Corro il rischio di ripetermi in maniera quasi antipatica, ma voglio ancora sottolineare che la partita di Reggio Calabria poteva essere molto pericolosa. Un grande rischio, perchè mentalmente si poteva cadere nel tranello di "averla già vinta". Troppa la voglia di riscatto dopo la sconfitta con il Lecce, al Granillo aria pesante ed avversari in piena emergenza, emotiva e tecnica. Tutti gli ingredienti per rendere complicati oltremodo i novanta e passa minuti da giocarsi sul maltenuto prato dello stadio calabrese.

Invece, riecco il Benevento che abbiamo imparato ad apprezzare in queste prime quindici giornate (salvo eccezioni...). Cinici, determinati, poco spazio "al fioretto" e tanta "scimitarra". Questa la squadra che a me piace, senza fronzoli e con calcolata essenzialità. E' ingeneroso porre l'accento sulla "diversa qualità" di un avversario che, alla fine, si è dimostrato poca cosa, e non me ne vogliano gli amici di Reggio, ma purtroppo è così. Ma se gli amaranto sono apparsi inferiori (almeno in questo momento) io credo che gran parte del merito sia da ascrivere proprio agli Stregoni di Brini. Poi, è chiaro, le motivazioni e lo stato mentale possono aver pesato, ma credo che con un Benevento così determinato c'era poco da fare, anche se gli avversari fossero stati in condizioni migliori. Da non sottovalutare l'ennesima imbarazzante conduzione arbitrale che, in altri tempi, avrebbe potuto pesare e non poco sull'esito finale della gara. Ma ormai abbiamo capito fin troppo bene che "le squadre" contro cui combattere, quest'anno, sono più di diciannove, purtroppo. Facciamocene una ragione.

Tutto questo non vuol dire che mi sia piaciuto tutto. Qualche errore di troppo nel palleggio, il solito eccesso di sicurezza in fase difensiva e lo spreco nei sedici metri avversari. Difetti cronici? Bisogna lavorarci e comunque  nemmeno possiamo pretendere la perfezione. Se abbiamo accettato l'idea di una squadra che bada poco al sottile, allora accontentiamoci di quanto avviene sul campo, l'importante è conquistare i tre punti. E consideriamo sempre l'aspetto "necessità", con alcuni ruoli forzati che in parte spiegano la scarsa fluidità in alcune fasi della manovra giallorossa.

Quando ho visto il cartellino rosso mostrato ad Alfageme, ho smoccolato di brutto, peggio di un turco, come tutti i tifosi giallorossi. In quel momento gli avrei dato una sberla! I fantasmi delle partite di Melfi e Pagani aleggiano ancora, purtroppo. Meno male che la squadra si è immediatamente compattata e nessuno poi si è accorto che noi giocassimo in dieci. Poteva costarci caro, ma non facciamone un dramma. Luis è un calciatore che io apprezzo e non poco. Non tutti sono d'accordo, ma a me l'argentino piace per come gioca, perché sa esaltarsi nei momenti importanti della gara e probabilmente commette qualche errore di troppo proprio perché, siccome dai suoi piedi passano innumerevoli azioni, lui è particolarmente "controllato" e qualche volta paga per eccesso di egoismo. Qualcuno continua a ripeterci che lui deve farci ancora vedere il meglio, io invece credo che, un calciatore del suo calibro senza qualche "difetto", non potrebbe stare in Lega Pro. Quindi, quindi diamogli tutto il tempo di cui ha bisogno perché credo che lui alla lunga sarà in assoluto il top-player dei giallorossi. Le orecchie probabilmente gliele tirerà Fabio Brini: a lui il compito, agevolato dalla "stazza".

Non sottovalutiamo la vittoria con la Reggina. Sono tre punti d'oro che ci consentono di stare agganciati alle primissime posizioni nonostante i problemi. Oltre il risultato godiamoci anche gli altri spunti positivi che possiamo trarre dalla partita. Ad esempio la conferma di un super Agyei, e poi un attaccante come Fabio Mazzeo che può fare davvero la differenza ed è un lusso per pochi averlo in organico. Una solidità difensiva ritrovata e che poteva essere messa in discussione dalle quattro reti subìte in due gare. Una reazione non emotiva ma razionale alla sconfitta casalinga, ricordiamo l'unica di questo campionato. Insomma, tutti questi, insieme ad altri, sono segnali importanti lanciati da una rosa eccellente che sta fronteggiando continue emergenze senza battere ciglio. Uno spirito di gruppo, votato al sacrificio, che è raro, probabilmente mai visto dalle nostre parti. Uno spogliatoio che sembra costruito sulla roccia solida.

Domenica prossima una altra sfida difficile, contro il Matera di Auteri. Un nuovo difficile esame da affrontare restando uniti, compatti. Perchè uniti si vince e solo così.

 

 

 

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Dom 30 novembre 2014 alle 14:00
Autore: Marcello Mulè
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