A quasi 48 ore dal triplice fischio di Pisa – Benevento, senza voler emettere sentenze né giudizi definitivi, è il caso di fare qualche riflessione sui temi caldi in casa dopo il non entusiasmante avvio di stagione che ha visto i giallorossi collezionare una sconfitta (in coppa) e un pari.
ASSETTO TATTICO – Dal suo primo giorno in giallorosso mister Inzaghi ha subito mostrato l’intenzione di puntare sul 4-4-2 (4-2-4 in fase di possesso e, ancor di più, con taluni interpreti). Il tecnico a chi gli chiedeva in pre-season se avesse intenzione di provare altri sistemi rispondeva che la squadra già aveva tra le sue corde il 4-3-1-2 con il quale aveva terminato lo scorso campionato e che quindi avrebbe lavorato al nuovo sistema, per poi decidere quale sarebbe stato il vestito migliore per il suo Benevento. In verità, ammesso che sia possibile fare un pre-campionato intero con un sistema tattico e poi giocare il campionato con un altro, sentiamo di poter dire senza timore di essere smentiti che per Inzaghi c’è sempre stato un solo modulo ed è il 4-4-2. Ciò, almeno, è quanto si può desumere dalle amichevoli estive.
Purtroppo, però, le cose non sembrano dar ragione a Super Pippo che dopo la batosta con il Monza e la brutta prestazione con la Vastese è dovuto correre ai ripari, iniziando a snaturare quella che era l’idea iniziale. Per dar maggior sostanza alla mediana e più protezione alla difesa si è optato per l’inserimento di un centrocampista in più (Tello spostato dal centro all’esterno sinistro) e un esterno d’attacco, ala o attaccante (scegliete voi) di meno. Sempre per necessità di equilibrio sulla fascia opposta con i toscani è sceso in campo dal 1’ minuto il più difensivo degli esterni (Improta). Accorgimenti che hanno sicuramente apportato delle migliorie alla fase difensiva e di non possesso ma che, evidentemente, hanno tolto qualcosa a quella offensiva.
COPERTA CORTA – Ciò che è avvenuto venerdì al Benevento suole rappresentarsi con la metafora della coperta troppo corta: copri un verso e ne scopri un altro. Le buone sensazioni che hanno lasciato la fase difensiva e il pacchetto arretrato all’Arena Garibaldi di Pisa fanno inesorabilmente da contraltare alla pessima fase di costruzione, praticamente inesistente. Due occasioni da gol in 95’ minuti. Davvero troppo poco. A ciò si aggiunga la totale mancanza di gioco, di fraseggio. Difficile da comprendere dopo un mese e mezzo di lavoro fatto esclusivamente su un sistema di gioco. L’impressione che dà la squadra è di non sentirsi comoda con il modulo attuale e che tale assetto non permetta di sfruttare a pieno le qualità della rosa giallorossa. Forse un tentativo con il 4-3-1-2 andrebbe fatto. Inoltre, con lo schieramento attuale e con le esigenze di equilibrio corrente, sarebbero davvero troppi i calciatori sacrificati: Insigne, Vokic e Kragl su tutti. Elementi di qualità a cui, secondo chi scrive, la squadra sannita non dovrebbe rinunciare e che meglio potrebbero essere collocati con una diversa sistemazione tattica. A ciò si aggiunga che con il centrocampo a tre si avrebbe un posto per un incontrista (Del Pinto o Tello) che permetterebbe a Viola e Schiatterella di avere meno compiti di copertura e di dedicarsi, anche alternativamente, alle funzioni di play.
Ma, ripetiamo, parliamo di sensazioni e di opinioni. L’allenatore è Inzaghi, è lui che allena i calciatori in settimana ed è lui che ha il polso della situazione. Lui ha il compito di scegliere modulo e giocatori; noi abbiamo il compito, il dovere e il diritto di “fotografare” ciò che vediamo o, alle volte, pensiamo di vedere.
EPPUR SI MUOVE…QUALCOSA – Tra le tante note negative delle ultime settimane, ne vanno registrate due positive. Una riguarda Marco Sau. L’attaccante sardo, schiarato dall’inizio da Inzaghi contro il Pisa, è stato autore di una prestazione in crescendo e ha dato piccoli assaggi delle sue qualità tecniche e anche atletiche, facendo ben sperare per quando, si spera il prima possibile, raggiungerà la piena condizione fisica e, anche, una buona intesa con il partner d’attacco Coda.
L’altra luce che è brillata nell’opaca serata pisana è stata quella di Lorenzo Montipò che, si spera, con il rigore parato a Marconi in pieno recupero abbia finalmente superato i problemi “psicologici” che lo attanagliano dall’errore in semifinale play-off con il Cittadella.
Al netto delle problematiche e delle criticità evidenziate dal campo, su una cosa si possono dormire sonni tranquilli: Pippo Inzaghi è un “animale”, passatemi il termine, che si nutre si calcio e che vive – quasi – in funzione di esso. Super Pippo sia dopo Monza che dopo Pisa ha affermato che c’è da lavorare e da migliorare e possiamo stare tranquilli che non avrà pace fin quando il suo Benevento non sarà come vuole lui. La speranza è che il tutto avvenga nel più breve tempo possibile. Magari già sabato contro il Cittadella. Prendersi una rivincita con i veneti di Venturato non sarebbe una cattiva idea. Nel frattempo, #ForzaStrega a tutti.
Altre notizie - A Mente Fredda di D.Piro
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