliare perché 4 punti in 7 partite sono un bottino troppo magro che non fa dormire sogni tranquilli. L’invito è a remare tutti insieme per una salvezza tosta ma possibile.

La squadra non può sottrarsi a critiche ed a commenti negativi per la prestazione scialba, ma deve restare serena sapendo che la critica passa, il commento negativo pure, ma la fede e l’amore per la maglia è forte e tutti continueremo a sostenere i ragazzi per infondere in loro la consapevolezza di avere nelle corde la quindicina di punti mancanti al raggiungimento del nostro sogno.

Sezione: A Mente Fredda di D.Piro / Data: Mar 02 marzo 2021 alle 06:50
Autore: Andrea Bardi
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